2
luglio 2019 - Gli animi esasperati dei cittadini
di Roma Capitale sulla gestione dei rifiuti vengono interpretati,
secondo i punti di vista politici, in vittimismo o accanimento
tirando in ballo “presunte guerre” contro l’attuale amministrazione.
Noi preferiamo descrivere quello che riusciamo ad osservare
condannando a priori qualsiasi atto illecito, come i
roghi dei cassonetti o altri tipi di proteste violente.
Però questa situazione non può durare in eterno
e l’amministrazione deve iniziare a fare un “mea culpa” sulle
scelte fatte in tema ambientale che, fino ad oggi, non hanno
portato a nessun tipo di soluzione o miglioria. Ieri spopolavano
su internet le immagini sul tema dei rifiuti e non danno una
bella rappresentazione di questa città. Noi stessi
abbiamo osservato depositi condominiali della ripartizione
differenziata al collasso accompagnati dagli immancabili miasmi
che è difficile descrivere. Plastica e indifferenziata
che riempivano gli stanzini al punto tale che, durante il
ritiro dell’umido, gli operatori erano costretti a lasciare
fuori i bidoni perché non in grado di rimetterli dove
erano collocati in precedenza a causa del franamento del resto
dei rifiuti. L’invito a tenere i propri scarti sui balconi
di casa propria non è più fattibile per il troppo
caldo che rende l’aria irrespirabile.
Ieri
sono state pubblicate immagini tali da sminuire perfino quelle
passate dei cinghiali tra i cassonetti della città.
Emblematica la fotografia pubblicata dal Consigliere del IV
Municipio Giorgio Trabucco in cui si vedono due persone sedute
su una panchina completamente circondata dai rifiuti. «Quale
altra città – ha commentato Trabucco - ti da la possibilità
di sederti in mezzo ai rifiuti? Grazie al Comune di Roma tutto
questo è possibile. Via di Torrevecchia. Basta!»
Intanto
continuano a pervenire in redazione segnalazioni su quanto
accade nel nostro territorio in merito alla gestione dei rifiuti
e alle conseguenti "discariche" a cielo aperto:
«Buonasera redazione ColliAniene.org, volevo
mettervi a conoscenza sul degrado cronico che ormai è
presente da un anno nel piazzale del parcheggio a via Tamburrano
lato Biblioteca Vaccheria Nardi, qui ci sono diversi bidoni
di raccolta differenziata presumo delle case popolari vicine,
in questi giorni di emergenza la zona si sta trasformando
in una discarica a cielo aperto, con rischi sanitari elevati.Grazie
per l' attenzione. Giuseppe S.»
Sì,
basta! Questa città ha voglia di normalità…
ridatecela!
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Ecco invece il punto di vista della sindaca Virginia Raggi
in un post del 28 giugno scorso: «Sui rifiuti è
in corso una guerra: la guerra dei rifiuti. Qualcuno vuole
riportare "l'apostata" al "precedente credo".
La "gestione dei rifiuti di Roma, da tempo immemorabile,
si è fondata su una "commistione tra attività
legali ed illegali" ma oggi "si constata un inceppamento":
queste sono le parole che la Procura Nazionale Antimafia utilizzava
nel 2016 per descrivere la recente rottura di un "meccanismo"
perverso nel ciclo dei rifiuti. Fatto di amicizie "poco
raccomandabili" che alcuni privati utilizzano per smaltire
in modo economico e veloce.
Incendi nei Tmb, fuoco ai cassonetti, danni alle strutture
e ai mezzi di Ama: Roma è #sottoattacco e non siamo
solo noi a dirlo. Parlano i dati, le inchieste e i report
delle forze dell’ordine. In questa intervista, realizzata
dopo gli eventi che hanno distrutto il Salario e danneggiato
Rocca Cencia, il magistrato Roberto Pennisi - procuratore
della Direzione Nazionale Antimafia - fornisce la sua chiave
di lettura, parlando di un possibile “sabotaggio”.
Gli incendi all’interno delle strutture di smaltimento e trattamento
dei rifiuti, come dimostrano numerose indagini, sono un affare
in mano alle cosiddette eco-mafie. Affari milionari che coinvolgono
tutto il ciclo dei rifiuti, a partire proprio dagli imprenditori
che - spesso - hanno agito in modo illegale. Non solo mafiosi
“con la coppola”, interni alle cosche, ma spesso piccole associazioni
criminali a cui rivolgersi "al momento giusto".
Ma Roma rappresenta un caso unico: gli incendi non servivano
a bruciare i rifiuti, ma hanno colpito direttamente le strutture
pubbliche di Ama. Noi abbiamo reagito, abbiamo alzato la guardia,
innalzando i livelli di sicurezza ed il monitoraggio sui nostri
siti. Roma non si piega. »