Torniamo
a fare comunità ! |
20
gennaio 2020 - Dagli anni ‘settanta ad oggi sono
trascorse poche decine d’anni che hanno profondamente modificato
la nostra città, soprattutto nei rapporti tra le persone.
Per chi la ricorda era una Roma profondamente diversa in cui
le porte delle abitazioni erano costantemente aperte e, sui
pianerottoli, i bambini giocavano diffondendo la loro allegria
contagiosa. In un condominio ci si conosceva tutti e ognuno
era pronto a dare una mano a chi ne aveva più bisogno
sapendo che un giorno il favore fatto oggi ti sarebbe stato
restituito. Avevamo molto meno di adesso ma la solidarietà
e la socialità erano le nostre ricchezze e i nostri
valori. Che cosa sia successo da allora per arrivare al punto
che le nostre paure ci costringono a rinchiuderci nei bunker
dei nostri appartamenti si può solo ipotizzare, anche
se, su questo argomento, si potrebbero scrivere interi trattati.
L’incomprensione e la mancanza di dialogo si sono
trasformate in tante solitudini, sia tra le persone
anziane che tra i giovani e all’interno della comunità
e delle nostre stesse famiglie. In un mondo globalizzato,
dove tutti scrivono, bloggano, twittano, usano bene tutti
gli strumenti che la tecnologia mette a loro disposizione
e partecipano così alla grande conversazione globale,
si è sempre più soli e ci si perde in un mondo
cibernetico che non è il mondo reale. In poche parole,
si crea un ecosistema protetto, isolato rispetto alle dinamiche
della società civile, dove prevale il confronto e l’unione
con i propri simili e si escludono le voci diverse. Senza
la rete e i gruppi sociali, i nostri nonni si sentivano molto
più partecipi della comunità rispetto ad oggi.
Perfino nelle associazioni e nei comitati prevale quel senso
di egoismo che sacrifica la socialità sull’altare della
difesa delle proprie individualità. Non c’è
più collaborazione e aumenta sempre più quello
che divide da quello che unisce facendo prevalere la voglia
di protagonismo.
Proviamo a rilanciare un modo diverso di fare comunità
all’interno del nostro territorio. Il primo esempio ci arriva
proprio dall’Università Popolare Michele Testa, dove
un gruppo di persone intende mettere a disposizione di tutti
il loro “sapere” per far crescere la cultura nei quartieri.
L’offerta spazia dal teatro alla musica, dall’informazione
alla psicologia, dalla letteratura alla storia, dalla pedagogia
alla pittura. Quello che manca in questo momento sono soprattutto
gli spazi dove svolgere queste attività ma è
un problema che, con un po’ di lavoro e un po’ di buona volontà,
riusciremo a risolvere. Mutuo appoggio, socialità,
cooperazione, accoglienza, scambio culturale sono ingredienti
del nostro passato che devono ricominciare ad essere i primi
tasselli per costruire il nostro futuro.
Per quanto riguarda l’associazionismo, a breve ci saranno
due banchi di prova per dimostrare la voglia di fare comunità:
i cinquant’anni dalla fondazione di Colli Aniene (2022)
e i cento anni dalla nascita di Tor Sapienza (2023).
Se le associazioni riusciranno nel tentativo di trovare una
nuova unione nell’organizzare al meglio i due eventi, come
accadde per i 40
anni di Colli Aniene o come lo fu per la Solidarietà
per Amatrice , significherà che il tentativo di
“tornare a lavorare per la comunità” ha avuto successo.
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Il
libro Fuga oltre le Colonne d'Ercole di Antonio
Barcella, acquistabile anche con la “carta
del docente” o con il “bonus
cultura”, può essere ordinato sui seguenti
circuiti on line ed è prenotabile nelle principali
librerie:
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