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febbraio 2019 - Fare lo slalom tra ripetute buche
sull’asfalto è diventato lo sport, non riconosciuto
dal CONI, più praticato dagli automobilisti che percorrono
le strade di Colli Aniene e di gran parte della periferia
romana. Se questo non bastasse, è sufficiente una tipica
e insistente pioggia invernale per avere al posto dell’asfalto
immense piscine che nascondono insidie per pneumatici e ammortizzatori.
Sì, perché nel nostro quartiere basta poca acqua
per mettere in crisi l’impianto di raccolta delle acque meteoriche
costituito in gran parte da caditoie e tombini perennemente
intasati da foglie e fango. Qualcuno potrebbe obiettare che
è normale che qualche buca si apra sulla superficie
asfaltata in seguito a precipitazioni atmosferiche. La verità
è che l’eccessivo numero di crateri sulle strade si
creano perchè l’asfalto è già ammalorato
per circa i tre quarti della superficie per la scarsa manutenzione
a cui viene sottoposto da anni. Il rifacimento delle strade
in periferia è ormai una chimera e non si va oltre
qualche rattoppo più o meno grande. Oggi
eravamo in una situazione così penosa che, se un cittadino
avesse voluto segnalare al Comune le buche di viale Franceschini,
di viale Togliatti, di viale Sacco e Vanzetti o di viale Bardanzellu,
si sarebbe trovato a svolgere un’impresa pressoché
impossibile visto il numero eccessivo di queste trappole.
Infatti queste buche rappresentano autentiche imboscate nelle
quali bisogna stare bene attenti a non cadere perché
la Cassazione in una recente
sentenza ha stabilito che: “la presenza su strade
pubbliche di sconnessioni, avvallamenti e altre irregolarità
non costituisce un evento straordinario ed eccezionale, ma
rappresenta, al contrario, una comune esperienza rientrante
nell’id quod plerumque accidit (ciò che accade più
volte) e, dunque, deve essere tenuta ben presente dagli utenti
della strada che, quindi, hanno l’obbligo di comportarsi diligentemente
per sé e per gli altri".
Quindi state bene attenti se non volete pagare voi il risarcimento
al Comune di Roma, come è accaduto alla malcapitata
cittadina che si fratturò il braccio in conseguenza
di una caduta su una buca. Se lo stesso principio, che si
basa esclusivamente sulla consapevolezza che le buche sulle
strade di Roma esistono e sono ben visibili, venisse applicato
pure ai danneggiamenti alle automobili allora dovremmo tutti
prendere in esame di cambiare il mezzo di trasporto e tornare…
ai cavalli.
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