La Torre medievale della Cervelletta è a rischio
crollo! |
21
dicembre 2018 - La situazione del Casale seicentesco
della Cervelletta, ampiamente documentata da autorevoli e
in parte recenti studi effettuati da due Facoltà di
Architettura delle Università di Roma 1 e Roma 3, è
drammatica. Lo stato attuale è di completo abbandono
dei fabbricati che non sono mai stati oggetto di un opportuno
restauro né di una adeguata manutenzione ordinaria
da parte del proprietario attuale ossia il Comune di Roma.
Oggi il casale è chiuso per motivi di sicurezza. Alcune
parti del complesso, rimaste senza tetto da molti anni, sono
in uno stato ancora più grave con crolli che interessano
anche parti dei solai rimasti scoperti. Ma in questo scenario
deprimente, in cui i beni storici e culturali appartenenti
alla comunità anziché essere tutelati vengono
lasciati ad un destino di incuria e di trascuratezza, quello
che preoccupa di più è lo stato della torre
medievale. Dopo otto secoli dalla sua edificazione rischia
seriamente danni irreparabili. La costruzione risale al 1200
e come tante altre della campagna romana svolgeva funzioni
di vedetta, di controllo del territorio, di avvistamento e
di segnalazione. La torre della Cervelletta è tra le
poche ancora in piedi ed è tra le più belle
e interessanti della capitale per questo motivo andrebbe conservata
e tutelata per testimoniare un passato che non c’è
più. Ora è in grave pericolo e rischia di rovinare
a terra trascinando con sé il casale adiacente. Da
alcuni anni presenta lesioni verticali su almeno due dei suoi
quattro fianchi e da tempo le associazioni territoriali ne
chiedono la messa in sicurezza della struttura tramite la
cerchiatura. L’operazione di cerchiatura nel campo edilizio
è l’applicazione di una legatura intorno ad un oggetto,
con l’obiettivo di limitarne o impedirne le deformazioni laterali
e l’innesco della rottura. L’applicazione di cerchiature è
utilizzata sia per confinare singoli elementi strutturali
sia interi edifici o parti di essi. Purtroppo questo tipo
di operazione non è sufficiente da sola a risolvere
tutti i problemi della torre. Le mura e la merlatura guelfa
del manufatto sono invasi dalla vegetazione infestante, cresciuta
nel corso del tempo fra le pietre. Le dimensioni delle piante
e le loro radici disgreganti rappresentano un pericolo ulteriore
alle lesioni verticali. Ma il vero allarme rosso si evidenzia
dalle immagini rilevate da un drone sulla parte superiore
della torre. Per la vetustà, per le piogge e i forti
venti che hanno interessato la città, negli ultimi
tempi alcune guaine bituminose poste a copertura si sono sollevate
e ripiegate su sé stesse lasciando così scoperti
i solai lignei. Facile prevedere che attraverso questo varco,
aperto alle piogge invernali, si produrranno nuovi danni,
con possibili crolli delle travature e dei piani in legno,
che indeboliranno ulteriormente tutta la struttura.
Le associazioni territoriali lanciano un appello alle istituzioni
per un intervento immediato. Ci sarà una risposta?
Il movimento generale di interesse popolare e politico intorno
al “Colosseo di Roma Est” lascia qualche
speranza… ma resta poco tempo per fare qualcosa.
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