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giugno 2019 - A volte arrivano in redazione alcuni
messaggi provenienti dai lettori che fatichiamo a pubblicare,
non tanto per i contenuti, ma per la forma espressiva che
potrebbe urtare il pensiero di altri. Per questo, spesso ci
chiediamo se non sia più opportuno lasciare il testo
pervenuto nel nostro “dimenticatoio” oppure pubblicarlo perché
è comunque una espressione di libero pensiero. Ebbene,
questa volta, abbiamo deciso di rendere pubblico il testo
del lettore anche se avremmo preferito che fossero state usate
parole meno crude e brutali.
“Le
automobili non avrebbero bisogno d'essere belle, basterebbe
che fossero resistenti, funzionali e comode, ed invece devono
essere anche belle, lucide, fiammanti, dalla forma armoniosa
e attraente, altrimenti non se ne vendono abbastanza. Anche
le modelle e i modelli che presentano i vestiti devono essere
belli, e belli devono essere i vestiti. Tutto per essere ben
venduto deve essere anche bello. Pure le armi devono essere
belle. Basterebbe che fossero funzionali, capaci di uccidere
con estrema precisione, oppure in grado di fare la maggiore
devastazione possibile, di distruggere, annientare, eliminare,
inquinare. Ed invece, per essere ben vendute, anche le armi
devono essere belle, lucide, attraenti, facili ad essere maneggiate
e magari accarezzate. Per me la parata militare è un'occasione
per ammirare tanta bellezza tutta insieme. Mentre ammiro,
mi figuro anche le guerre; le guerre necessariamente belle
e attraenti, giacché fatte con armi belle e attraenti.
Del resto, se vediamo una falce lucida e tagliente, il pensiero
va subito all’erba verde e profumata, alle bionde spighe di
grano. Alle armi associamo la guerra e la morte. Così
vorrei suggerire, in occasione della bella festa del due giugno,
di mettere grandi schermi lungo la Via dei Fori Imperiali,
con belle scene di guerra. La gente in tal modo potrà
vedere gli effetti dei fucili belli, delle mitragliatrici
belle e dei cannoni belli. Gli effetti delle bombe su case,
mercati, ospedali, corpi amputati bruciati spezzati dilaniati.
E tanto sangue. Sangue d’innocenti, per lo più. Renato
P.”
Redazione
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