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2018 - L’anno che verrà: riflessioni libere tra passato e futuro

30 dicembre 2017 - Come è tradizione da qualche anno a questa parte dedichiamo l’articolo di fine anno a qualche breve riflessione sull’anno trascorso e quello che desideriamo da quello che sta arrivando utilizzando alcune frasi dalla bellissima canzone (o poesia) di Lucio Dalla: “L’anno che verrà”. È solo l’espressione di una libera opinione che potrà trovare molti consensi e altrettante critiche. Vi invito a prenderlo come un modo diverso per scambiarci gli auguri per un futuro migliore.
L'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va – Se fosse soltanto qualcosa che non va potremmo anche accontentarci ma la realtà ci racconta una storia ben diversa e complicata. Un Paese che lascia i giovani a casa e gli anziani al lavoro è un luogo che non ha futuro. Mentre da una parte “percepiamo” una migrazione quasi irruente verso l’Italia da parte di giovanissimi africani che sfidano la morte per raggiungere le nostre coste, i nostri ragazzi sono costretti a cercare il proprio futuro lontano dalle città in cui sono nati. Un flusso migratorio che non si può fermare ma che andrebbe governato per evitare in futuro di sfociare in conflitti sociali. Dal proprio punto di vista personale, qualcuno sosterrà che lo stanno facendo altri accuseranno lo Stato di inerzia e passività. Noi vogliamo fotografare solo la situazione, la responsabilità di risolverla sarà di chi verrà scelto dal popolo nelle prossime elezioni di marzo 2018. Di una cosa siamo certi, tantissimi italiani porteranno i propri dubbi fin dentro l’urna elettorale poco convinti di quello che offre il panorama politico. Per il resto, tutti i problemi relativi al vecchio anno sono ancora lì senza alcuna possibilità di trovare una soluzione: edifici scolastici fatiscenti, strade disastrate, allagamenti di cantine, negozi e box, cumuli di rifiuti ovunque, mobilità da terzo mondo, roghi tossici e tanto altro.
Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando - La televisione ha assunto una dimensione tale che ora può farti credere ciò che vuole. In questi giorni ci sta raccontando che siamo usciti dalla crisi ma una famiglia su tre in Italia è in regime di povertà. Assistiamo ad una gara tra giornalisti nel dipingere un paese ben diverso da quello che viviamo quotidianamente, ogni fatto diventa un’occasione per spingere l’opinione verso un partito politico o verso un altro a seconda del giornalista di turno o della linea editoriale della rete. Tutto diventa politica, dall’acquisto di un prodotto ai piccoli e grandi drammi quotidiani. In tutto questo scompare la Verità, quella che storicamente ha sempre avuto due facce ma che ora può vantarne tante di più.
Si esce poco la sera compreso quando è festa – Le stragi compiute in diverse parti del mondo in nome di un Dio sanguinario e vendicativo non fanno che accrescere la paura e la voglia di chiudersi in casa. Così facendo vincerà solo chi semina il terrore con il solo intento di gestire il potere.
Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno – L’illuminazione stradale è uno dei punti dolenti del quartiere. Al minimo accenno di temporale tante strade di Colli Aniene finiscono al buio con i pericoli che è facile immaginare per la sicurezza dei pedoni. Il buio favorisce inoltre gli episodi di micro criminalità che già non mancano in questo territorio. Ogni volta continue chiamate dei cittadini al gestore della rete vengono disattese e l’intervento viene posticipato per diversi giorni. Riattivare un interruttore o sostituire un fusibile diventa un’operazione così complessa che a volte impiegano settimane per ridare luce ai pali. Per non parlare poi delle interruzioni di corrente nelle case ogni volta che il maltempo assume le dimensioni caratteristiche del periodo invernale. Le cabine interrate, come tanti altri locali, vengono invase dalle acque e provocano il classico corto circuito che lascia le abitazioni senza corrente per tante ore costringendo le persone a buttare i cibi contenuti nei frigoriferi.
Vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch'io – Assuefarsi alla situazione senza pretendere i propri diritti diventa un alibi per sottrarsi al proprio dovere da parte di chi amministra la città, la regione e la nazione. I processi partecipativi o decisionali inclusivi riguardano il coinvolgimento di enti, soggetti privati, associazioni o comuni cittadini nelle scelte compiute dalla pubblica amministrazione. Il processo di partecipazione deve essere efficace e basato sul confronto. La pubblica amministrazione, soprattutto quella di prossimità, deve favorire questo processo mentre, purtroppo,assistiamo frequentemente all’isolamento della burocrazia con i suoi solidi muri di gomma e fili spinati.

L'anno che sta arrivando tra un anno passerà, io mi sto preparando è questa la novità.

La redazione di #collianiene.org e l’Associazione Vivere a Colli Aniene augurano a tutti i soci, ai lettori e a tutti i cittadini di Colli Aniene e del Tiburtino un felice anno nuovo ricco di soddisfazioni.

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