Fiumi
di acqua sulle strade di Colli Aniene e in molte parti della periferia
romana |
18
novembre 2019 - Abbiamo pensato un po’ prima di pubblicare
un articolo su questo tema per i disagi locali certamente
non comparabili a quello che sta accadendo a Venezia e a Firenze
ma, sollecitati da alcuni lettori, abbiamo deciso di affrontare
l’argomento cercando di fare alcune riflessioni. Del resto
noi ci occupiamo dei fatti del quartiere e su quelli dobbiamo
concentrarci. Molti automobilisti in questi giorni di forte
pioggia hanno affrontato i fiumi d’acqua che hanno invaso
le nostre strade aumentando il pericolo di finire con il proprio
mezzo in qualche insidiosa voragine nascosta dall’acqua. Viale
Franceschini, via Ruini, via degli Alberini e tante altre
strade si sono trasformate in enormi piscine che, in alcuni
casi, non era possibile attraversare. Due sere fa, le macchine
che da Viale Togliatti imboccavano viale Franceschini erano
costrette a fare retromarcia per il rischio di rimanere impantanati.
Di fronte a piazza Franchellucci c’è ancora una enorme
mole d’acqua dovuta ad una caditoia ostruita e più
volte segnalata all’amministrazione di prossimità.
Stesso destino per un tombino ostruito in via Ruini che, da
oltre quattro anni, crea disagi ad ogni pioggia alle persone
e agli automobilisti che sono costretti a passare di lì.
Anche questo segnalato ripetutamente a voce e per iscritto
al IV Municipio senza che sia mai stato adottato alcun provvedimento
per riparare il guasto. L’elenco potrebbe continuare con i
tanti disagi che ognuno di noi è stato costretto a
subire imprecando contro chi è pagato per trovare soluzioni
ai problemi e non lo fa. Ad ogni sondaggio che viene effettuato
in questo quartiere, primeggia in molti casi lo stato disastroso
del manto stradale e della mancata manutenzione delle caditoie.
È vero che il clima è cambiato e cambierà
ulteriormente in futuro ma è anche vero che ci sono
grosse responsabilità di chi ha il dovere di far funzionare
le cose, soprattutto raccogliendo gli appelli dei cittadini
quando c’è una situazione di emergenza. Non si possono
ignorare per anni caditoie e tombini ostruiti o l’asfalto
ammalorato in gran parte delle strade che al minimo accenno
di maltempo si sgretola puntualmente aprendo buche e voragini
pericolose. È arrivato il momento di riflettere su
questi disagi e sui fenomeni atmosferici estremi, che in futuro
potranno soltanto aumentare, e trovare le contromisure per
rendere l’ambiente più vivibile. La storia ci insegna
che le variazioni climatiche sono fenomeni naturali che si
ripetono ciclicamente nel tempo e che l’uomo è sempre
riuscito a controllare l’ambiente. Non è possibile
che una civiltà tecnologica come l’attuale si arrenda
di fronte ai nuovi fenomeni atmosferici, basta riflettere
e trovare le soluzioni più giuste.
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