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aprile 2020 - Riceviamo e volentieri pubblichiamo
il messaggio inviato da un nostro lettore: " E’ uno
spettacolo che dura pochi giorni: sono fioriti gli iris gialli
nella Riserva Naturale Valle dell’Aniene. Io ho la fortuna
di abitare a poca distanza dal luogo. E’ bellissimo l’iris
giallo, il giaggiolo acquatico (Iris pseudacorus). Delicato,
da ammirare e fotografare, non da cogliere ovviamente, dura
poco. Nulla va colto, nulla va toccato in una riserva naturale.
La vegetazione cresce libera, l’odore della libertà
è nell’aria, e per me andarvi a passeggiare è
stato un modo per festeggiare il giorno del 25 aprile. Ero
piccolo quando finì la guerra. Certamente apprendendo
la notizia non pensai che sarebbero finite le fughe da casa,
al suono delle sirene d’allarme. Finirono. Ma la paura ti
resta dentro Non c’erano rifugi a Carrara. Alle volte la notte
si andava a dormire giù a piano terra, nei locali che
Iride, la vinaia, ci aveva messo a disposizione. Di giorno
si correva appena fuori città, in campagna. C’era un
torrentello d’acqua limpidissima, le donne ci lavavano i panni,
per noi ragazzi era una fonte inesauribile di giochi. Non
ricordo se a primavera sulle sponde crescessero gli iris gialli.
Ricordo, sospese sull’acqua, le libellule azzurre.
Questa lettera, pubblicata da Il Corriere della Sera, la scrissi
l’anno scorso. Quest’anno vorrei ripetere la mia passeggiata.
Vorrei rivedere gli iris gialli. Per favore, signori che ci
governate, almeno quel giorno, il giorno della Liberazione,
mi restituite la mia libertà? Perché, vedete,
le restrizioni sensate, ragionevoli, si accettano volentieri,
proprio perché sono sensate, ma le restrizioni irragionevoli
non si accettano volentieri. Non si comprende perché
mi si dia la possibilità di fare qualche chilometro
girando in tondo attorno al palazzo dove abito, col rischio
d’incrociare diverse persone, e mi si vieti di fare qualche
chilometro allontanandomi dall’abitazione, solo, lontano dalla
gente. Voglio sperare che certe limitazioni assurde della
mia libertà non siano da attribuire a cattiva volontà,
ma solo ad ingenuità, che poi è un eufemismo
per non dire un’altra parola. Renato P."
Fotografia
di Antonio Barcella