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dicembre 2018 - “Meglio tardi che mai!”.
Probabilmente non solo a me verrà spontaneo di commentare
in questo modo la notizia relativa al progetto del Comune
di Roma di ridurre alla fonte il carico di rifiuti sull’ambiente,
cosa che noi andiamo sostenendo da anni. In fondo è
il classico “uovo di Colombo”, la soluzione più semplice
e attuabile, che questa amministrazione avrebbe ideato certamente
prima se avesse parlato di più con i cittadini e i
consumatori. Del resto il problema dei rifiuti non nasce oggi
e perfino nell’antica Roma lo smaltimento degli scarti prodotti
dalla popolazione era gestito con la massima severità.
Intorno al 90 a.c. il pretore L. Sentius emise un editto che
vietava di bruciare i cadaveri e depositare immondizie all’interno
del confine della città.
Tornando ai giorni d’oggi, meno imballaggi per acquisti e
consumi più sostenibili sembrerebbe la soluzione ideale
di un problema complesso. Con questo obiettivo la Giunta capitolina
ha approvato una memoria che favorisce modalità di
acquisto più "smart", in grado di contribuire
a ridurre la produzione di rifiuti. Idea di fondo: bottiglie,
barattoli, sacchetti, scatole e altri imballaggi di vetro,
plastica, carta e alluminio vanno ridotti, grazie a un approccio
responsabile all’acquisto e al consumo, in linea con le finalità
del “piano materiali post-consumo” adottato da Roma Capitale
a marzo 2017.
“Vogliamo promuovere sinergie tra Amministrazione, cittadini
ed operatori economici per favorire pratiche sostenibili”,
spiega l’assessora alla Sostenibilità Ambientale
Pinuccia Montanari. “Si tratta di un percorso progettuale
finalizzato alla promozione di modalità di acquisto
e consumo che contribuiscano alla riduzione del volume dei
rifiuti complessivamente prodotto nella città di Roma,
valorizzando gli operatori che decideranno di partecipare
con iniziative a favore della sostenibilità ambientale.
Promuovere l’acqua del rubinetto, oppure incentivare l’uso
di prodotti alla spina o il vuoto a rendere sono solo alcune
delle misure che intendiamo sostenere e incentivare per sviluppare
un’economia fondata sul riciclo eco-efficiente e il recupero
di materia. C’è anche la riparazione e il riuso di
beni durevoli, nonché la promozione del mercato dell’usato.
Tutte iniziative in linea anche con le istituzioni dell’Unione
Europea che hanno da poco raggiunto l'accordo per restringere
la commercializzazione e l'uso di oggetti monouso in plastica”.
“Il progresso può e deve andare di pari passo con
il rispetto per l’ecosistema,- dichiara Carlo Cafarotti,
assessore allo Sviluppo Economico, al Turismo e al Lavoro
di Roma Capitale - anche in termini di riciclo dei materiali
post-consumo, per attuare quel cambiamento di cui il pianeta
ha bisogno. I nostri commercianti sono tra i protagonisti
di questa svolta: come per quanti collaborano alla riduzione
degli sprechi alimentari, abbiamo previsto agevolazioni sulla
TARI anche per chi si farà parte attiva nella prevenzione
della produzione di rifiuti. Prezioso sarà anche il
contributo della GDO (acronimo di “grande distribuzione organizzata”,
n.d.r.), che andrà ‘motivata’ in questa direzione,
con ritorni tangibili”.
Ora non ci resta che sperare che i tempi di attuazione di
questo progetto non siano troppo lenti… il pianeta
non aspetta!