Un grande risultato per il nostro territorio: Villa Farinacci
torna alla comunità
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17
luglio 2018 - Domani alle ore 18 si terrà
la cerimonia di apertura al pubblico di Villa Farinacci, in
viale Rousseau 90, all'interno del Parco Petroselli in zona
Casal de' Pazzi. In programma: esposizione interna di opere
di alcuni artisti del territorio, spettacolo musicale ed esibizione
di danze storiche in abito ottocentesco.
Un grande risultato per il nostro territorio e per l’Amministrazione
che lo governa senza dimenticare l’impegno dell’amministrazione
precedente per la sua ristrutturazione e dei cittadini che
hanno lottato affinchè questo bene fosse restituito
alla comunità. La riapertura rappresenta un traguardo
molto significativo, al quale si è arrivati grazie
alla collaborazione di tutti che ha permesso di sbloccare
una situazione complicata. “Tantissima soddisfazione –
dichiara l’assessore alla Cultura del IV Municipio Stefano
Rosati - ed altrettanta consapevolezza che c'è
ancora molto da fare per garantire progetti culturali di qualità
come la Villa merita, ma oggi restituiamo un importantissimo
bene ai cittadini.”
Ora attendiamo che lo stesso impegno venga profuso per un
monumento altrettanto importante come il Casale storico della
Cervelletta in stato di abbandono da oltre due anni.
Il Programma di mercoledì 18 luglio alle 18,00:
Esposizione
opere degli artisti: Giuseppe Ascari ,Turi Sottile, Tina Stati
Esibizione musicale del trio NAM “Note a Margine”
Esibizione di danza teatrale di una rappresentanza di allievi
dell’Associazione AEM Danza in abito ottocentesco
Villa Farinacci
Villa
Farinacci è stata costruita nel periodo compreso tra
il 1941 ed il 1942 su progetto e direzione dei lavori di Lorenzo
Chiaraviglio (Roma 1910 - 1973), professionista e docente
universitario. L’edificio nasce come una villa rurale sita
all’interno dell’attuale Parco Petroselli, nella zona urbanistica
Casal de’ Pazzi nel territorio del Municipio IV di Roma Capitale.
La villa rappresenta uno degli ultimi esempi di ville di linguaggio
razionalista, costruite nel periodo tra la fine degli anni
Trenta ed i primi anni Quaranta: gli elementi architettonici
ed i materiali sono interpretati con il linguaggio razionalista
del ventennio e le tecniche costruttive tradizionali sono
assemblate con tecniche costruttive moderne più evolute.
L’edificio è costituito da una parte basamentale ad
“L” che si sviluppa su due piani escluso il seminterrato,
da cui si erge la torre in cortina di mattoni quasi a sottolinearne
ancor più l’emergenza plastica, che si eleva rispetto
al primo piano di altri tre livelli e culmina nella copertura:
una terrazza aperta sul territorio, delimitata da ampie superfici
vuote ed elementi verticali in mattoni sormontati da trabeazione.
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