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Lettore: Il morbo del nostro tempo ha fatto un’altra vittima

6 dicembre 2017 - “Michela, di Porto Torres, aveva 22 anni e si è suicidata il 4 novembre scorso, probabilmente ricattata da tre “amici”, di cui una sarebbe donna, per un video girato a sua insaputa mentre aveva un rapporto sessuale”. Leggo la notizia triste sul blog “come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. La riporta una signora che scrive tra l’altro: “Si è tolta la vita. Perché? Perché filmata mentre aveva un rapporto sessuale, quanto di più intimo diventava pubblico, scena oscena, anziché atto d’amore”.
Un’altra vittima di questo morbo del nostro tempo. Così lo definiva Maurizio Di Fazio in un articolo su L’Espresso di qualche mese fa, nel quale parlava di questi siti dell’orrore, “dove gli uomini inseriscono e commentano foto intime di migliaia di donne ignare. Tra le quali anche le loro fidanzate e persino le madri o le figlie”. La legge in Italia fa poco o niente, o può fare poco o niente per combattere il tristissimo fenomeno. E allora? Allora vorrei dire a tutte le donne che dovessero trovarsi in una situazione del genere che l’unica maniera per vanificare l’azione nefanda di certi miseri individui è infischiarsene. Sì, ve ne dovete infischiare, dovete continuare ad andare a testa alta, giacché non avete niente di cui vergognarvi. Pudore ferito, intimità violata, certamente, ma sono loro a doversi vergognare, coloro che vi hanno ferito, non voi. E’ il carnefice che deve vergognarsi non la vittima. Pudore ferito, intimità violata, certamente, ma chi non ha ucciso, chi non ha violentato, tormentato innocenti, chi non ha fatto del male al prossimo, deve andare a testa alta, non ha niente di cui veramente vergognarsi. Pudore ferito, certamente, intimità violata, ma non vi hanno ripreso mentre stavate commettendo un assassinio. Stavate facendo l’amore. Non c’è niente di male nel fare l'amore. Fare l’amore non è reato e non è peccato. Dovete infischiarvene, andare sempre a testa alta. Non mi stanco di ripeterlo: infischiatevene.

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