Caos raccolta rifiuti a Colli Aniene per
i conflitti tra AMA e Comune di Roma
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19
ottobre 2020 - AMA non ha risposta all’intimazione
di rimuovere i contenitori stradali proveniente dall’ Assessora
ai Rifiuti Katia Ziantoni e dalla Commissione Ambiente e a
pagarne le spese di questa contesa è un intero quartiere
che si ritrova in strada sia i bidoncini della raccolta porta
a porta e sia gli odiati cassonetti stradali che stanno già
dimostrando tutti i loro limiti. Gli utenti sono sconcertati
e non sanno quali recipienti usare mentre le strade di Colli
Aniene mostrano uno spettacolo orrendo con la presenza in
strada del doppio dei contenitori occorrenti che occupano
suolo pubblico a discapito di parcheggi auto e con un degrado
avanzante. Oltretutto ci piacerebbe capire chi è il
progettista di questi nuovi contenitori che in tempo di pandemia
elimina pedaliere e maniglie di apertura, riducendo in certi
casi (vedi contenitore della plastica e dell’umido) lo spazio
di entrata del materiale ostacolando lo sversamento del rifiuto
nel maxi bidone. Queste modifiche creano tappi di entrata
del materiale che hanno come conseguenza l'abbandono dei sacchetti
ai piedi del contenitore provocando un degrado che non avevamo
mai visto a Colli Aniene. Oltretutto sono già stati
fotografati furgoni provenienti da fuori quartiere che smaltiscono
materiali in questi cassonetti mentre è tornato l’incivile
abbandono di divani e maxi rifiuti accanto ai contenitori
accompagnato dal fenomeno del rovistaggio che era pressoché
scomparso da questo quartiere.
La
contesa tra Assessorato ed AMA si arricchisce di nuovi episodi.
L’Assessora ai rifiuti Katia Ziantoni, secondo quanto riportato
dall’agenzia Dire, in una lettera del 9 ottobre (indirizzata
anche all’amministratore unico della municipalizzata, Stefano
Zaghis, e all’assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti) ha elencato
le osservazioni che Ama dovrà recepire. Riportiamo
lo stralcio sulla questione PAP di Colli Aniene: “La municipalizzata
e’ alle prese con diverse sanzioni della ASL sulla modalità
di raccolta domiciliare (vedi la vicenda di Colli Aniene)
e in questi casi (ma anche lì’ dove il porta a porta
non si può fare per motivi ‘strutturali’) intende sostituirla
con le cosiddette Isole Ecologiche di Base (postazioni stradali
chiuse alle quali si accede tramite card e complete di tutti
i tipi di cassonetti, compresi quelli del vetro, potature
e vestiti).
‘Dal confronto con le performance raggiunte (in termini di
percentuale di RD) dalle diverse modalità di raccolta,
si evince che si possono ottenere risultati paragonabili o
addirittura superiori a quelli ottenuti con il PAP- scrive
Ama nel piano- attraverso la realizzazione di postazioni complete
con sistemi di chiusura (Isole Ecologiche di Base). Ama intende
perseguire entra,ve le modalità di raccolta (PAP e
Isole Ecologiche di Base) in funzione delle specifiche caratteristiche
abitative, territoriali ed urbanistiche, ottimizzando il rapporto
qualità/costo e soddisfazione del cliente finale’.
E ancora: ‘Il PAP verrà mantenuto nei territori attualmente
serviti dalla raccolta domiciliare (al netto delle prescrizioni
delle ASL) e che si prestano a tale modalità di raccolta’.
La dicitura ‘al netto delle prescrizioni delle ASL’ non è
piaciuta per niente alla Ziantoni che nella lettera non usa
mezzi termini per richiamare Ama: ‘L’analisi sul sistema di
raccolta porta a porta e stradale viene fatta esclusivamente
sulla base di logiche economiche, senza considerare la sostenibilità
ambientale del modello domiciliare in termini di migliore
qualità merceologica dei materiali conferiti, di responsabilizzazione
dell’utente, di miglioramento del decoro e dell’immagine della
città, legati anche al fenomeno della migrazione dei
rifiuti, tipico del modello di raccolta stradale. Un elemento
che non scompare nemmeno con i cosiddetti ‘cassonetti intelligenti’,
soprattutto a Roma, dove la mappatura delle utenze risulta
spesso disallineata e il numero di persone provenienti dalla
Provincia e dalla Regione contribuisce ad un aumento di produzione
del rifiuto, pur non essendo residente nella Capitale’.
Per l’assessora la municipalizzata sta guardando a un modello
antitetico a quello dell’economia circolare: ‘In tale senso,
tutte le premesse orienterebbero le scelte dell’azienda verso
un sistema prettamente stradale guardando a realtà,
come quella di Ferrara, basata su un sistema impiantistico
fatto di inceneritori e discariche. L’obiettivo dell’economia
circolare e della valorizzazione della raccolta differenziata
viene sostituito, nei fatti, da un modello di economia cd
‘lineare’. La dicitura ‘al netto delle prescrizioni della
ASL’, alla luce delle recenti vicende, appare del tutto strumentale
se, anziché programmare l’adeguamento dei sistemi PAP
a fronte di un’analisi puntuale e di una concertazione con
i tritoni, questa diviene lo strumento per tornare arbitrariamente
e indistintamente alla raccolta stradale’.
Pertanto ‘Sarebbe opportuno- si legge ancora- che Ama si impegnasse,
sul piano industriale, al mantenimento dell’attuale numero
di utenze servite con PAP, adeguando i modelli di raccolta
attraverso la consegna e/o dotazione di mastelli con RFID,
in linea con quanto già fatto nei municipi VI e X,
visti anche gli ingenti investimenti di cui Ama non può
non tenere conto. Ama dovrà anche chiarire se la gara
aggiudicata per l’acquisto di mastelli RFID copre l’attuale
numero di utenze servite con PAP o se consente l’estensione
della raccolta domiciliare, come indicato nella delibera 47/2017.
L’inserimento di tale clausola e i chiarimenti sulle forniture
rappresentano la necessaria sintesi tra la delibera 47/2017
e gli obiettivi del nuovo piano industriale, nel rispetto
degli indirizzi dati da Roma Capitale’.”
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