Meglio i roghi tossici o gli inceneritori e i termovalorizzatori
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maggio 2019 - Si apre da oggi a Roma Est il dibattito
se sia meglio respirare diossina e altre sostanze cancerogene
derivanti dai roghi tossici o se non sia meglio trovare una
soluzione alternativa anche se ad un primo approccio non sembra
la via più ecologica. Partiamo dalla considerazione
che il piano “rifiuti zero” del Comune di Roma sta
andando troppo lentamente se non è addirittura fallito
prima di nascere. Zero rifiuti è un ottimo
obiettivo ma deve essere accompagnato da provvedimenti che,
al momento attuale, faticano ad essere messi in atto dall’amministrazione
comunale. Principalmente per questo e per tanti altri motivi
ci troviamo il territorio disseminato di grandi e piccole
discariche che non si riescono a smaltire in tempi brevi soprattutto
per la difficoltà di AMA di avviarli ad impianti di
trattamento. I roghi tossici derivanti da queste discariche
sono sicuramente atti criminali dolosi su cui la magistratura
deve indagare per accertare la verità ma non ci possiamo
fermare ad attendere i risultati mentre la gente si avvelena
con quello che viene immesso nell’aria e nelle falde acquifere
in termine di sostanze inquinanti. Occorre trovare una soluzione
vera anche se non è quella più gradita (‘Not
In My Back Yard’ ossia ‘Non nel mio giardino’ indica la protesta
da parte di membri di una comunità locale contro opere
di interesse pubblico sul proprio territorio). Bisogna
per prima cosa mettersi d’accordo su cosa sia meglio per noi
e vagliare attentamente due possibili alternative:
1. Costruire inceneritori e, soprattutto, termovalorizzatori
in grado di ripulire il territorio e smaltire tutti i rifiuti
che produciamo ogni giorno.
2. Far funzionare molto meglio di oggi la raccolta dei rifiuti
e perseguire criminalità e mafie spesso additati da
chi governa come i responsabili dei roghi.
La via più semplice e più sicura al giorno d’oggi,
perché se me lo aveste chiesto vent’anni fa vi avrei
risposto in maniera differente, è la prima. Con l’utilizzo
di impianti termici per la distruzione dei rifiuti si ottiene
un notevole risparmio di anidride carbonica diffusa nell’aria
rispetto al rifiuto lasciato semplicemente in discarica che
produce un biogas inevitabilmente finisce nell’atmosfera con
un forte effetto di alterazione climatica. Figuriamoci poi
se il rifiuto viene bruciato in discariche a cielo aperto,
come avviene puntualmente a Roma Est per mano di gente criminale.
Il danno ambientale è notevole sia in termini sanitari
che di alterazione climatica. Con l’utilizzo di inceneritori
e termovalorizzatori il problema vero è la qualità
degli impianti e dei controlli ma possiamo affermare con certezza
che quelli di nuova generazione sono sicuri e assicurano il
rispetto ambientale e sull'impatto sanitario. Sono utilizzati
in tutta Europa senza alcun tipo di problema.
Esistono altre vie per garantire la salute dei cittadini?
Probabilmente la risposta è affermativa e nei prossimi
giorni vi illustreremo altri progetti interessanti. L’importante
è decidersi da che parte andare per garantire il diritto
di respirare aria e non diossina.
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