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novembre 2017 - In una giornata che si annuncia critica
per il trasporto pubblico della capitale, a causa dello sciopero
nazionale del settore, abbiamo ricevuto un messaggio da un
lettore che evidenzia alcuni dei disagi che gli utenti romani
della metropolitana devono affrontare quotidianamente. Questi
disagi sembrano maggiormente accentuati a ridosso di una giornata
di protesta.
«Si può definire disumana la metropolitana?
Questo è l’aggettivo che mi è venuto in mente
ieri mattina alla stazione metro di Ponte Mammolo. Non arrivava
il convoglio e la banchina era stracolma di gente, piena per
lungo, da un capo all’altro, e per largo dal muro fino alla
striscia gialla. E non era ora di punta. Erano le nove e trenta.
Non arrivava, il convoglio, e sul display continuava a comparire
la scritta “treno in arrivo”. Ho detto ad una signora: “Bisognerà
aspettare la successiva, come fa tutta questa gente ad entrare?”.
E lei: “Ma questa che deve arrivare per me è già
la seconda, sulla prima non sono riuscita a salire”. Un’altra
signora: “Se uno si sente male, resta in piedi, non ha modo
di cadere. Quando vedo tanta gente ho sempre paura che possa
succedere qualche incidente, perché la fanno scendere
se la metro non passa?”. E’ arrivato, il benedetto treno,
sono entrato, mi sono messo in un angolino a fianco alla porta,
ma dopo un po’ sono stato costretto a spostarmi per evitare
schiacciamento di costole contro il sostegno metallico che
mi separava dai sedili. Per fortuna si è alzato un
giovane, non per invitare a sedere il vecchio signore che
sarei io, ma per scendere, e sono riuscito a prendere il suo
posto. Per fortuna, mi sono detto, non ho bisogno di prendere
la metro tutti i giorni. Ma c’è chi è costretto
a servirsi tutti i giorni del mezzo disumano. Ecco i messaggi
che ho ricevuto oggi pomeriggio da mia figlia, che si trovava
alla stazione della Piramide, stazione all’aperto: “Non riesco
a tornare a casa, la metropolitana non passa”; “E’ mezz’ora
che sono qui... non riesco a salire... e fa freddo”. Infine:
“Ho preso quella che va a Jonio, pazienza se devo cambiare
alla fermata Bologna, almeno sto al caldo”. Disumana la metro
oppure chi amministra la nostra città? Attilio D.»
Antonio
Barcella
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