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settembre 2018 - Il volteggiare di un elicottero
sul tiburtino e tante sirene delle automobili in dotazione
alle forze dell’ordine hanno subito fatto intuire che si stava
procedendo all’ennesimo sgombero. Era un fatto annunciato
già da ieri da alcuni quotidiani e confermato dal tam
tam dei social network. Si tratta della palazzina occupata
di via Raffaele Costi a Tor Cervara già oggetto di
sgomberi precedenti e più volte rioccupata. Un luogo
di degrado del tiburtino circondato da un’immensa discarica
che, nel passato, ha prodotto roghi tossici.
Quale sarà il risultato di questa ennesima operazione
di bonifica? Facile prevedere che nel giro di qualche settimana
la palazzina sarà di nuovo occupata da persone senza
alloggio e da atri disperati. Una storia che si ripete nel
tempo. Gli sgomberi forzati senza l’individuazione di una
alternativa sono destinati al fallimento. Denaro della comunità
gettato dalla finestra mentre sarebbe stato possibile usarlo
in maniera differente per una città che ha tante altre
necessità. Ma esiste un’altra strada alla soluzione
del problema? Secondo me è possibile individuare una
sistema alternativo partendo dalla responsabilità dei
proprietari di questi stabili che, dopo le speculazioni e
gli affarismi iniziali e lo sfruttamento delle strutture,
abbandonano questi immobili senza preoccuparsi di quello che
accade e del degrado che può portare la loro azione.
Un esempio lampante è la fabbrica di penicillina di
via Tiburtina a San Basilio, il mostro ecologico del nostro
territorio. Dopo anni di produzione e guadagni da parte dell’azienda
proprietaria fu abbandonata al suo destino ed è divenuta
nel tempo una vera bomba sociale che ospita centinaia di disperati.
Subito dopo l’operazione di oggi si procederà anche
allo sgombero di questa fabbrica. Si accettano scommesse sulla
nuova occupazione.
Antonio Barcella
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