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settembre 2018 - Un incontro impegnativo: “ La
mal’aria di Roma: Angelo Celli e Anna Fraentzel ”. Un
tema ostico, personaggi che la “memoria corta ” della
società non ricorda. Ma i relatori hanno saputo affascinare
e coinvolgere un pubblico numeroso e attento. È successo
alla biblioteca Vaccheria Nardi, venerdì 21 settembre.
Due ore fitte di informazioni e racconti; nella bella sala
della biblioteca dominava lo striscione della associazione
“Uniti per la Cervelletta ” che tanto si sta spendendo per
la salvaguardia, il recupero e l’utilizzo sociale del Casale
della Cervelletta, il più importante bene storico e
culturale del IV Municipio. Dopo tre incontri svolti tra maggio
e luglio durante i quali architetti, ingegneri, docenti universitari
hanno raccontato la storia costruttiva del Casale e i possibili
progetti di restauro, i successivi incontri in programma promossi
dall’ associazione presenteranno le vicende e i personaggi
che hanno attraversato il Casale e che lo rendono patrimonio
della storia e della cultura della città di Roma. Come
ricordato dai relatori, alla fine dell’’800 l’Agro romano
era una palude desolata, devastata dalla malaria: una malattia
tra le più terribili che ancora oggi interessa milioni
di persone nel mondo (216 milioni di ammalati e 45. 000 morti).
Il dott. Francesco Silvestrini, ricercatore dell’Istituto
Superiore della Sanità, ha affrontato il tema della
storia della malaria, ne ha spiegato la patologia e i meccanismi
di contagio con un ben congegnato excursus attraverso i secoli.
Con l’ausilio di slides (carta della malaria del 1882, tabelle
statistiche, ecc. ) ha raccontato la drammatica realtà
che fino all’inizio del ‘900 coinvolgeva l’Italia e in particolare
alcune regioni. Ben evidenziata la grave diffusione della
malattia nella fascia tirrenica del Lazio, Toscana e Campania.
Egli
ha inoltre illustrato le figure di importanti scienziati (Grassi,
Marchiafava, Bignami e altri) che hanno contribuito significativamente
con la loro ricerca e sperimentazione sulla malaria ed in
particolare di Angelo Celli (professore di igiene, malariologo,
sociologo, parlamentare) che proprio al Casale della Cervelletta
installò la prima stazione sperimentale contro la malaria.
Questi contribuì significativamente a sconfiggere la
malaria sia attraverso la somministrazione preventiva di chinino
che praticò egli stesso con l’aiuto della sua compagna
Anna Fraentzel, ma anche con la proposta di introdurre il
chinino di Stato, che divenne legge nel 1895. Il dott. Silvestrini
ha percorso la storia dell’Istituto Superiore di Sanità
dalla sua nascita (1934) della sua evoluzione e della realtà
attuale ed ha invitato a visitarne il museo recentemente riorganizzato
in termini multimediali. In seguito, l’intervento del prof.
Marcello Teodonio, docente di Letteratura presso l’Università
di Tor Vergata, ha trascinato l’emozione del pubblico con
il racconto sulle misere condizioni dei pochi abitanti dell’Agro
romano, sullo sfruttamento dei bifolchi, dei monelli, dei
guitti che andavano a lavorare nelle malsane campagne di Roma.
Abbellendo la propria narrazione con poesie del Belli, passi
di G. Verga e la lettura di un testo del Celli , il prof.
Teodonio ha raccontato come la malaria fiaccava la vita, il
lavoro, l’agricoltura, l’economia di una Roma troppo feudale
e papalina anche ben dopo l’Unità d’Italia. Ha descritto
la figura di Angelo Celli “il più insigne degli igienisti”
del XIX secolo che fu anche e soprattutto uomo che seppe unire
in maniera esemplare il rigore scientifico con l’impegno umano,
civile e democratico. Angelo Celli, professore d’igiene all’Università
di Roma fu deputato al Parlamento del Regno (1892 –1913) esercitò
il suo mandato politico per difendere i diritti delle classi
popolari, proponendo e battendosi per fare approvare una serie
di leggi a carattere sociale riguardanti le condizioni di
lavoro delle donne e dei fanciulli, le casse di maternità,
gli infortuni sul lavoro, le pensioni dei maestri e dei medici
condotti, la lotta alla malaria. Entrambi i relatori hanno
sottolineato come un intervento sanitario, per produrre effetti
positivi, deve usufruire di adeguate campagne culturali e
ambientali.
Non
meno suggestiva la storia di Anna Fraentzel della quale ricorre
il 28 settembre il 60° anniversario della morte. Donna
con la passione per la medicina, fu per necessità infermiera
e trasferitasi a Roma dedicò la sua vita alla lotta
contro la malaria, assistendo il prof Celli (che sposerà)
nella cura degli ammalati al Casale della Cervelletta e nell’Agro
romano. La sua personalità fu caratterizzata da una
visione ampia ed anticipatrice dei problemi sociali ed economici,
partecipe di azioni concrete a favore della condizione della
donna (associazione di mutuo soccorso femminile, cucina sociale,
assistenza sanitaria gratuita). Dopo aver avviato una scuola
per i figli dei guitti alla Cervelletta, propose all'Unione
femminile l'istituzione di scuole estive e serali nell'Agro
romano per garantire l’alfabetizzazione della popolazione
contadina. Nacquero così le scuole contadine di cui
fu presidente per moltissimi anni e che vide la collaborazione
di importanti intellettuali (Aleramo, Gambellotti, Cena, ecc.).
Per il suo impegno nell’ istruzione e formazione delle infermiere
istituì e diresse una scuola per infermieri a Roma.
Il saluto finale del rappresentante di Uniti per la Cervelletta
rende bene lo spirito di questo bel seminario: “Nei nostri
quartieri ci si vive, ci si lavora per anni; poi all’improvviso
si scoprono storie e personaggi straordinari che hanno camminato
i tuoi stessi passi e per le stesse strade. Ed è allora
che il quartiere , il territorio, gli spazi verdi diventano
più importanti, più belli. Non solo: senti che
la periferia ridiventa Roma , che la storia e la cultura che
hanno fatto grande e bella questa città è sotto
casa tua.”
Antonio
Barcella
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