2
giugno 2020 - Riparte la competizione i “Luoghi
del cuore” del FAI (Fondo Ambiente Italiano) dopo lo straordinario
risultato dello scorsa edizione per il Casale della Cervelletta
che si è posizionato al primo posto della città
di Roma e al primo posto del Lazio lasciandosi alle spalle
concorrenti molto agguerriti. Oltre 14.000 firme che sono
servite ad accendere i riflettori sulla situazione attuale
del monumento con la sua chiusura e la necessità di
lavori urgenti di messa in sicurezza. La domanda che certamente
qualcuno si pone è: “Vale la pena di partecipare ad
una nuova competizione dopo che, a fronte del risultato straordinario,
nessun contributo è arrivato dal FAI per finanziare
i progetti per il Casale?”. Chiedere nuove firme, senza poter
spiegare perché la precedente consultazione non ha
portato a nulla di concreto, è una cosa difficile da
ottenere. Allora è opportuno spiegare il meccanismo
del bando di questa sfida. Il progetto non va presentato dalla
macchina organizzativa sostenitrice della richiesta, nel caso
precedente dal Coordinamento Uniti per la Cervelletta
e dall’Associazione Vivere a Colli Aniene,
ma dal proprietario del bene che in questo caso è il
Comune di Roma. Ma è noto a tutti che la burocrazia
di questa città non si sposa molto bene con i tempi
ristretti di una gara del genere e, quindi, saremo sempre
penalizzati nei confronti di piccoli comuni che ricevono il
supporto delle loro amministrazioni locali. È in questo
modo che un progetto che non si è classificato ne al
primo e neppure al secondo posto vince sugli altri. Allora
che cosa dobbiamo fare, boicottare la gara del FAI? Prima
di rispondere a questa domanda, dobbiamo fare un’importante
considerazione: la competizione del FAI è certamente
servita a dare “cassa di risonanza” al problema
della Cervelletta ed è riuscita nell’intento di essere
ascoltati dalle istituzioni. Ne è conseguito che a
breve saranno avviati i lavori per mettere in sicurezza la
Torre medievale. Un risultato piccolo ma da non sottovalutare
visto che, grazie soprattutto ai ragazzi del Cinema America,
altri lavori sono stati avviati nel parco con i fondi della
Regione Lazio. Una sinergia che dovrà continuare in
futuro fino a che il Casale, o parte di lui, non sarà
restituito alla comunità.
Ognuno è libero di pensarla come vuole. Io
non farò mai mancare la mia firma a sostegno del “Colosseo
di Roma Est” su qualsiasi tavolo, tanto più quello
del FAI. E se anche tu la pensi come me, inserisci
il tuo voto
sul sito del FAI e aiuta a raccogliere altre firme attraverso
il modulo e, quando è completo, invialo all’indirizzo
email redazione@collianiene.org
. Tutti possiamo fare qualcosa per il nostro territorio.
Il
Casale della Cervelletta - Arroccato su una rupe
tufacea a controllo delle antiche vie Collatina e Prenestina
e della Valle dell'Aniene, il complesso fortificato della
Cervelletta emerge con la sua alta torre medievale circondata
da massicci corpi di fabbrica. Secondi alcuni studiosi, il
toponimo sarebbe la corruzione del termine cervaretto(da cui
Cervarettae quindi Cervelletta), derivante dalla presenza
nel territorio di riserve di cervi. Altri invece ipotizzano
una derivazione dal latino acervus(cumulo) per la presenza
delle vicine cave romane (Tor Cervara), dove si creavano imponenti
cumuli dagli scarti di lavorazione ed estrazione del tufo.
La tenuta della Cervelletta era un vasto fondo medievale di
proprietà ecclesiastica, che fu prima del monastero
di S. Tommaso in Formis (bolla di Innocenzo III del 1202)
con la denominazione di Casale sancti loci, poi della Basilica
Lateranense ed in seguito della Basilica di S. Lorenzo fuori
le mura. Nel XVI secolo il fondo venne rilevato dalla famiglia
Sforza che lo tenne sino al 1628, quando venne acquistato
dal Cardinale Scipione Borghese; a questa famiglia si deve
la trasformazione del casale in elegante residenza di campagna
e lo sviluppo della sua parte produttiva. Proprio nel corso
del XVII secolo, nelle piante del Catasto Alessandrino, la
tenuta compare con il nome con cui è oggi nota di Casale
della Cervelletta. Nel 1835 il fondo passಠalla
famiglia Salviati, che realizzo' la bonifica del territorio
colpito dalla malaria. Il complesso della Cervelletta oggi
si presenta come una struttura composita, frutto di stratificazioni
secolari ed insieme delle trasformazioni funzionali che ha
subito: da sistema fortificato a centro direzionale di una
vasta tenuta agricola ed ancora a dimora signorile. La struttura
è costituita da un corpo centrale voluto dai Borghese,
il cui stemma di famiglia campeggiava sino al 1950 sulla finestra
centrale del piano superiore; l'accesso al casale avviene
attraverso un elegante portale che immette in un portico,
il quale a sua volta conduce agli ambienti residenziali e,
attraverso un cortile interno, agli spazi di servizio con
le stalle ed i fienili. Nel piano nobile è un salone
con camino, sul quale è dipinto lo stemma della famiglia
Salviati; degna di nota è anche l'ampia loggia coperta,
caratterizzata da due grandi aperture ad arco. La torre medievale
(XII sec.), coronata da merlatura guelfa, è di notevole
altezza (circa 30 metri) e presenta resti di feritoie e di
mensole di sostegno dei ballatoi, ad indicare l'originaria
funzione giurisdizionale e di vedetta. Una cappella dedicata
all'Assunta sorgeva invece dove oggi si trova la Chiesa di
S. Maria Immacolata, eretta nel 1911 su disegno del Marchese
Carlo Lepri. Oggi,dall'altura su cui si erge il complesso,è
possibile percepire il suo isolamento e l'assedio progressivo
degli edifici e dell'urbanizzazione moderna che minacciano
e modificano progressivamente il paesaggio antico, di cui
il casale rappresenta uno degli ultimi e precari testimoni.