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novembre 2019 - Il bullismo sul web è un fenomeno
in costante aumento che può portare conseguenze anche
gravi per chi lo subisce. Il bullismo esiste da tempo immemore
invece il cyberbullismo è proliferato grazie allo sviluppo
dei moderni dispositivi tecnologici. Tuttavia la velocità
dell'evoluzione tecnologica e il cambiamento nelle modalità
di comunicazione online, non ha permesso ai “cittadini digitali”
di scindere consapevolmente i comportamenti ammissibili in
rete da quelli problematici e potenzialmente dannosi. Così
che parallelamente all'uso consapevole e intelligente della
rete internet, si è sviluppato e diffuso un uso distorto
e improprio, il cui confine appare spesso labile e pericoloso.
A differenza del comportamento diretto del bullo verso la
vittima, il cyberbullo si nasconde vigliaccamente dietro una
tastiera, spesso utilizzando account anonimi o fuorvianti,
e si avvale del sostegno di amici e conoscenti per perseguitare
la vittima di turno. In alcuni casi non si rende neppure conto
di quello che fa, il cyberbullismo come il bullismo è
un reato, e la sua reazione è il più delle volte
sostenuta dalla giustificazione di aver subito un torto (mi
hanno cancellato un post! Io sto difendendo una categoria!
Stanno attaccando le mie opinioni o la mia squadra del cuore!
Etc.) . Il cyberbullo non riesce a comprendere che anche sul
web o sui social network ci sono regole che vanno rispettate,
pensa di poter fare tutto senza alcun controllo. I comportamenti
poco civili si sviluppano attraverso una serie di azioni ripetute
nel tempo nel tentativo di danneggiare gli altri. “Il cyberbullismo
è una nuova e più sottile forma di bullismo,
definito come la ripetizione intenzionale di atti aggressivi
tra un perpetuatore e una vittima, all'interno di una relazione
sbilanciata di potere, tramite tecnologie di comunicazione
(Kowalski et al., 2014)”.
Tra gli atteggiamenti che rientrano nella categoria si può
includere il “leone da tastiera” ossia l’individuo che attraverso
il web sfoga sugli altri le sue frustrazioni, gli insuccessi
e le insoddisfazioni. L’aggressore, ad esempio, non è
in grado neppure di comprendere quale sia la funzione di un
gruppo Facebook e le regole che lo accompagnano, vuole completa
libertà di fare quello che gli passa per la testa.
Non riesce a capire che un amministratore web di un sito o
di un gruppo deve tutelare tutti e fare in modo che si rimanga
nei confini del vivere civile. Se viene cancellato un post
o un commento eccessivo, spesso dietro una segnalazione arrivata
da un’altra persona, viene fatto al solo scopo di tutelare
proprio chi lo ha scritto e non certamente per censurare opinioni
o pensieri. Invece per il cyberbullo/leone da tastiera questa
azione rappresenta un atto di “lesa maestà”
e non può sopportare quella che lui definisce una censura.
E allora si accanisce verso "chi ha osato censurarlo”
o verso chi ha un’opinione diversa. Il disimpegno morale e
la mancanza di empatia, che caratterizzano il comportamento
del bullo online, potenziano l'impatto negativo che queste
azioni comportano.
Ecco
alcune categorie di cyberbullismo:
• Flaming: messaggi online violenti e volgari
(vedi "flame") mirati a suscitare battaglie verbali
in un forum.
• Molestie (harassment): spedizione ripetuta
di messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno.
• Denigrazione: sparlare di qualcuno per
danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione,
via e-mail, messaggistica istantanea, gruppi su social network,
etc.
• Sostituzione di persona ("impersonation"):
farsi passare per un'altra persona per spedire messaggi o
pubblicare testi reprensibili.
• Inganno: (trickery); ottenere la fiducia
di qualcuno con l'inganno per poi pubblicare o condividere
con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici.
• Esclusione: escludere deliberatamente una
persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento
di emarginazione.
• Cyberpersecuzione ("cyberstalking"):
molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere
paura.
• Doxing: diffusione pubblica via internet
di dati personali e sensibili.
Dal
cyber bullismo ci si può difendere, non servono super
poteri. Vi invitiamo a leggere l’articolo
in merito pubblicato sul sito della Croce Rossa Italiana.