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dicembre 2017 - I social network sono pieni di immagini
di Pietralata, Ponte Mammolo, Colli Aniene che evidenziano
una nuova criticità nel ritiro dei rifiuti. Come una
coperta troppo corta, ogni settimana, un quartiere diverso
mostra i suoi cumuli di rifiuti dimenticati dagli operatori
AMA. Che cosa accadrà durante il periodo delle feste
natalizie quando la quantità degli scarti prodotti
è nettamente superiore agli altri periodi dell’anno?
Che ci sia qualcosa che non funziona nella gestione dei materiali
post-consumo di Roma Capitale è ormai evidente ma la
soluzione definitiva tarda ad arrivare. Si continuano a preparare
nuovi piani industriali, si sostituisce il management della
municipalizzata ma il famoso vento del cambiamento sembra
molto lontano. Eppure la soluzione più semplice, il
classico “uovo di Colombo”, è produrre meno
rifiuti e per farlo bisogna intervenire sulla grossa
distribuzione. Ogni cittadino si è accorto di quanta
plastica si accumula portando a casa la spesa acquistata dai
supermercati a causa di imballi spesso inutili. Quanti di
questi imballi potrebbero essere eliminati utilizzando solo
pellicola e carta? Ma intervenire qui equivale a toccare gli
interessi dei produttori degli imballaggi di polistirolo e
sottostare ai ricatti dei possibili licenziamenti di manodopera.
Se si volesse fare qualcosa in merito basterebbe iniziare
dall’incentivazione dell’acquisto di prodotti alla spina,
attraverso campagne promozionali, un sistema molto in voga
in altre nazioni. Le categorie di prodotti vendibili alla
spina possono essere individuati negli alimentari, detersivi,
latte, bevande e cibo per animali. Si potrebbe poi riattivare
la gestione della restituzione del vuoto ad iniziare dalle
bottiglie in vetro e in plastica. Appositi trituratori e compattatori
di plastica dovrebbero essere obbligatoriamente posti nei
grandi supermercati, con l’obiettivo di ridurre il volume
del rifiuto e di un riciclo più attento.
Non crediamo invece all’obiettivo “meno produci, meno
paghi” perché attivare un sistema del genere
avrebbe costi superiori allo smaltimento attuale del rifiuto.
Occorrerebbe applicare la tecnologia RFID
(Radio-Frequency IDentification ) a tutta la città
con tempi e costi di difficile stima.
Ma mentre aspettiamo soluzioni futuristiche, ingenti cumuli
di rifiuti sono nelle nostre strade o nei depositi condominiali,
aumentando il degrado di questa decadente città.