13
maggio 2019 - Secondo quanto riportato oggi dalla
testata più importante della Capitale, Il Messaggero,
il MIBAC avrebbe inviato una lettera di diffida al Campidoglio
chiedendo di sanare la situazione di grave degrado, abbandono
e pericolo del Casale storico della Cervelletta. Un atto importante
che mette l’amministrazione capitolina di fronte alle sue
responsabilità dopo il poco
edificante “scaricabarile” dei dipartimenti di fronte alla
Commissione Cultura. Quello che è più assurdo
in questa storia è che, con la carenza dichiarata dei
fondi disponibili nelle casse comunali, si rischia di perdere
il finanziamento di un progetto da parte del FAI dopo che
oltre 14,000 persone avevano indicato questo monumento come
il proprio “Luogo del Cuore”. Come risponderà l’amministrazione
pubblica di Roma a questa diffida? Facile prevederlo, con
il solito silenzio che ha contraddistinto fino ad oggi tutti
gli appelli fatti per salvare il Casale della Cervelletta
e con l’avvio del solito rimpallo di responsabilità
tra i vari enti interessati: Patrimonio, Sovrintendenza Capitolina,
Ambiente, Simu, IV Municipio.
L’azione costante ed incisiva portata avanti da tempo dal
Coordinamento Unititi per la Cervelletta, dall’associazione
Vivere a Colli Aniene, dai Ragazzi del Cinema America, dall’Agenzia
Tor Sapienza e da altre poche realtà territoriali ha
avuto quantomeno il merito di evidenziare l’inerzia dell’amministrazione
capitolina sul problema. A fronte delle dichiarazioni, più
volte espresse, di voler tutelare il “Colosseo di Roma Est”
c’era tutto il vuoto di azioni e contrapposizioni fra i dipartimenti
che ora sono venuti a galla. Mentre la Torre Medievale
è a rischio crollo, mentre il Casale è stato
oggetto di ripetute violazioni che probabilmente
ne hanno vandalizzato gli interni, mentre questo patrimonio
pubblico è di nuovo occupato abusivamente
da una o più persone che vi hanno trovato riparo nonostante
i divieti municipali di accesso per pericolo crolli che sembrano
riguardare solo gli abitanti del territorio, i responsabili
della tutela di questo bene della comunità continuano
a litigare su chi debba fare qualcosa.
Antonio
Barcella
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