Casale della Cervelletta – Dal Campidoglio si torna a casa
con un po’ più di fiducia |
7
marzo 2019 - Consiglio Comunale del 5 marzo: un nutrito
gruppo di cittadini di Colli Aniene e Tor Sapienza con in
mostra sui loro vestiti l’adesivo del Coordinamento “Uniti
per la Cervelletta”, hanno richiamato la giusta attenzione
della Sindaca, della Giunta e di tutto il Consiglio Comunale
per la sorte del Casale della Cervelletta. Questo bene di
proprietà del Comune di Roma dal 2001 rischia di crollare
per l’assoluta mancanza di opere di manutenzione e di restauro.
Ma non è solo un bene monumentale di bellissima fattura,
con torre del XII secolo e casale gentilizio del 1600; è
anche un deposito di storia e di cultura. Basta ricordare
come nella tenuta Cervaretto/Cervelletta, nell’ultimo decennio
dell’800, fu positivamente sperimentata dal Prof Celli la
cura della malaria e la prima e più importante opera
di bonifica e in seguito, per iniziativa di illustri personaggi
(Anna Fraentzel, Sibilla Aleramo, Duilio Cambellotti, Giovanni
Cena e tanti altri volontari) furono ideate e attivate le
prime scuole contadine. Un patrimonio di sapere e di bellezza
in un agro romano ancora incontaminato e inserito nella Riserva
Naturale della Valle dell’Aniene.
Oltre 14.000 voti hanno determinato per questo casale dimenticato
un posto d’onore nel 9° censimento dei Luoghi del cuore
promosso dal FAI: 27° posto tra i 37.000 luoghi belli
proposti in Italia, nuovo luogo del cuore di Roma e del Lazio.
Un risultato che ha acceso le speranze con la (piccola) somma
che verrà messa a disposizione dal Fai e a cui potrebbero
aggiungersene ulteriori da parte di altre Istituzioni, come
già la Regione Lazio e il Mibac.
Ma ecco il rebus: perché il Comune di Roma, proprietario
del bene, tace? A un mese di distanza dai risultati ufficiali
del FAI (6 febbraio 2019) messi in evidenza dai principali
mezzi di comunicazione, cosa significa l’assoluto silenzio
del Comune e del Municipio di Roma? E pure quel risultato
e quelle 14.000 firme danno onore e lustro ai territori, alla
città, alla regione.
Ma se il risultato del Fai ha mosso il Coordinamento e i cittadini
a presidiare la sala del Campidoglio, una ben più grave
preoccupazione è stata rappresentata: è il rischio
concreto (e validato da docenti universitari) che la torre
del 1200 crolli in breve tempo. Lesioni delle mura, vegetazione
infestante, sollevamento della guaina di protezione della
torre, sono alla base di una facile profezia.
L’iniziativa dei cittadini ha trovato tuttavia un ascolto
diffuso. Grazie alla disponibilità e la mediazione
dei consiglieri comunali Cristina Grancio e Stefano Fassina
ma anche delle consigliere Ilaria Piccolo e Agnese Catini,
è stato possibile incontrare e ragionare con molti
esponenti del consiglio comunale. Davide Bordoni, Francesco
Figliomeni, Maurizio Politi hanno ascoltato le richieste del
Coordinamento e condiviso l’urgenza di un intervento che anzitutto
metta in sicurezza la torre del casale. Eleonora Guadagno,
presidente della Commissione cultura, politiche giovanili
e lavoro ha dichiarato il proprio impegno ad esaminare in
tempi brevi, nella VI commissione, le questioni poste sul
Casale della Cervelletta. Anche Francesco Ardu, vice presidente
della commissione patrimonio, ha ipotizzato per fine marzo
una audizione per verificare le disponibilità economiche
del Campidoglio e le necessarie relazioni con il Mibac. Particolarmente
apprezzato l’incontro con il Vice Sindaco e Assessore alla
crescita culturale Luca Bergamo. Sulla base della
memoria presentata e del dialogo con i rappresentanti di Uniti
per la Cervelletta , il Vicesindaco si è impegnato
a verificare con il Patrimonio la natura degli interventi
da effettuare e la possibilità di aprire un tavolo
interistituzionale per affrontare l’emergenza torre e il tema
della gestione del Casale.
Vent’anni di promesse, di risorse periodicamente impegnate
e mai pervenute, di impegni non onorati, hanno lasciato l’
amaro e il disincanto nel cuore dei cittadini; ma le relazioni
e gli impegni raccolti nella giornata sono di chiara soddisfazione
e lasciano vedere il bicchiere mezzo pieno. Il timore per
il crollo della torre è grande ma la speranza è
l’ultima a morire: si torna a casa con un po’ più
di fiducia.
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