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luglio 2018 - Ci sono persone che rimangono nei nostri
cuori anche a distanza di tempo dalla loro scomparsa. Ci sono
persone che non si possono dimenticare per quanto hanno fatto
per la loro comunità. Ci sono persone che riescono
a regalarti un momento felice, strappandoti qualche risata
e tanto buonumore e allegria, facendoti riporre nel cassetto
un po’ di malumore. Tullio era una di queste persone, per
questo vogliamo continuare a ricordarlo come lo conoscevamo
sul palcoscenico e nel quartiere. Due anni fa ci ha lasciato
per sempre ma nella nostra memoria resterà all’infinito
l’immagine di quel sorriso amaro che portava come una maschera
sul palcoscenico e, a volte, fuori di esso. Una brutta malattia
lo ha consumato velocemente ma non è riuscita a cancellare
quell’allegria che lo ha accompagnato nella vita.
Quest’anno abbiamo visto riproporre più volte una sua
commedia riproposta da un’altra compagnia del nostro territorio.
Tullio, se avesse potuto assistere a queste rappresentazioni,
ne sarebbe rimasto lusingato, e avrebbe commentato con una
delle sue spontanee e sagaci battute.
Tullio dei Guitti di Colli Aniene, oltre che attore protagonista,
è stato autore di commedie brillanti, ispirate dai
fatti della vita, che ci hanno fatto riflettere su problemi
sociali e drammi della povertà. Utilizzando l’arte
teatrale riusciva a trasmettere messaggi importanti e seri
attraverso la battuta comica e la risata. La spontaneità
era la sua dote più rilevante che incantava gli spettatori
e li coinvolgeva nelle storie partorite dalla sua prolifica
testa. Ha riportato sul palcoscenico la romanità antica
e mai volgare, in uno stile di vita che aiuta ad affrontare
con ironia e comicità i grandi temi sociali e familiari
dei nostri giorni. Più volte l’ho paragonato a celebri
commediografi e sono certo che i suoi testi, un giorno, saranno
mostrati a platee importanti. Trovava tra la gente l’ispirazione
per i testi delle sue commedie, nei loro discorsi, al mercato,
nei bar, in qualsiasi altro luogo dove Tullio potesse ricavare
spunti e temi di interesse raccogliendoli in situazioni paradossali.
Ciao
Tullio, amico mio, Riposa in pace!
Alcune delle sue opere che ancora ricordiamo con piacere:
“È robba da matti!” - In questo lavoro
l’autore mette in correlazione il livello di inquinamento
urbano e la follia umana giungendo alla tesi paradossale che
il primo sia conseguenza dell’altro. Si tratta logicamente
di una “follia anomala”, che non ha nulla di normale, e sembra
condizionare soprattutto i nostri governanti con i loro provvedimenti
e le tasse demenziali.
“Uno
spicchio di Paradiso” - Due atti all’insegna del
buon umore che portano lo spettatore a riflettere sui danni
che stiamo portando al nostro pianeta in termini di inquinamento
per i quali nemmeno i “marziani” hanno il coraggio di avvicinarsi
a questo pianeta puzzolente. Ambientato in un bar di Piazza
dei Miracoli dove i frequentatori abituali assistono ad un
miracolo di “Giggetto”, chiamatelo come vi pare ma è
sempre Lui, che infonde nuove speranze di sopravvivenza.
"Il
vento della vita" - l'autore mette in evidenza
l'imprevedibilità della vita paragonando il destino
al vento che, a volte, non sempre soffia nella direzione che
vorremmo, sospingendoci in situazioni nelle quali non avremmo
mai immaginato di trovarci. In sintesi...mai dire mai!...
“C’è
scappato er morto!” - La trama è incentrata
sulle vicissitudini familiari di gente semplice e povera che
cerca di sbarcare il lunario in questo grave momento di crisi
economica che sta attraversando il nostro paese, contando
sulla pensione sicura del nonno. Una storia dal finale sorprendente
e paradossale che mette in evidenza l’ormai “vitale” importanza
dei genitori nell’ambito della famiglia. Per dirla in parole
povere, dal dopoguerra in poi, le generazioni sono sempre
state autosufficienti ma oggi non è più così:
se un giovane ha un padre e una madre pensionati INPS è
fortunato, se poi ha pure un nonno e una nonna con la pensione
è Superfortunato!
“Tutti
sul tetto” – E’ stato il cavallo di battaglia di
Tullio. L’autore mette di fronte un padre ed una figlia in
uno scontro generazionale ambientato nei giorni nostri.
"Caro
Babbo Natale..." - Una commedia divertente in
cui la trama, oltre a far sorridere, stimola tanti spunti
di riflessione su temi di attualità.
“Che
fate a Natale?” – l’autore mette in evidenza i primi
sintomi della solitudine inevitabili con l'età che
avanza.
E
per chi vorrà rivedere una sua esibizione potrà
farlo attraverso questo link: “Herp!”.
Chiudiamo
con le parole di Tullio che ogni volta ci ricordava le difficoltà
per chi vuole fare arte nel nostro territorio: “Uno spazio,
un po’ di gente … e per il resto non chiediamo niente!”