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gennaio 2018 - Le piogge insistenti di questi giorni
hanno di fatto risolto il problema della crisi idrica ma le
fontanelle di Roma sono rimaste irrimediabilmente chiuse.
Sono sei mesi che “i nasoni” non distribuiscono più
acqua e ironicamente ci chiediamo se siamo in ritardo sulla
loro riapertura o siamo in anticipo sulla prossima emergenza
idrica. Nella capitale di questo strano Stato non c’è
nulla di più definitivo di un provvedimento temporaneo.
È così i celebri “nasoni” della capitale sono
stati mandati in pensione anticipata, dopo oltre un secolo
di funzionamento continuo, senza considerare che
tante persone indigenti sono state messe in difficoltà
per l’accesso negato all’acqua pubblica. Eppure sarebbe bastato
il ripristino di un rubinetto o di un meccanismo a rotella
per evitare sprechi e al tempo stesso lasciare disponibile
l’acqua per tutti.
Ricordiamo poi, che i nasoni rappresentano solo l’uno per
cento dello spreco di acqua a Roma, contro il 50 per
cento delle falle nelle tubature. Ma è più
facile e meno costoso chiudere un rubinetto che riparare i
guasti.
In questa città almeno diecimila persone vivono per
strada per scelta o per necessità. Individui soli ma
anche famiglie, anziani, bambini. Tutte persone che non hanno
la fortuna di vivere con un tetto sulla testa, che sbancano
il lunario quotidianamente e che, soprattutto, hanno come
unica fonte idrica l’acqua erogata dalle fontanelle pubbliche.
Acqua per bere, per refrigerare il corpo, per lavare vestiti,
per cucinare.
Tra i danneggiati da questo provvedimento ci sono poi gli
animali che hanno perso la possibilità di bere quando
ne sentono il bisogno dopo una lunga passeggiata.
Che
cosa sono i nasoni (fonte wikipedia)
Sono
chiamati nasoni le fontanelle pubbliche di Roma che distribuiscono
acqua potabile gratuita. Questo nome prende spunto dal tipico
rubinetto ricurvo di ferro, la cui forma ha richiamato l'idea
di un grande naso. Nel 1874 il Comune realizzò, su
iniziativa del primo sindaco della capitale unitaria, Luigi
Pianciani e dell'assessore Rinazzi, una serie di fontanelle,
per uso pubblico e gratuito, in ghisa, di forma cilindrica,
alte circa 120 cm. e provviste di tre semplici bocchette da
cui l'acqua precipitava direttamente nel condotto fognario,
attraverso una grata sulla base stradale. L'unico decoro era
costituito dalle teste di drago che ospitavano i cannelli
di uscita.
Ben presto le teste di drago scomparvero dai modelli successivi,
e rimase semplicemente un unico tubo metallico ricurvo che
suggerì ai romani il nome di “nasone” con cui ancora
oggi sono conosciute queste fontanelle. Una delle più
antiche è ancora funzionante in piazza della Rotonda
(Pantheon), a un paio di metri dall'omonima grande fontana,
mentre una ricostruzione molto più moderna si trova,
con tutt'e tre le bocchette, in via delle Tre Cannelle, che
ha preso appunto il nome dalla fontana antenata dei nasoni.
Nel tentativo di contenere lo spreco di acqua (che in effetti
tutt'oggi corre liberamente e continuamente), poco dopo il
1980 il Comune modificò molti nasoni con l'applicazione
di un meccanismo (una rotella metallica o un pulsante) su
un cannello di ottone, posto più in alto del cannello
originale, che venne asportato. Il consumo idrico venne in
effetti drasticamente ridotto, ma la caratteristica fontanella
perse così il principale elemento caratterizzante,
e inoltre l'innovazione si rivelò antiestetica e poco
pratica; il Comune rinunciò presto al progetto, ma
complice anche l'opera dei vandali, il danno era ormai fatto.
Nel territorio del comune di Roma i "nasoni" sono
circa 2.500, dei quali 280 all'interno delle mura; a questi
si aggiungono altre 114 fontanelle che distribuiscono gratuitamente
acqua ai romani, ai turisti e agli animali di Roma.