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dicembre 2018 - È un atto annunciato da giorni
e conseguente alle ruspe che hanno già effettuato la
bonifica. Era necessario? La domanda ha una
sola risposta: il degrado e le attività illecite che
accompagnavano l’occupazione abusiva dell’edificio non potevano
essere tollerate; Roma non ha bisogno di queste bidonville
create da una falsa politica dell’accoglienza. Accogliere
significa dare un possibilità di vita agli esseri umani
che entrano nei tuoi confini e mantenere al tempo stesso la
sicurezza dei tuoi cittadini. La seconda domanda che tutti
ci poniamo: sarà un provvedimento efficace
e risolutivo? Su questo nutriamo tanti dubbi e ve
ne spieghiamo i motivi. Lo sgombero è arrivato oggi
dopo tanti annunci, pochi interventi sociali che hanno riguardato
una trentina di persone in condizioni di fragilità,
e ha dato il tempo agli altri occupanti di spostarsi in altri
edifici abbandonati del territorio. Se andiamo ad analizzare
la situazione, molte di queste persone erano gli stessi occupanti
di via Scorticabove, della Stazione Tiburtina e della palazzina
di via Raffaele Costi che migrano da un edificio all’altro
della nostra periferia portando con loro il carico di degrado
e di disperazione che li accompagna. Non è stata predisposta
nessuna soluzione abitativa per evitare nuove occupazioni
e quindi passerà poco tempo prima che sia speso altro
denaro pubblico per un nuovo sgombero in un luogo diverso
ma con gli stessi occupanti. Del resto, se dei 18 milioni
di euro di fondi stanziati dal Governo per la periferia di
Roma Capitale ben 13 di questi vengono spesi per ristrutturare
una palazzina ad Ostia, ad uso e consumo istituzionale, ne
rimangono ben pochi per togliere un po’ di degrado a questo
territorio. Non bastano le briciole per risistemare il tiburtino.
Oltretutto non basterà certamente un ordinanza della
sindaca che intima alla proprietà determinate prescrizioni
per evitare una nuova occupazione. Siamo convinti che solo
l’abbattimento dell’edificio della ex fabbrica di penicillina
e la riconversione dell’area possa rimuovere tutte le brutture
che l’hanno accompagnata fino ad oggi ed evitarne altre per
il futuro.
Intanto
la polizia locale di Roma Capitale ha emesso un comunicato
in merito alla chiusura del transito veicolare di oggi sulla
tiburtina.
Il
Comando della Polizia Locale di Roma Capitale ha predisposto
misure finalizzate al potenziamento dei servizi di viabilità
nelle località maggiormente interessate dalle possibili
ripercussioni traffico, derivanti dalle chiusure che si renderanno
necessarie per motivi di ordine pubblico dalle ore 8.00 di
oggi in via Tiburtina.
In particolare le limitazioni al traffico riguarderanno il
tratto di via Tiburtina da via Casal De' Pazzi, carreggiata
direzione GRA.
La Polizia Locale adotterà tutti i provvedimenti necessari
al fine di ridurre il più possibile l’impatto sulla
mobilità cittadina, che interesseranno i territori
dei municipi II, III, IV e V.
Dalle ore 08.00 del 10 dicembre 2018 e fino a cessate esigenze
per motivi di ordine pubblico interdizione totale al transito
veicolare della carreggiata direzione Grande Raccordo Anulare
di Via Tiburtina, nel tratto compreso tra il civico 1020 (altezza
rampa stabilimento Vitrociset) e Via del Casale di S. Basilio,
e interdizione al transito veicolare in Via Elena Brandizzi
Gianni.
Si consiglia come percorsi alternativi:
1-Via Furio Cicogna o Via di Casal Dei Pazzi-Viale Kant-Via
Nomentana-Via del Casale di San Basilio
2-Viale Palmiro Togliatti-Tratto Urbano della A24-Via di Tor
Cervara