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dicembre 2018 - Davanti ad una platea completamente
gremita nel teatro della scuola Italo Calvino di Colli Aniene
(I.C. Tullio De Mauro), si è svolto ieri il seminario
“Per una scuola inclusiva: in sinergia contro bullismo
e cyberbullismo” promosso dalla Rete territoriale di
Ambito 2 – Roma, Municipi II e IV, in collaborazione con USR
per il Lazio. Hanno partecipato all’evento le scuole: Liceo
“Croce-Aleramo”, LiceoArtistico “Enzo Rossi”, I.C. “Giorgio
Perlasca”, I.C. “Angelica Balabanoff”, I.C.“Alberto Sordi”.
Ha aperto i lavori la Dr.ssa Marilisa Mancino, Dirigente Scolastico
dell’I.C. Tullio De Mauro, sono poi seguiti gli interventi
dei relatori Dr. Riccardo Lancellotti e prof.ssa Anita De
Giusti, referenti regionali e provinciali USR Lazio per il
contrasto al bullismo e al cyber bullismo, e del Maresciallo
Cinagli del Commissariato di Polizia di San Basilio.
La partecipazione al dibattito da parte del pubblico ha dimostrato
come questo fenomeno sociale, in forte espansione, sia avvertito
in maniera preoccupante da insegnanti e famiglie che hanno
un solo modo per risolverlo: collaborare tra loro. Il bullismo
è un insieme di comportamenti verbali, fisici e psicologici
reiterati nel tempo, posti in essere da un individuo, o da
un gruppo di individui, nei confronti di soggetti più
deboli. La vittima, di solito, ha livelli bassi di autostima,
ha un’opinione negativa di sé e della propria situazione
e, di solito, non ha in classe un buon amico che la difenda.
È scelta per ultima nei giochi di squadra e, durante
la ricreazione, tende a stare vicino all’insegnante o ad un
altro adulto.
Il bullismo sta devastando la serenità di tante famiglie
e questo fenomeno spostato sulla rete web o telefonica risulta
ancora più incontrollato e per questo ancora più
temibile. Oggi il 34% del bullismo è online, in chat
e sui social network, quest'ultimo viene definito cyberbullismo.
Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet
è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare
mail contenenti materiale offensivo, o immagini di minori,
può costituire un danno psicologico e spesso i ragazzi
non si rendono conto di compiere un reato. Come nel bullismo
tradizionale, però, il prevaricatore vuole prendere
di mira chi è ritenuto "diverso", solitamente
per aspetto estetico, timidezza, orientamento sessuale o politico,
abbigliamento ritenuto non convenzionale e così via.
Gli esiti di tali molestie sono, com'è possibile immaginarsi
a fronte di tale stigma, l'erosione di qualsivoglia volontà
di aggregazione e il conseguente isolamento, implicando esso
a sua volta danni psicologici non indifferenti, come la depressione
o, nei casi peggiori, ideazioni e intenzioni suicide. Spesso
i molestatori, soprattutto se giovani, non si rendono effettivamente
conto di quanto ciò possa nuocere all'altrui persona.
Come difendersi dal cyberbullismo?
Recenti ricerche mostrano che più la vittima è
di giovane età, e maggiormente sarà in difficoltà
nel reagire agli attacchi da parte dei cyberbulli. Inoltre,
maggiori sono i contesti in cui questi episodi accadono (contesto
reale e contesto virtuale), maggiore sarà il rischio
di suicidio da parte dei ragazzi. E’ allora necessario e fondamentale
lavorare in un contesto di prevenzione, in modo che bambini
e adolescenti sappiano reagire adeguatamente contribuendo
a troncare sul nascere episodi di cyberbullismo. Qui la sinergia
tra scuola e genitori può fare un grande lavoro di
supporto ai ragazzi. E’ importante non solo che i ragazzi
vengano seguiti e sostenuti dai loro adulti di riferimento
ma che proprio gli adulti per primi mettano in atto comportamenti
responsabili che aiutino i minori ad auto-tutelarsi.