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Roghi tossici e balle spaziali

22 novembre 2017 - Almeno tra noi cittadini, che contiamo poco o nulla, raccontiamoci la verità senza mezze parole: per un attimo abbiamo creduto tutti alle parole di un ministro della Repubblica che annunciava l’esercito contro i roghi tossici per poi rivalutare tutto quando il passaggio del tempo trasforma questa specie d’impegno nella classica “balla spaziale” di cinematografica memoria. L’annuncio dell’impiego dell’esercito, alla luce dei fatti, appare come un contentino dato alla Commissione Parlamentare sulle Periferie che ha chiamato in causa le istituzioni per l’inerzia su questo grave problema. La “tolleranza zero e le misure straordinarie per il controllo del territorio” sono tutt’ora misure inapplicate e i quartieri continuano ad essere invasi da fumi e diossina frutto di incendi dolosi di materiale plastico e altri rifiuti illeciti.
Una promessa che è diventata come tutte le precedenti: atta solo a guadagnare tempo in attesa che qualcun altro occupi la scomoda poltrona e riceva il passaggio di questa patata bollente. Perfettamente in linea con le parole di un ex Prefetto che giustificava la mancata perseguibilità del reato perché i roghi venivano appiccati da minori e pertanto non perseguibili. Ma la verità ha sempre due facce: il fatto che il minore di quattordici anni non possa essere processato e condannato, non significa, infatti, che lo stesso debba incondizionatamente essere lasciato libero di continuare a commettere reati. Se viene accertata, infatti, attraverso criteri legali stringenti, che il minore non imputabile, è soggetto pericoloso, lo stesso potrà vedersi applicare una “misura di sicurezza”. Con il termine “misure di sicurezza” si intendono una serie di provvedimenti, di diversa intensità (es. l’obbligo di permanere in casa oltre una certa ora, il divieto di frequentare determinati luoghi, il riformatorio giudiziario, ecc) la cui funzione è quella di evitare che il minore possa commettere altri reati.
A fronte dei mancati impegni si aggrava la situazione: secondo quanto riportato da un articolo del quotidiano il Tempocontinuano ad aumentare i valori di veleni rilasciati nell’aria a causa dei roghi tossici, in particolare nei pressi di campi rom come quello di via di Salone e alla periferia Est della Capitale. Lo rivela il nuovo dossier dell’Arpa Lazio che, dopo la richiesta urgente da parte dei cittadini e dell’assessorato all’Ambiente capitolino, ha avviato una campagna di monitoraggio per determinare i pericoli derivanti dalla combustione incontrollata di materiali plastici. Il dato più preoccupante è quello dei livelli di diossine da depositamento.”
Per concludere, non bastano le leggi sulla perseguibilità di un reato ambientale se poi non c’è la volontà di farlo e le parole, in mancanza dei fatti, diventano solo “balle” raccontate ai cittadini.

Antonio Barcella
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