18
giugno 2018 - «Buongiorno, vorrei segnalare
lo stato di degrado dell'arteria Palmiro Togliatti. Ho avuto
l'idea l'altro giorno di fare una passeggiata in bicicletta
con mia figlia. Mi son detta: "Facciamo la pista ciclabile
così siamo al sicuro dalle macchine". Nulla di
più pericoloso: detriti di ogni genere, vestiti usati
gettati in terra, immondizia ai lati della pista ciclabile,
erbaccia alta e infestante tanto da non riuscire a passare
con la bicicletta, insomma uno spettacolo indecoroso, un luogo
urbano completamente abbandonato, nonostante si trovi in una
posizione centralissima del nostro quartiere, ricettacolo
di gente senza fissa dimora o rom, che si sentono liberi anche
di fare qui i propri bisogni. E' una vergogna che neppure
i servizi essenziali di pulizia possano essere assicurati
da parte di un municipio di una capitale europea. Cordiali
saluti. Anna F.»
Questo
messaggio arriva in un momento in sui il Servizio Giardini,
da qualche settimana, sta operando su Colli Aniene ed ha già
effettuato lo sfalcio dell’area verde di via Zanardi, dello
spazio posto tra la chiesa e piazzale Loriedo e degli spartitraffici
di viale Franceschini. Anche su viale Togliatti una squadra
di operatori, probabilmente volontari, sta lavorando per rimuovere
erbacce e sterpi che in qualche punto hanno superato i due
metri di altezza. Per
ora i lavori per ridare decoro a quest’area procedono molto
lentamente a causa del lungo tempo di abbandono al degrado
che ha ridotto questo tratto di strada in condizioni inaccettabili.
Cambiano le amministrazioni ma la situazione in questo quartiere
non accenna mai ad un miglioramento. Sterpi e rovi circondano
il parcheggio centrale e lungo il percorso della ciclabile
si trova di tutto facendo in modo che le persone si sentano
autorizzare a gettare qualsiasi cosa perché il degrado
crea altro degrado. Gli stessi cumuli di rifiuti si trovano
lungo il marciapiede sotto i portici dove alcuni commercianti,
poco civili, si sentono autorizzati a lasciare i rifiuti in
terra in attesa che qualcuno li porti via. Del resto, quando
il cattivo esempio lo fornisce per primo chi si dovrebbe occupare
di migliorare la vita dei cittadini, chiunque si sente autorizzato
a disporre del suolo pubblico a suo piacimento. Dare un servizio
al cittadino non significa fare uno sfalcio di erba una volta
all’anno solo quando la situazione delle aree verdi pubbliche
sono al limite del collasso, oppure procedere alla pulizia
delle strade solo quando i cittadini, stanchi di subire, alzano
la voce. Rilasciare un servizio significa programmare gli
interventi necessari alla cura del territorio e migliorare
la qualità di vita dei cittadini. Basterebbe che l’amministrazione
capitolina pretendesse da se stessa la stessa manutenzione
per le aree date in adozione ossia un taglio di erba mensile.
Ma questo, per ora, appare come pura utopia. Per fortuna che
gran parte delle aree verdi di questo quartiere sono curate
direttamente dai cittadini: che cosa accadrebbe se venissero
riconsegnate tutte insieme alla cura del Servizio Giardini?
Per carità, non è neanche una alternativa da
prendere in considerazione perché il nostro territorio
di piccole savane con l’erba ad altezza uomo ne ha già
abbastanza!