18
giugno 2020 - “Quattrocentonovantotto €”
questa la cifra spesa nel 2019 da una famiglia laziale per
la bolletta idrica (434€ la media nazionale), con un aumento
del 4,9% rispetto al 2018, l’incremento più elevato
a livello nazionale. Frosinone e Viterbo i capoluoghi di provincia
più cari con una spesa media a famiglia di 780€ nel
primo caso e 500 nel secondo, Rieti la più economica
con 345€.
Le
regioni centrali confermano il primato per le tariffe più
alte con €595 annuali (+2,7% rispetto al 2018) ma l’incremento
maggiore si rileva nel Sud e Isole (+3,1%). A livello regionale,
le famiglie più “tartassate” risiedono nell’ordine
in Toscana (688€), Umbria (531€), Marche (527€) ed Emilia
Romagna (511€). La regione più economica resta il Molise
con 163€ l’anno.
Notevoli
spesso le differenze tariffarie anche fra i singoli capoluoghi
di provincia della stessa regione: nel Lazio, si va dai 780€
di Frosinone ai 345€ di Rieti.
La
fotografia emerge dall’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva
realizzato nell'ambito del progetto “Consapevolmente consumatore,
ugualmente cittadino”, finanziato dal Ministero dello sviluppo
economico (DM 7 febbraio 2018). Le tariffe sono indicate rispetto
ad una famiglia tipo di tre componenti ed un consumo annuo
di 192 metri cubi.
Con
un uso più consapevole e razionale di acqua, che abbiamo
quantizzato in 150mc invece di 192mc l’anno, una famiglia
media avrebbe un risparmio medio di 115€ circa a livello nazionale
e di circa 124 euro nel Lazio.
Ad esempio, in un anno si possono risparmiare 42mc di acqua
con questi piccoli accorgimenti: sostituendo, una volta su
due, la doccia al bagno (risparmio di 4,5mc), riparando un
rubinetto (21mc), usando lavatrice e lavastoviglie solo a
pieno carico (8,2mc), chiudendo il rubinetto mentre si lavano
i denti (8,7mc).
Tutto
il Dossier, con i dati nazionali e regione per regione, è
disponibile su www.cittadinanzattiva.it.
Il rapporto restituisce una fotografia della purtroppo disparata
geografia dell’Italia in termini di erogazione del servizio
idrico integrato riguardo gli aspetti tariffari, la qualità
e le tutele. Tali informazioni sono disponibili, con indicazione
precisa delle fonti su INFORMAP,
la cartina navigabile che rende fruibili, per ogni capoluogo
di provincia, informazioni e approfondimenti su tariffe e
agevolazioni, qualità, tutele e altri riferimenti utili.
È inoltre attivo il numero telefonico 06/36718040 (lunedì
dalle 14,30 alle 17,30 - mercoledì e venerdì
dalle 10 alle 13) per informazioni ai cittadini sui servizi
pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporto pubblico locale,
asili nido comunali).
I
DATI SULLA DISPERSIONE IDRICA
In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, dagli
ultimi dati Istat disponibili (2018) emerge che a livello
nazionale va dispersa il 37% dell'acqua immessa, con evidenti
differenze nelle differenti aree geografiche e singole regioni:
si va dal 45% nel Sud ed isole, al 40% al Centro e al 29%
al Nord. In testa per livelli di dispersione il Lazio
con il 56%, segue la Sardegna con il 52% e l'Abruzzo con il
51%.
Le cause sono da ricercare nella vetustà delle reti
e degli impianti che, soprattutto nei grandi centri urbani,
sono stati realizzati da oltre 30 anni nel 60% dei casi e
da oltre 50 anni nel 25%.
FAMIGLIE
SODDISFATTE DELL’ACQUA PUBBLICA?
Famiglie mediamente soddisfatte dell’acqua di rubinetto ma
vorrebbero vederci chiaro su qualità e bollette. Secondo
dati Istat, l’86,6% delle famiglie si dichiara molto (22,2%)
o abbastanza soddisfatte (64,4%) del servizio idrico, contro
un 13,3% poco o per niente soddisfatto. I livelli di soddisfazione
espressi dalle famiglie italiane diminuiscono spostandosi
dalle aree del Nord verso il Centro e quindi al Sud e nelle
Isole. Le criticità più marcate riguardano soprattutto
Calabria, Sardegna e Sicilia, dove le famiglie poco o per
niente soddisfatte rappresentano rispettivamente il 36%, il
35,1% e il 29,1% del totale. in particolare una famiglia su
tre si dichiara poco soddisfatta della comprensibilità
delle bollette, quasi una su quattro di odore, limpidezza
e sapore dell'acqua di rubinetto.
Dalla nostra analisi delle Carte dei servizi, emerge inoltre
che nel 63% non viene data alcuna informazione sul bonus sociale
a disposizione delle famiglie e in un caso su tre non viene
data alcuna informazione sulla qualità dell’acqua erogata.