12
giugno 2020 - Ospitiamo volentieri l'articolo di
Elio Romano, leader del Coordinamento Uniti per la Cervelletta,
perchè ne condividiamo ogni parola. Il nostro sostegno
va a tutti quei progetti che tentano di alzare il livello
culturale e sociale di una periferia abbandonata troppo spesso
al suo destino.
"Nei
nostri quartieri - scrive Elio Romano - le occasioni
di incontro e di socializzazione si realizzano abitualmente
nei supermercati, nei bar, alla posta . Fatte salve le messe
domenicali, di tanto in tanto associazioni, comitati e forze
sociali realizzano qualche evento, talvolta pregevole nell’impegno
e nei contenuti. Ma, appunto, si tratta di momenti, pomeriggi
o serate che seppur soddisfacenti non si imprimono nelle storie
personali o nell’immaginario collettivo. Dalle istituzioni
locali arriva ben poco e quel che arriva, quando non di scarsa
rilevanza, non graffia, non lascia segni.
Il Cinema America ha rotto questa tristezza realizzando arene
estive che hanno coinvolto e appassionato migliaia e migliaia
di persone; soprattutto giovani. Il che non è poco
se consideriamo la loro attuale condizione , sempre connessi
a internet e ai social ma con opportunità minime di
vere relazioni interpersonali e sociali.
Per due anni di seguito e per due mesi di fila il Cinema America
ha ricostruito un senso di comunità, ha prodotto cultura
con film e dibattiti, ha fatto dialogare il centro e la periferia,
ha mischiato i saperi e le emozioni. Nella sostanza ha fatto
società diventando uno splendido centro di attenzione
e partecipazione, proiettando una immagine positiva e culturalmente
viva della città di Roma. Viene in mente Moravia quando
affermava che “la capitale, prima di tutto, è o dovrebbe
essere il centro della cultura del Paese”
Proprio la capitale, con i suoi centri di poteri e sottopoteri,
con la sua smania di profitto, con l’ostinata pratica di commercializzare
il bello e il buono che esiste, ha manifestato contrarietà,
risentimento e forse un po’ di invidia.
Ogni stagione estiva delle arene ha dovuto superare contrasti
e veleni, burocrazie impazzite, reprimende e persino violenze
fisiche. Ed oggi il Cinema America viene colpito nella sua
sostanza, la possibilità di proiettare liberamente
pellicole anche se fuori dal mercato dei circuiti cinematografici.
Per la città una barbarie, un pugno nello stomaco ai
tanti cittadini e ai territori che hanno usufruito delle arene
e che ne aspettavano il ritorno specie dopo tanto soffrire
per la pandemia. Chi ne ha responsabilità non fa un
buon servizio alla città e renderà la città
più grigia anche nel sole dell’estate."