30
agosto 2018 - Il parco di Piazzale Loriedo è
di nuovo chiuso e la comunità ha perso, forse irrimediabilmente,
uno dei luoghi più belli e centro di aggregazione del
tiburtino. Di chi è la responsabilità? Gli aspetti
di questa vicenda sono molteplici e gli attori pensano ognuno
di stare dalla parte giusta ma il risultato di questo contenzioso
che si sta discutendo nei tribunali è il danno arrecato
al quartiere e ai territori confinanti. La rigidità
dimostrata dall’amministrazione locale nei confronti del gestore
dell’area a causa di un abuso edilizio, costituito da una
veranda non presente sul progetto originale, ha portato ad
un provvedimento di chiusura del Bar Dolce e Salato.
Con una Determinazione Dirigenziale, è stata revocata
la concessione alla ditta assegnataria e, nonostante questo
provvedimento, il gestore ha sempre onorato gli impegni verso
la Banca pagando le rate del prestito almeno fino al 31 dicembre
2017. Una impresa che svolgeva un’ impeccabile attività
di cura del parco e delle sue fontane dando lavoro a decine
di persone.
Una sanzione amministrativa del tutto legale se fosse applicata
equamente per tutti gli abusi fatti in città invece
basta leggere i giornali per capire che la legge non è
uguale per tutti. Se solo pensiamo alle vicende di tante aree
verdi della capitale, assegnate ad imprenditori senza scrupoli,
di
cui noi contribuenti stiamo ancora pagando le rate di mutuo
non pagate alle banche, allora il conto non torna. I cittadini
giustamente si chiedono perché in quei casi la legge
non è mai arrivata con la sua mannaia? La vicenda di
piazzale Loriedo, paragonata ad abusi peggiori, sembra più
una vendetta politica che un provvedimento che fa giustizia
ma è una tesi assai ardua da sostenere perché
gli accordi scritti tra il gestore e l’amministrazione comunale,
nonché gli altri documenti relativi a questa vicenda,
non vengono resi pubblici. In tutto questo a rimetterci sono
solo i cittadini che si ritrovano con una crescente savana
al posto di un bellissimo e curatissimo parco.
A
seguito della constatazione dell’abuso, le Autorità
hanno disposto il sequestro affidando le aree al custode giudiziario.
Attualmente è pendente il ricorso presso il Consiglio
di Stato per questo non sarebbe possibile indire il bando
per l’affidamento di una nuova concessione. Ma se l’iter giudiziario
non è terminato perché è stata applicato
rigidamente un provvedimento che poteva essere procrastinato
e che ora rischia, in caso di vittoria del gestore, di dover
corrispondere all’imprenditore un lauto risarcimento da parte
del Comune di Roma con il denaro della comunità?
A settembre dello scorso anno abbiamo avviato una petizione
che chiedeva la riapertura al pubblico del Parco di piazzale
Loriedo, per la quale abbiamo avuto un importante riscontro
dal territorio, e abbiamo
consegnato al Municipio 1200 firme dei cittadini (protocollo
CE/84560 del 5/9/2017). La risposta istituzionale si era avuta
con la riapertura dell’area ma ora, come una infida casella
del gioco dell’oca, siamo tornati al punto di partenza. Ma
i cittadini non demordono e una nuova
petizione, lanciata solo on line, ha già raccolto
quasi mille firme nei soli due mesi estivi.
Presto vi daremo notizia dell’avvio della raccolta cartacea,
che durerà solo pochi giorni promossa dalle associazioni
Vivere a Colli Aniene e Roma Civitas Opus e sostenuta anche
da altre associazioni. Nel frattempo chiederemo audizione
alla Commissione Ambiente di Roma Capitale argomentando
le nostre richieste di riapertura del parco, assunto a simbolo
del territorio perfino dal sito del IV Municipio. Chissà
se la Presidente del IV Municipio Roberta Della Casa, almeno
per una volta, si schiererà dalla parte dei cittadini?
FIRMA,
FIRMA, FIRMA LA PETIZIONE PER PIAZZALE LORIEDO
Antonio Barcella
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