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gennaio 2019 - Il 3 gennaio scorso è stata
pubblicata la bozza del modello 730/2019, corredata di relative
istruzioni. Fra le novità di quest’anno è stato
inserito il bonus giardini, previsto dalla passata legge di
Bilancio per la sistemazione delle aree verdi private e condominiali.
Per le spese sostenute nell’anno 2018 spetta una detrazione
dall’imposta lorda per un importo pari al 36% delle spese
documentate di ammontare complessivo non superiore a 5.000
euro per unità immobiliare ad uso abitativo.
Si possono portare in detrazione nel modello 730 2019, le
seguenti spese:
- “sistemazione a verde” di aree scoperte private di edifici
esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni,
impianti di irrigazione e realizzazione pozzi;
- Realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili.
Compresa nelle spese anche i costi sostenuti per la progettazione
e manutenzione per la realizzazione degli interventi. La detrazione
spetta anche sugli interventi effettuati sulle parti comuni
esterne agli edifici condominiali, sempre fino ad un importo
massimo di euro 5.000 per immobili adibiti ad uso abitativo.
Nel caso dei condomini, la detrazione spetta ad ogni singolo
condomino, nel limite della quota versata nei termini della
presentazione della dichiarazione dei redditi.
Questo è il classico esempio di come una buona legge
per l’ambiente venga varata in maniera lacunosa e incomprensibile
per via dell’applicazione alle sole aree verdi private e condominiali.
Tutta la cura del territorio di cui i cittadini si prendono
carico volontariamente, solo a Colli Aniene circa l’80 % del
verde pubblico è accudito direttamente dai cittadini,
viene completamente ignorato a dispetto di tutte le assicurazioni
dei vari assessori all’ambiente che si sono succeduti al Campidoglio.
Ma del resto gli impegni presi dalla pubblica amministrazione
si sono spesso rivelati come le “promesse di Pulcinella”.
Potrei stilare un lungo elenco ma sarebbe solo tempo sprecato.
Sostituirsi in maniera volontaria ai mancati servizi del Campidoglio
non premia i cittadini e, tutti gli sforzi per avere una periferia
di questa città un po’ meno brutta, vengono vanificati
da queste disposizioni incomprensibili che vanno a vantaggio
del privato ignorando tutto ciò che è pubblico.
Intanto i residenti di questo territorio stanno abbandonando
le associazioni che si occupano della cura del verde pubblico,
costringendole a limitare gli interventi fino a che, necessariamente,
dovranno chiudere i battenti e restituire le aree in adozione
al Comune di Roma. Se si continua a procedere in questo modo
è facile ipotizzare l’arrivo di “nuove savane” al posto
del verde pubblico curato.
E se tutto questo fosse fatto a proposito per sottrarre ai
cittadini la cura del proprio territorio? Del resto quello
che è stato fatto con l’area verde pubblica di piazzale
Loriedo è esattamente il contrario di quello che volevano
gli abitanti di questo quartiere.