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febbraio 2020 - Nel periodo natalizio è stata
realizzata una recinzione metallica posizionata tra i 30 e
i 50 metri dalle mura perimetrali, che ha isolato il Casale
della Cervelletta. Pur essendo da tempo conosciuto come parte
attiva e impegnata nella salvaguardia del complesso monumentale,
nessuna comunicazione è arrivata al Coordinamento “Uniti
per la Cervelletta” dal competente Municipio IV, né
tantomeno dal Comune di Roma (dipartimento Ambiente) che ha
commissionato a una ditta di Latina “l’ingabbiamento” totale
della struttura e di gran parte della circostante area verde.
Di più: della recinzione non è stata neppure
informata RomaNatura, l’Ente regionale che gestisce la Riserva
Naturale della Valle dell’Aniene (di cui è parte l’area
della Cervelletta).
Il fine della recinzione, per quanto riferito a livello municipale,
è “l'interdizione dell'area circostante per i famosi
dieci metri di distanza per tutto il perimetro” cosa
che infatti era prevista nel sopralluogo al casale “esaminato
a vista e sommariamente” nel già lontano 16 novembre
del 2017. Ma c’è poi qualcosa che ha dell’incredibile:
la recinzione sarebbe stata realizzata senza il benché
minimo riferimento al citato sopralluogo del 2017. Sul Casale
della Cervelletta sarebbe dovuta intervenire “Roma Capitale“
nella sua interezza convocando “… attorno a un Tavolo
tutti i soggetti affinché venga chiarito che tutti,
pro quota, hanno un po' dello sforzo necessario a dare risposta
concreta ai cittadini”
Con queste parole si era correttamente espresso , ispirato
ad una sana razionalità organizzativa, il Vicedirettore
Generale Area Tematica Servizi al Territorio, Ing. Roberto
Botta in una commissione convocata alla Cervelletta (22 maggio
c.a.); appunto! Esattamente il contrario: qui la mano destra
sembra di un corpo diverso da quello della mano sinistra.
Grazie
alla azione del Coordinamento Uniti per la Cervelletta e alla
attenzione della VI commissione e della sua Presidente arch.
Guadagno, nel marzo 2019 erano stati recuperati fondi vincolati
dal 2014 e relativi a un progetto (definitivo) di messa in
sicurezza. La Presidente della Commissione Cultura assunse
l’impegno di inserire quei fondi in assestamento di bilancio
(luglio 2019) per renderli, finalmente, utilizzabili: impegno
onorato. Si era fiduciosi tanto da promuovere alla ripresa
autunnale un incontro perché la torre e il casale alla
fine si potevano finalmente salvare dal progressivo degrado
e da possibili crolli. I rappresentanti del Comune, del IV
Municipio, il Presidente di RomaNatura, docenti di architettura
Roma 3, parteciparono ad una vera festa con dolci, torte e
champagne: a ripensarci, alla luce delle recenti notizie,
viene su l’acido.
Infatti e sempre nel periodo natalizio quello stanziamento
(213.000 euro) e tutti gli impegni assunti erano svaniti:
chi ne aveva la responsabilità e il dovere (Dipartimento
Ambiente di Roma Capitale) non aveva impegnato la somma. La
messa in sicurezza della Torre, una operazione che i Vigili
del fuoco fanno in 48 ore, dopo cinque mesi dal resuscitato
stanziamento, ritornava ad essere un sogno; il pericolo di
un crollo della torre, previsto entro due anni da autorevoli
docenti nel 2018, con questi cosiddetti “amministratori” si
trasformava in una quasi certezza.
Torre
e casale senza possibilità di intervento per la messa
in sicurezza; una recinzione illogica, sovradimensionata e
inutile che limita il godimento del parco, impedisce la programmazione
estiva del “Cinema America”, induce nell’immaginario collettivo
l’idea di una struttura a perdere.
Un
senso di rivolta ha percorso i cittadini di Colli Aniene,
di Tor Cervara, la Rustica, Tor Sapienza: l’orientamento diffuso
era che “una amministrazione incapace, che non svolge i propri
compiti e abbandona i territori è una amministrazione
da dichiarare illegale; merita, nei suoi responsabili politici
e amministrativi, una denuncia”; ma altre e più radicali
idee hanno percorso i comitati e la cittadinanza.
Si è scelto di non partecipare alle già convocate
Commissioni Capitoline (Cultura e ambiente) contestando così
il ruolo delle istituzioni e contemporaneamente ipotizzando
altre iniziative. Nel mentre sono arrivati alcuni segnali:
positivi ma ancora molto deboli e che andranno verificati.
Non dismettiamo la nostra battaglia perché quella interdizione
e la recinzione siano assolutamente ripensate; perché
i vincoli storici, culturali e ambientali trovino nel restauro
il giusto riscontro.
“Uniti per la Cervelletta”, i cittadini della Tiburtina
e di Tor Sapienza continueranno a rappresentare come la storia,
la cultura e la ricchezza dei territori viene sperperata.
Con la consapevolezza che i politici passano, i cittadini
rimangono (e hanno buona memoria).