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gennaio 2018 - Probabilmente non tutti sanno che
nella prossima primavera i cittadini romani saranno chiamati
ad esprimersi in merito ad un referendum consultivo su ATAC,
promosso da Radicali Italiani con il titolo “Mobilitiamo Roma”.
Una notizia che non possiamo ignorare perché le motivazioni
per votare da una parte o dall’altra sono tante ed è
giusto, secondo noi, che le persone siano informate per poi
scegliere liberamente per cosa votare. Ci sono in gioco, innanzi
tutto, da una parte il servizio offerto ai cittadini e dall’altra
tanti posti di lavoro che potrebbero essere messi in pericolo.
Tutto questo accompagnato da altri risvolti importanti come
il clientelismo, una gestione amministrativa incontrollata,
mancati investimenti, evasione sui biglietti, etc. Ma, per
ora, fermiamoci al quesito proposto ai cittadini: “VOLETE
VOI CHE, A DECORRERE DAL 3 DICEMBRE 2019, ROMA CAPITALE AFFIDI
TUTTI I SERVIZI RELATIVI AL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE DI SUPERFICIE
E SOTTERRANEO OVVERO SU GOMMA E SU ROTAIA MEDIANTE GARE PUBBLICHE,
ANCHE A UNA PLURALITA` DI GESTORI E GARANTENDO FORME DI CONCORRENZA
COMPARATIVA, NEL RISPETTO DELLA DISCIPLINA VIGENTE A TUTELA
DELLA SALVAGUARDIA E LA RICOLLOCAZIONE DEI LAVORATORI NELLA
FASE DI RISTRUTTURAZIONE DEL SERVIZIO?”
Con il referendum consultivo, da non confondere con quello
abrogativo, i governanti non sono vincolati al parere espresso
dai cittadini: dipende da quale valore attribuiscono alla
consultazione popolare. È stato utilizzato a livello
nazionale una sola volta, nel 1989 per chiedere un parere
riguardo il rafforzamento politico delle istituzioni europee.
Al contrario, questo tipo di referendum è usato spesso
a livello locale: i referendum provinciali e comunali sono
sottoposti però alle normative, più o meno restrittive,
stabilite dalle singole Amministrazioni nei propri Statuti
e nei Regolamenti.
Questo ha permesso al Comune di Roma una mossa a sorpresa
che sembra vanificare del tutto la volontà popolare:
ha prolungato il contratto di servizio con ATAC fino al 2021.
Ricordiamo che l’azienda municipalizzata gestisce il trasporto
pubblico fra mille difficoltà finanziarie e accuse
di fornire un servizio scadentissimo. Il prolungamento del
contratto rende di fatto inutile il referendum consultivo
che si svolgerà in primavera per la messa a gara del
trasporto pubblico. Probabilmente solo un esito plebiscitario
riuscirebbe a far cambiare idea alla sindaca Raggi e ai suoi
collaboratori. Ma sappiamo bene che le ultime consultazioni
referendarie hanno avuto una partecipazione alquanto bassa
e quindi forniscono un alibi a chi governa per fare quello
che credono più opportuno senza interferenze.