Storia del territorio - Rinnovamenti economici, culturali
e sociali all’ombra della Cervelletta |
23
gennaio 2019 - L’incontro mensile che il coordinamento
Uniti per la Cervelletta organizza dallo scorso maggio in
collaborazione con “Bibliotu”, (le Biblioteche di Roma) hanno
il pregio di spaziare nel tempo e su temi diversi; ma, sempre,
legando l’interesse dei tanti cittadini alla storia e alla
cultura del Casale della Cervelletta, quel meraviglioso casale
turrito diventato ormai vessillo della battaglia culturale
dei cittadini del IV e del V Municipio di Roma.
Venerdì 18 gennaio si è avviato il ciclo di
incontri per il 2019 (si concluderà a luglio) affrontando
il tema delle importanti trasformazioni che si realizzarono
nelle feudali tenute della Cervelletta, della Rustica (entrambi
della famiglia Borghese) e della Sapienza.” In questi territori
tra il 1890 e il 1920 si realizzarono importanti rinnovamenti
economici, culturali, sociali” - ha detto Giovanni Fornaciari
– introducendo e presentando gli ospiti della serata. Il rinnovamento
che si realizzò all’alba del novecento, trovava origine
nella bonifica dell’agro romano, nell’ alfabetizzazione dei
contadini, nella sconfitta della malaria e nella trasformazione
dei modelli produttivi dell’agricoltura e dell’allevamento.
Le rivendicazioni sociali, seppure diversificate, fu l’enzima
di quel progresso riassunto nel titolo della serata: chiesa,
case, scuola.
“Alla Cervelletta, il cappellano è costretto a
celebrare la messa sotto una tettoia presso il casale o nella
nuova vaccheria o all’aria aperta. Ma in tali condizioni la
popolazione abbastanza numerosa mormora e il danno non è
poco poiché mancando la comodità nessuno più
si confessa né fa la S. Comunione”. E’ la protesta
che padre Candido Ferruccio rivolge ai superiori della chiesa
nel 1910 e che troverà ascolto presso il Papa Pio X
e presso i Salvati proprietari della tenuta . Tra il 1911
e il 1912, su terreno donato dai Salviati , con fondi e benedizione
del Papa sorge la prima chiesa in Agro Romano. Così
nacque la parrocchia della Immacolata Concezione a Cervelletta,
con una giurisdizione di 50 Km quadrati, accogliendo per almeno
un ventennio i “fedeli di Ponte Mammolo, Torre Ponticello,
Tor Cervara, Bocca di Leone, Tor Sapienza , Benzone, Rustica,
Cervelletta e Salone vecchio” che vi giungevano con la ferrovia
Roma Sulmona. La relazione sulla storia della piccola e quasi
sconosciuta chiesa, piacevole eccezione nel panorama di edifici
e capannoni del territorio, è stata accompagnata dalle
slides tratte dal lavoro di C. Calci e A. Rossilli (“La chiesa
dell’Immacolata alla Cervelletta e l’opera pittorica di G.B.
Conti”) mettendo in risalto la pregevole fattura architettonica
e le originali decorazioni interne del giovane pittore Conti.
Era dunque assicurato Il conforto religioso ancora fermo agli
schemi paternalistico–caritativi del clero. Restavano insoluti
i problemi più propriamente sociali dei contadini,
anzitutto le case e i servizi. Su
questo tema si è brillantemente cimentata Rita Mattei
illustrando la nascita della borgata di Tor Sapienza e intrecciandola
con la vita del suo artefice Michele Testa, profondo osservatore
della realtà, spirito innovatore, di grande rigore
morale e sociale. Geometra, dopo sposato, riesce ad entrare
nelle Ferrovie, interessandosi alle dure condizioni di lavoro
dei ferrovieri (turni di 12 ore al giorno!) diventandone delegato
sindacale. Per permettere ai figli di studiare chiede l’avvicinamento
a Roma, ma gli viene affidata la stazione di Tor Cervara,
zona malarica ed è proprio qui che si interessa alla
redenzione dell’Agro Romano. Dal 1918 al 1921 Testa lavora
per la bonifica del territorio e per formare una cooperativa
di abitazioni che viene chiamata “Cooperativa Tor Sapienza
per la redenzione dell’Agro Romano”: è composta da
25 soci, ognuno dei quali ha in gestione un pezzo di terra
su cui in seguito viene costruita una casa rurale. La borgata
di Tor Sapienza viene inaugurata il 20 Maggio 1923. Testa
rifiuta e contrasta qualsiasi tipo di speculazione su questi
terreni, lottando per un quartiere a misura d’uomo, richiedendo
un secondo mutuo per la realizzazione di un cimitero, un teatro,
un campo sportivo, un sistema fognario, la rete idrica, la
rete elettrica e tutti i servizi essenziali. Ma siamo già
nel fascismo e il regime, per accaparrarsi case e terreni,
per speculare, per intitolarsi lo sviluppo di quel territorio
non può tollerare la figura di Michele Testa che viene
perseguitato e più volte aggredito dalle squadracce
fasciste. Nel Settembre del 1923 viene estromesso dall’impiego
di ferroviere, costretto a dimettersi dal ruolo di presidente
della cooperativa e da questa espulso per aver chiesto la
revisione dei conti (soldi destinati ai servizi e invece utilizzati
per costruire la caserma dei carabinieri), infine mandato
al confino. I lotti di proprietà della cooperativa
vengono ripartiti tra i seguaci del fascismo; si costruisce
intorno all’Acquedotto Vergine con permessi provvisori. La
zona di Tor Sapienza perde via via il carattere agricolo e
di comunità.
Il 22 maggio 1944 Tor Sapienza viene occupata dalla milizia
tedesca e utilizzata come deposito di munizioni, la famiglia
di Michele Testa viene aggredita e i suoi libri bruciati;
nel giugno del 1944 il deposito di munizioni viene fatto brillare
dai tedeschi in ritirata: crolla completamente la torre. Michele
Testa muore a Tor Sapienza il 24 settembre del 1944 assistito
da tutto il quartiere. La borgata è cresciuta e già
nel ’24 contava 200 residenti, con una sessantina di bambini
in età scolare. Si pone il problema della scuola la
cui storia complicata viene raccontata, con tenerezza, da
Fiorella Tolazzi, già maestra alla scuola Gesmundo.
Promotore della prima scuola rurale fu tenacemente caldeggiata
dal direttore didattico prof. Ermanno Leoni che ne fa richiesta
nel settembre del 1924: “… gli alunni che intendono frequentare
la scuola debbono percorrere a piedi 2 chilometri di pessima
strada di campagna, per raggiungere La Rustica, località
vicina dove esiste un'unica sezione di Scuola diurna, gestita
dall’associazione culturale Ente Scuole per i Contadini dell’Agro
Romano e delle Paludi Pontine”. E’ l’incipit della scuola
elementare che tuttavia nel novembre 1924 viene collocata
in due locali di un villino di proprietà di Guido Proietti-Rossetti:
con un’unica aula, doppi turni o a giorni alterni. La borgata
cresce e l’iscrizione dei bambini sale a 103 e così
viene concessa in affitto una seconda aula. Si passa nell'anno
scolastico 1925-1926 a 121 alunni e nel successivo anno a
141 iscrizioni. Le due aule, scriveva il direttore Leoni “erano
insufficientissime”. Per risolvere la drammatica situazione
giunge l’offerta di un terreno di proprietà del signor
Americo Proia, Presidente della Cooperativa Tor Sapienza C.T.S.
Inizialmente l’offerta viene caldeggiata e accolta dal Governatorato,
ma ecco che Michele Testa (emarginato dalla cooperativa ma
sempre vigile sulla realtà della borgata) denuncia
il tentativo di speculazione sull’affitto : “Tanto perché
non si faccia scempio del pubblico denaro e della fiducia
mal riposta, dall' E.V. e del Rettore del ramo in funzionari
compiacenti”. L’Amministrazione riconosce la validità
della denuncia, revoca l’affitto e diffida il proprietario.
Nel 1927 si registrano 186 iscrizioni e la scuola elementare
rurale di Tor Sapienza continua ad utilizzare tre angusti
locali. Protesta il direttore didattico Leoni : “Non corridoi
sufficienti, non posti adeguati di latrine, non accessori
di ripostiglio, di biblioteca, di Direzione, di vestizione,
di guardia profilattica e medica, nulla. Si soffoca con orari
alternati e ridotti.” La situazione diventa insostenibile
e nell’anno scolastico 1928-1929 la popolazione scolastica
raggiunge il significativo numero di 244 iscrizioni. Una soluzione
improvvisa è l’offerta di vendita o affitto del villino
del signor Giuseppe Perini con una lunga e complicata trattativa
con il Governatorato. Il Perini subirà gravissimi danni
economici da questa vertenza e l'assillante problema dei locali
scolastici nella borgata troverà definitiva soluzione
nel novembre del 1938, con l'inaugurazione e la benedizione
delle aule scolastiche. Finalmente alunni, insegnanti e Direttori
didattici della scuola elementare e della scuola di avviamento
al lavoro agrario avranno, dopo tante «angustie»,
troveranno dignitosa accoglienza in quell'edificio considerato
da tutti «la Perla dell'Agro Romano».
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