28
gennaio 2019 - Prosegue la nostra panoramica su quei
progetti di Colli Aniene che a nostro parere rientrano nel
campo degli sprechi o della cattiva gestione.
Rifacimento
campi da bocce nel parco Baden Powell – Nel 2012
ben 30.000 € di denaro pubblico furono sperperati per il rifacimento
di due inutili campi da bocce nel Parco Baden Powell mai
utilizzati dai residenti e sui quali crescevano folte erbacce.
Un progetto che fu immediatamente contestato dai residenti
che avrebbero preferito che l’amministrazione pubblica impiegasse
quei fondi per altre necessità dello stesso parco come
l’asfaltatura dei vialetti o per il ripristino dell’impianto
di illuminazione. I cittadini ancora si chiedono come sia
possibile investire i pochi soldi pubblici disponibili su
un’opera del tutto inutile. Pochi giorni dopo l’approntamento
dei lavori e una spesa di 30.000 € i due campi di bocce sono
tornati al degrado preesistente.
Albergo diffuso nel parco naturale della Cervelletta
– L’albergo
diffuso era uno dei progetti che doveva essere realizzato
a ridosso del Casale della Cervelletta nel 2014 ed era stato
già finanziato con i fondi POR (Programmi Operativi
Regionali Fondi Europei). I lavori prevedevano il restauro
e risanamento conservativo delle strutture della Tenuta della
Cervelletta e la costruzione di un una reception, uno spazio
ludico e una grande struttura museale recuperando parte delle
strutture fatiscenti. Due milioni di euro tornarono
alla Comunità Europea per incapacità
di portare i lavori in esecuzione. Il progetto prevedeva,
attraverso interventi di restauro e risanamento conservativo
di alcuni manufatti, la realizzazione all’interno del complesso,
di una struttura ricettiva–didattica (7 camere con bagno),
con finalità di sensibilizzazione ambientale. Le camere
avrebbero dovuto essere utilizzate per campi scuola e altre
iniziative culturali analoghe. Furono anche eseguiti lavori
propedeutici al progetto di rinforzo della collina tufacea,
costati circa cinquecentomila euro, poi dimostratisi uno spreco
perché il progetto non fu mai portato a termine per
i già citati motivi che ne impedirono la messa in esecuzione.
Casale storico della Cervelletta – Questo
complesso monumentale del XVI secolo con torre medioevale
era il vanto dei quartieri limitrofi (Tor Cervara, Tor Sapienza,
Colli Aniene). Divenne patrimonio pubblico della Regione Lazio
attraverso l’ente Roma Natura e del Comune di Roma (1997/2001),
in seguito alle lotte dei cittadini, prevalentemente di Colli
Aniene. Nel corso del tempo è diventata una delle pagine
più brutte della storia di questo territorio a causa
di scelte sbagliate di chi avrebbe dovuto tutelare questo
bene della comunità e non lo ha certo fatto. Il Casale
è chiuso per motivi di sicurezza da circa due anni.
Per ottenere la proprietà di questo monumento storico
il Comune di Roma diede in cambio alla Società proprietaria
dei lussuosi appartamenti in zone centrali della città.
Dette permute si sono rivelate un autentico “spreco” visto
che l’amministrazione capitolina ora non ha un progetto per
restituire “il Colosseo di Roma Est” alla comunità.
Tutto è accaduto sapendo già in anticipo che
ci sarebbero volute somme ingenti e improponibili per manutenere
il Casale gentilizio e nessuno ha esitato nel procedere nell’operazione.
Nel tempo i cittadini sono stati sistematicamente ingannati,
con solenni promesse “elettorali” da amministratori, deputati
e senatori. Il grave degrado in cui versa attualmente la Cervelletta
sicuramente si sarebbe potuto evitare, se l’amministrazione
fosse intervenuta gradualmente con piccole somme, anno dopo
anno, come suggerivano i cittadini. L’amara conclusione è
che l’operazione Cervelletta avvenuta alla fine degli anni
’90, è stato un grosso e vantaggioso affare solo per
la società che ne era proprietaria e che è riuscita
a liberarsi di un bene ormai infruttuoso e con grossi costi
di gestione. Il Coordinamento Uniti per la Cervelletta nel
2016 ha pubblicato un dettagliato
dossier per documentare la storia lontana e recente di
questo casale.
Spostamento
strisce pedonali in viale Franceschini – Si tratta
di una vicenda recente che riflette il pressappochismo con
cui vengono approntati i progetti dal burocrate di turno.
Il 15 marzo 2017 i residenti di Colli Aniene restarono sconcertati
dalla nuova
opera messa in campo dall’amministrazione di prossimità:
il passaggio pedonale di una delle due carreggiate di viale
Franceschini fu spostato di circa 40 metri, da un solo lato
della strada, facendo terminare l’attraversamento in una porzione
del giardino spartitraffico in cui non c'era la stradina ma
solo erba e sterrato. Nell’altro lato della carreggiata le
“zebre” rimasero posizionate dove erano in precedenza costringendo
i malcapitati che volevano attraversare il grosso viale a
percorrere una porzione di strada a ridosso dei veicoli parcheggiati
continuamente sfiorati delle automobili che in quel punto
sopraggiungevano a forte velocità. Fu subito chiaro
che detto attraversamento diventava una BARRIERA INSORMONTABILE
PER I PORTATORI DI HANDICAP e costituiva un vero
pericolo per gli altri pedoni. Per di più, l’attraversamento
del “biscotto” non aveva altra alternativa che l’erba con
i relativi problemi di sicurezza dovuti al terreno scivoloso
e fangoso in caso di pioggia e scarsamente illuminato. Grazie
alle nostre segnalazioni al Comando di Polizia Municipale
e all’assessorato competente del IV Municipio le “nuove strisce
pedonali” vennero cancellate e fu ripristinata la situazione
precedente. A distanza di quasi due anni da questa operazione,
non furono approntate più altre modifiche a dimostrazione
del “grave errore compiuto”.
Altri progetti quantomeno bizzarri che per nostra
fortuna non sono poi stati realizzati: La
Monorotaia di viale Togliatti – Tra i progetti
di mobilità del quadrante Roma Est ce ne fu uno presentato
nel 2010 che per fortuna non ebbe un seguito dopo il suo annuncio:
una monorotaia sollevata di 6 metri da terra che avrebbe unito
Ponte Mammolo a Cinecittà. Un’opera interna al GRA
che avrebbe servito i quartieri principali della periferia
romana. Il primo tratto si sarebbe chiamato 'Gronda Orientale',
lungo otto chilometri, sarebbe costato circa 500 milioni di
euro. Un tale progetto innovativo fu immediatamente rigettato
dai comitati sul territorio che pretesero una valutazione
d’impatto ambientale e strategica secondo le normative vigenti,
in quanto il progetto comportava anche una variante urbanistica
al piano regolatore. Immaginate che concentrazione di cantieri
(e per quanti anni!) avremmo subito nel tratto di Colli Aniene,
per costruire le stazioni ed erigere i vari piloni in cemento
armato. Immaginate quali sarebbero stati i costi nascosti
come manutenzione e ricambi. Immaginate il degrado ambientale
e strutturale per l’affaccio ravvicinato alle residenze e,
fine non ultimo, quale sarebbe stato il suo reale utilizzo
sull’esperienza già maturata in progetti simili in
Italia. Siamo pressoché certi che, solo per realizzare
questo studio, siano stati già impiegati troppi soldi
della comunità.
L’area
attrezzata lungo il fiume Aniene poco prima di Ponte Mammolo
– Tra i progetti “inutili” annoveriamo l’area attrezzata lungo
il fiume Aniene, posta tra l’impresa di Ciocchetti Marmi e
Ponte Mammolo. I lavori risalgono nel periodo tra il 2010
e il 2012. Doveva essere un luogo dove poter consumare un
breve pasto osservando da vicino il lento scorrere di un fiume
inquinato nella speranza vana di non essere assaliti da nugoli
di zanzare o da altri tipi di insetti. Era facile prevedere
che un posto così deserto, dalla rigogliosa vegetazione
mai curata e poco accogliente fosse notato dai soliti predoni
a caccia di trofei come panchine e gazebi. Gli arredi urbani
sparirono all’improvviso, probabilmente in una delle oscure
notti invernali, ma le persone si accorsero dei furti solo
in seguito ad un rogo di erbacce che colpì l’area nel
2013. L’ennesima spesa di denaro pubblico che poteva essere
risparmiata.
Abbiamo provato a darvi un quadro esemplificativo importante
di quello che accade sul territorio quando i progetti sono
gestiti male o non gestiti affatto, come nel caso dell’illuminazione
del Parco Baden Powell. Siamo pressoché sicuri che
in molte di queste situazioni non esista dolo ma comporta
comunque un danno economico per la comunità. Presto,
anche grazie al vostro aiuto, inseriremo in questo dossier
altri di questi progetti discutibili con l’unico scopo di
informare per non ripetere in futuro gli errori del passato.
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