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maggio 2019 - Secondo una mappa realizzata dai “Gruppi
di Ricerca Ecologica (GRE)” ci sarebbero ben 122 siti invasi
dai rifiuti nel quadrante Est di Roma di cui circa
60 nel solo IV Municipio, la nuova Terra dei Fuochi.
Si va dallo sversamento di calcinacci all’abbandono di elettrodomestici,
dallo smaltimento abusivo di amianto all’abbandono di fusti
di vernici, fino ad arrivare a vere e proprie discariche abusive.
La mappa, in continuo aggiornamento, è stata elaborata
sulla base delle segnalazioni dei cittadini nonché
dei rilevamenti direttamente effettuati dai volontari del
GRE LAZIO, e si riferisce esclusivamente a quanto presente
fuori terra ed è visibile: «complessivamente
si parla di oltre 19 ettari, ovvero 190.000mq – si legge nella
nota dei GRE - ma riteniamo che i numeri reali siano ancora
più drammatici dal momento che oltre a quanto nascondono
la vegetazione o i cavalcavia, andrebbero censiti anche i
rifiuti interrati, come nel caso dei terreni adiacenti all’ex
pastificio di via Collatina andato a fuoco e su cui oggi pascolano
liberamente dei cavalli».
Secondo noi rappresentano potenziali bombe ecologiche che,
se non rimosse velocemente, sono a disposizione di mani criminali
pronte a trasformarli in roghi tossici. Per chi non lo sapesse,
questi roghi spargono diossina nell’aria e inquinano le falde
acquifere per una larga fetta di territorio che va oltre l’area
incendiata. Nei pressi dell’ultimo rogo di viale Togliatti,
e di tanti altri roghi precedenti, scorre l’acquedotto dell’acqua
Vergine, il sesto acquedotto romano, ed è oggi l'unico
ad essere ancora funzionante. Attualmente una buona parte
delle antiche strutture è stata sostituita da tubazioni
in cemento, mentre il suo utilizzo è ridotto a fini
irrigativi o per l'alimentazione di importanti monumenti romani
perché il canale originario e le falde acquifere sono
inquinate.
Ma
per rimuovere i rifiuti di tutte quelle discariche ci vogliono
fondi e impianti di smaltimento, entrambi carenti nella capitale.
Lo studio del GRE risale già a più di due mesi
fa: quante discariche sono state bonificate nel frattempo?
Ben poche, purtroppo!
I
GRE hanno individuato nella parte Est di Roma 106 tra micro-discariche
o accampamenti dove i rifiuti vengono smaltiti tramite abbandono,
più addirittura 16 aree in cui sembrerebbero configurarsi
a tutti gli effetti – in base alla legislazione vigente ed
alla giurisprudenza consolidata - delle discariche abusive.
Gran parte delle aree è collocata a ridosso dei confini
tra i Municipi o del fiume Aniene e dei fossi che vi si immettono
(letteralmente in barba alla Direttiva quadro sulle acque
2000/60/CE), ma la situazione è drammatica in particolare
in alcune zone: «Nel Municipio IV abbiamo
censito ben 54 siti di sversamento cui si aggiungono addirittura
6 potenziali discariche abusive estese complessivamente più
di 8,5 ettari - affermano i GRE – si può quindi parlare
di vera e propria emergenza in quanto oltre alle immissioni
atmosferiche dei fumi prodotti dal continuo incendio dei rifiuti
per differenti motivi, c’è anche un elevatissimo rischio
di inquinamento dei suoli e della falda acquifera. Alcune
zona sembrano letteralmente terra di nessuno, dove chiunque
sversa quello che vuole: è il caso di via di Salone
(da entrambi i lati della A24), di via di Tor Cervara (all’altezza
di via Vannina, strada di collegamento con via Tivoli realizzata
e mai aperta al traffico per diversi motivi), Ponte Mammolo
o il tratto stretto tra la A24 e la TAV (dalla clamorosa situazione
del campo nomadi di via Salviati che abbiamo portato finanche
all’attenzione del Parlamento Europeo e dove finalmente sembrerebbe
che qualcosa stia iniziando a muoversi, fino quasi alla stazione
di via Prenestina)».
I
Gruppi Ricerca Ecologica Lazio hanno indirizzato una nota
di notifica della mappa anche al Ministro dell’Interno, al
Ministro dell’Ambiente, al Prefetto di Roma ed al Sindaco
di Roma Capitale: «poiché riteniamo che gli
Open Data favoriscano la presa di coscienza dell’opinione
pubblica e la consapevolezza dei cittadini, esattamente come
la trasparenza delle informazioni stimola il cambiamento di
atteggiamento della Pubblica Amministrazione – continuano
i GRE: per questi motivi abbiamo deciso di rendere disponibile
la mappa liberamente a chiunque, così da poter ricevere
anche contributi correttivi o integrativi. Per consultarla
è sufficiente cliccare sul link: https://bit.ly/2F41J2Z
Riteniamo
che sia dovere delle Istituzioni intervenire per garantire
– attraverso il pieno esercizio delle funzioni di vigilanza
sul territorio - il rispetto delle norme, la tutela dell’ambiente
e la salvaguardia della salute dei cittadini: poiché
infatti un numero così elevato di discariche clandestine,
più o meno estese ma in un territorio tutto sommato
limitato e in un’unica area amministrativa, non sbuca fiori
dall’oggi al domani (e nemmeno in un paio di anni), sembrerebbe
quasi che - esattamente come accaduto nella Terra dei Fuochi
campana - negli anni sia stata permessa la devastazione del
territorio consentendo impunemente lo sversamento di rifiuti
pericolosi, speciali e tossici».