Il Comune di Roma multa AMA per i disservizi
ma non restituisce nulla ai cittadini
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14
settembre 2020 - L’amministrazione capitolina multa
AMA di 5 milioni di euro per i disservizi all’utenza del 2019
ma non restituisce nulla ai cittadini che pagano la TARI più
alta d’Italia. A questa multa si aggiungono anche le penali
per il 2017 e il 2018 per complessivi 18 milioni di euro.
È l’ennesima farsa di un’amministrazione pubblica che
multa se stessa senza corresponsione del danno a chi l’ha
veramente subito. Bisognerà sentire un avvocato o un’associazione
per la tutela dei diritti dei cittadini per valutare se ci
sono i presupposti per una Class Action ossia un’azione legale
collettiva condotta per il risarcimento di un danno subito
da un gruppo di cittadini, consumatori o utenti. E tutto questo
accade in un momento in cui abbiamo il quartiere più
sporco del passato a causa dei bidoni della raccolta in strada
grazie ad una unilaterale decisione di AMA di non usare più
gli stanzini adibiti per il servizio. Cornacchie e topi la
fanno da padroni e possiamo prevedere anche l’arrivo dei cinghiali
e di altri animali quando la situazione peggiorerà
ulteriormente con la conclusione della stagione estiva e il
rientro di molti romani dai luoghi di vacanza.
A Roma, la gestione disastrosa della raccolta dei rifiuti
va quantomeno ripensata, a partire dai sistemi di raccolta
fino allo smaltimento definitivo del rifiuto. La municipalizzata
non ha prodotto i risultati minimi richiesti dall’utenza e
quindi occorre rimettere in discussione il monopolio di cui
si avvale. Una gara pubblica sembrerebbe la soluzione più
facile ma noi riteniamo che, con una direzione oculata ed
efficiente dell’azienda si potrebbero ottenere risultati forse
insperati. Del resto, in altre parti d’Italia ci sono tanti
esempi di gestione pubblica della raccolta dei rifiuti che
riesce a funzionare con l’apprezzamento dell’utenza. Possibile
che a Roma tutto ciò che è a partecipazione
comunale funziona male o non funziona affatto?
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