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dicembre 2017 - Ormai ci si può scommettere
sopra: basta un temporale più intenso del solito e
i disagi nel quartiere e in tutta la città sono assicurati.
L’asfalto, già in condizioni critiche, si sfalda sotto
gli automezzi e molti cittadini hanno subito danni ai pneumatici
per le buche rese invisibili dalla pioggia. Questa purtroppo
è Roma Capitale, una metropoli europea che anziché
essere tutelata per l’importanza del ruolo che storicamente
riveste da migliaia di anni, viene abbandonata al degrado.
Ogni volta c’è un fatto nuovo che conferma quello che
sta diventando una regola e, purtroppo, quel che è
peggio è che i residenti si stanno adagiando sulla
situazione e la stanno subendo passivamente. Ormai è
diventata consuetudine che ogni pioggia lascia nel nostro
quartiere tante strade al buio e passano diversi giorni prima
del ritorno alla normalità. Continui solleciti ai call
center del Comune e a quelli del gestore della rete non sono
sufficienti ad ottenere un servizio che paghiamo con tasse
altissime. Per operazioni semplici come riarmare un interruttore
o sostituire un fusibile occorrono giorni di attesa e viene
naturale chiedersi quali sono i tempi di risposta contrattuali
fissati dal Comune di Roma con il gestore della rete. Le conseguenze
sono che, già da due notti, e non si sa per quanto
tempo, alcune strade di Colli Aniene hanno i lampioni spenti
(via Galati, viale Sacco e Vanzetti, via Piero Caleffi, via
Efisio Orano, tutto il parco Tozzetti). Ci sono poi situazioni
assurde come il tratto di strada di via Galati, in prossimità
di Italferr, dove i tre lampioni che dovrebbero illuminare
la strada sono spenti da mesi perché non sarebbero
in carico al Patrimonio di Roma e pertanto non mantenuti dal
gestore della rete. Pensate che quel tratto di strada non
è completamente al buio solo grazie ad alcuni riflettori
accesi nel palazzo di Italferr. Continue segnalazioni dei
cittadini non hanno portato a nulla perché in questa
città i diritti di chi ci vive sono opzionali.