24
aprile 2019 - Se c’è un personaggio che può
mettere d’accordo tutti sulla Festa della Liberazione questo
non può essere altri che Caterina Martinelli, vittima
e non eroe di una guerra ingiusta e crudele. Per chi non conosce
la storia di questa popolana romana la riassumiamo con le
parole della lapide posta a Tiburtino III nei pressi dove
la donna fu colpita ed uccisa: “Il 2 maggio 1944 in questo
luogo durante un assalto al forno per cercare il pane per
i suoi figli venne uccisa dalla violenza fascista Caterina
Martinelli: ‘Io non volevo che un po’ di pane per i miei bambini,
non potevo sentirli piangere tutti e sei insieme’”. Come
quella di Caterina Martinelli ci sono tante altre storie tragiche
vissute nel periodo bellico che potevano essere narrate ma
questa donna, eroe per caso, è entrata di diritto nel
ricordo di un periodo storico che va ricordato solo per non
compiere di nuovo gli stessi errori e gli stessi orrori.
Il
giorno 24 aprile alle ore 19.30 partirà una fiaccolata
dalla lapide di Caterina Martinelli posta in via del Badile
fino a via del Peperino, davanti alla lapide dei martiri di
Pietralata.
Ma nel 75° anniversario dalla morte di Caterina Martinelli
l’evento più importante per il suo ricordo si terrà
domenica 28 aprile alle ore 10:00, nell'aula “Arrigo Paladini
e Elvisa Sabbatini” del Museo storico della Liberazione in
via Tasso, 145 dove Oria Gargano e Carla Manzocchi presenteranno
il libro di Anna Maria Balzano “IL NOSTRO TEMPO È
BREVE - La resistenza civile di Caterina Martinelli”
(Talos edizioni, Castrolibero di Cosenza). Coordinerà
Gemma Luzzi.
Dalla
copertina del libro: "Se la Storia ci racconta di
eroi e traditori, di oppressori e oppressi, poco o nulla ci
tramanda delle innumerevoli vittime delle guerre, di cui,
nella migliore delle ipotesi, resta un nome e niente di più.
Da qui l'esigenza di restituire se non a ognuna di esse, almeno
a qualcuna quella identità e quella dignità
troppo a lungo trascurate. Così nasce questo lavoro
su Caterina Martinelli, caduta per mano di un milite della
PAI nel 1944, durante uno degli assalti ai forni... Ricostruire
la vita semplice e povera di Caterina ha significato accompagnarla
lungo il suo percorso, immedesimarsi in lei, scrutarne i pensieri
e i sentimenti, così come si è potuto supporre
che fossero e soprattutto metterli in relazione ai tragici
eventi storici che sconvolsero la nostra capitale dopo l'8
settembre. È stato infatti assolutamente necessario
"ricorrere alla storia, cioè al processo per il
quale la memoria e l'esperienza personale vengono messe in
relazione con il contesto spazio-temporale e al suo interno
spiegate."