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febbraio 2019 - La giornata mondiale delle zone umide
è una giornata internazionale che si celebra annualmente
il 2 febbraio in occasione dell'anniversario dell'adozione
della Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale,
firmata a Ramsar (Iran) il 2 febbraio 1971. L’importanza di
questi ecosistemi per l'umanità e il pianeta è
ormai universalmente riconosciuto e lo scopo di questa giornata
è proprio quello di riflettere ed informare sull’argomento.
Le aree di questo tipo riducono il rischio idrogeologico,
raccogliendo le acque durante le piene e rallentandone il
deflusso; attenuano l’effetto degli inquinanti come una sorta
di depuratore naturale; ospitano una straordinaria varietà
di creature nei loro microambienti. Che cos’è
una zona umida? Per noi abitanti di Colli Aniene
è forse più facile rispondere a questa domanda
perché il nostro quartiere è stato costruito
su un territorio prevalente costituito da zone umide o marane.
Per questo molti edifici per essere edificati ebbero bisogno
di opere di palificazioni straordinarie per aumentare la stabilità
delle costruzioni. Tutt’ora viviamo ai margini zone umide
straordinarie come il Parco Naturale della Cervelletta
e la Valle Naturale dell’Aniene. Per “zona umida”
si intende un ambiente caratterizzato dalla presenza contemporanea
di terreno e acqua come stagni, paludi, torbiere, bacini naturali
e artificiali permanenti, con acqua stagnante o corrente.
Le aree umide hanno dunque un elevato valore naturalistico
e forniscono riparo e sostentamento a numerose specie. Noi
ci limiteremo ad esaminare quella più vicina a noi
sperando in questo modo di dare un significato più
concreto a questa giornata. Lo vogliamo fare attraverso le
parole del professor Domenico Pietrangeli riprese dal suo
libro “La Cervelletta di Mimmo e con Mimmo”:
“L'area
della Cervelletta si trova tra l'A24 (Roma-L'Aquila), Via
di Tor Cervara, il collettore di Roma Est ed il piano di zona
n° 15 (Colli Aniene). Si raggiunge: a piedi nel Parco,
da via Spataro o da via M. Cingolani; in auto, dalla A 24
o da via di Tor Cervara, inserendosi in via della Cervelletta,
all'altezza del cavalcavia sulla A 24. Il percorso pedonale,
per un tratto rettilineo, segue il “sentiero natura” denominato
“Via delle Iris”, che è contrassegnato da tre cartelloni
informativi sulla flora e sulla fauna dell'area palustre.
Attraverso il portale in legno che porta la scritta “Parco
della Cervelletta” si scende nella zona golenale dell'Aniene
(che dista circa 1,500 Km); si percorre “Via delle Iris”,
che fioriscono dalla seconda metà di aprile, ornando,
in modo meraviglioso, i canali, che sono serviti , in passato,
durante gli anni dell'attività agricola, per irreggimentare
le acque, utilizzate, tra la fine dell'Ottocento e i primi
decenni del Novecento, anche per le marcite (risaie).
Percorrendo questo sentiero, soprattutto in primavera, si
possono osservare anche alcune essenze arboree ed erboree
tipiche delle zone palustri: farfaracci, ranuncoli, borragine,
lenticchiette d'acqua, ortiche, tarassachi, cicute, tife,
iris, cannucce palustri, ebbi...; pioppi bianchi, pioppi neri,
pioppi cipressini, olmi, robinie, sambuchi... Se si è
fortunati si possono fare incontri emozionanti con animali
e uccelli particolari: il martin pescatore, il pendolino,
l'anatra selvatica, l'airone cinerino, la gallinella d'acqua,
il gheppio, la poiana, la volpe, l'istrice, il tasso, il granchio
d'acqua dolce, la nutria, la tartaruga palustre...
Era il tempo intenso dei lavori agricoli e le voci di centinaia
di operai macilenti strappavano il pane alla terra (stanziali,
stagionali, “capannari”), confondendosi con i mesti canti
delle donne intente a lavare i panni o seguire, con il faticoso
chiacchiericcio, il movimento rumoroso di centinaia di animali
(mucche, cavalli, muli) nelle vallate circostanti il Casale.
Alla fine del primo tratto (3° pannello: uccelli e mammiferi)
si può girare: a destra e raggiungere, dopo averlo
aggirato, il monumentale Casale, risalendo dall'anfiteatro
naturale; oppure a sinistra per “via del Ponte del lavatoio”,
sulla destra del quale, in basso, su una lastra di cemento
che costeggia il “Fosso della Cervelletta”, si possono ancora
osservare gli incavi, dove le donne che vi si recavano per
lavare i panni, depositavano il sapone. Un po' più
avanti, oltre il “Ponte”, si può ammirare ancora l'esempio
di una bella “chiusa” dei primi del '900, utilizzata, come
molte altre scomparse, per l'irrigazione degli orti e delle
marcite (risaie).
Tornando indietro, a sinistra si percorre “via del vecchio
fienile”, di cui rimangono, a causa di un rogo, solo le colonne
di mattoni. Risalendo, a destra, ci si inserisce in “via della
Cervelletta”, che porta al Casale.”
Per chi vuole completare la lettura può proseguire
al link:
L'Area Umida del Parco Naturale