Una freccia che parte da Colli Aniene
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12
novembre 2020 - Come è nostra usanza diamo
spazio agli atleti del territorio che si distinguono nello
sport a livello nazionale o internazionale. Andrea Toderi,
classe 1988, Arciere e Allenatore, laureando in Scienze Motorie.
Nato e cresciuto a Colli Aniene, partendo dalle scuole elementari,
medie e superiori passando per lo sport, i luoghi d’incontro
e gli amici di sempre.
“Ho giocato a pallone praticamente in ogni angolo verde
del nostro bel quartiere, e ne sono orgoglioso. Crescere in
un quartiere come questo e viverci anche da adulto è
una cosa indescrivibile. Ho ricordi praticamente in ogni angolo.
Anche oggi, a 32 anni, con gli amici di una vita ci vediamo
ancora allo stesso posto…”
Figlio d’arte, eredita la passione dei suoi genitori già
in giovane età. Il tiro con l’arco. Solitamente si
dice che 9 ragazzi su 10 scelgano il calcio o uno sport più
rinomato. Andrea invece si è innamorato dell’Arco,
ma è stato un amore che è sbocciato solo dopo
un po' di tempo…
“Da bambino mi piaceva molto il fatto che l’arco fosse
uno sport da svolgere all’aria aperta, in mezzo alla natura.
E’ questa è la cosa che mi ha sempre affascinato. Confesso
però che all’epoca era il basket la mia grande passione.
Ho giocato a minibasket qui a Colli Aniene e, rimanendo sempre
in zona, ho fatto anche tutta la trafila dalle giovanili alle
squadre senior.”
Però poi quel “richiamo”, dell’arco e della natura,
ha trionfato. Fino a compiere una scelta di vita molto importante,
investendo non solo il proprio tempo nell’allenamento personale
ma anche costruendo una carriera da allenatore basata sulla
ricerca di sempre maggiori competenze.
“Sono un tesserato della Federazione Tiro con l’Arco dal
1997, presso la società che per me è una seconda
casa. La Arco Sport Roma, sita in Via Rolando Lanari a Tor
Tre Teste. Un vero e proprio angolo di paradiso. Ho tirato
con l’arco dai 10 anni fino ai 16 circa. Non ero certo una
grande promessa, anzi. Tutt’altro. Ero un ragazzo come tanti.
Appassionato si, ma non dotato di eccessivo talento. Poi,
complice anche un periodo non troppo roseo della mia vita,
ho smesso. Era il 2005. Dal 2006 al 2012 ho giocato nuovamente
a pallacanestro, completando un po' quel discorso lasciato
a metà da piccolo e arrivando fino in Serie D. Sentivo
però che qualcosa mancava… La voglia di fare di nuovo
centro con l’arco, col passare del tempo, si faceva sempre
più forte. Cosi, nel 2012, spolverai nuovamente la
mia vecchia borsa dell’arco e richiusi nell’armadio la palla
a spicchi.”
Una ripresa non certo facile, dopo uno stop cosi prolungato.
“Sette anni di stop non sono pochi. Soprattutto quando
smetti da ragazzo e ritorni da uomo. Con una corporatura e
una testa totalmente diversa. I primi anni sono stati molto
difficili, perché la testa e il fisico non erano molto
allineate. C’è voluto del tempo per togliere la ruggine,
e costruire qualcosa di positivo.”
Parallelamente
alla sua attività come atleta, negli anni ha conseguito
il diploma di Istruttore di 1° e 2° livello e quello
di Allenatore, il 3° livello. Non contento, ha deciso
di aumentare ancor più le proprie competenze da insegnante
iscrivendosi, a 30 anni, all’Università per laurearsi
in Scienze delle Attività Motorie e Sportive.
“Da bambino sono sempre stato un compagnone, e da adulto
non potevo essere da meno. Mi piace stare in compagnia. Mi
piace la socialità. E l’ambiente del tiro con l’arco
è sicuramente un bel posto in cui trascorrere il proprio
tempo. Questo ovviamente, senza nulla togliere al lato agonistico
del nostro sport. Nel 2014 ho deciso di intraprendere la carriera
da tecnico, cercando di trasmettere alle nuove generazioni
di arcieri quelle nozioni che ho acquisito negli anni. Ma
per diventare un buon insegnante, bisogna studiare e parecchio.
La propria esperienza personale è importantissima,
ma lo studio è altresì fondamentale. Per essere
dei buoni allenatori è indispensabile essere dei buoni
comunicatori. E io, nel mio piccolo, cerco di investire le
mie risorse nell’acquisizione di un sempre maggior numero
di competenze.”
Competenze che sono necessarie quando ci si dedica totalmente
all’insegnamento, soprattutto con atleti delle classi giovanili.
Perché Andrea è ormai un punto di riferimento
per i giovani (e non) atleti della sua società e della
sua regione.
“Riuscire a comunicare con i giovani è una cosa
che mi riempie di orgoglio. Io che ero un ragazzo che non
sentiva mai ragioni e consigli, una testa calda, mi trovo
da adulto a parlare e far ragionare ragazzi che mi ricordano
molto il me stesso di una quindicina di anni fa. A quell’età
avere dei punti di riferimento è importantissimo ed
è per me un onore esserlo per alcuni di loro. Spero
di continuare a meritarlo, giorno dopo giorno, con i miei
comportamenti dentro e fuori dal campo. E devo dire che i
ragazzi, se stimolati correttamente, mettono tutto quello
che hanno sul campo di Tiro con l’Arco. E’ uno sport che li
aiuta molto ad affinare le loro capacità fisiche e
mentali. In questo sport la concentrazione e il lato psicologico
sono di fondamentale importanza per fare centro. Riporto testualmente
quanto mi dicono i genitori, affermando che anche grazie al
tiro con l’Arco questi ragazzi hanno miglioramenti anche i
tutti gli altri aspetti della loro vita. E questo non può
che rendere orgoglioso sia me, loro allenatore, sia la società
di cui faccio parte, la Arco Sport Roma del presidente Sante
Spigarelli, pluri-olimpionico e leggenda del tiro con l’arco
italiano.”
Conciliare l’attività come atleta e quella come allenatore
comporta un grande impegno, e non è sempre facile eccellere
in ambedue le cose. Ma è sicuramente un qualcosa che
da grandi soddisfazioni.
“Devo
ammettere che, crescendo come allenatore, pensavo di involvere
come atleta. In realtà è successo l’esatto opposto.
Negli ultimi anni sono riuscito, pur dando totalmente priorità
alla mia attività di allenatore, a togliermi buone
soddisfazioni anche come atleta. Ho conquistato un 9°
posto assoluto nella tappa delle World Series disputate a
Roma lo scorso anno, perdendo agli ottavi contro il campione
americano Brady Ellison, un po' come giocare a calcetto con
Lionel Messi, tanto per intenderci. E all’inizio del 2020,
poco prima della pandemia, mi sono classificato al 4°
posto ai Campionati Italiani Indoor superando in quell’occasione
vere e proprie leggende di questo sport.”
Non male per un “figlio di Colli Aniene”. Progetti per il
prossimo futuro?
“La situazione attuale è difficile e pensare al
futuro diventa complicato. Personalmente mi concentro molto
più sul momento presente. La pandemia sta mettendo
a dura prova tutti noi sportivi, a qualsiasi livello e in
qualsiasi disciplina. Ma è nostra responsabilità,
nella fattispecie, potendo ancora praticare il nostro sport
all’aperto con tutte le dovute precauzioni imposte dai DPCM,
dare ai praticanti del Tiro con l’Arco la possibilità
di continuare a vivere il loro sport, perché possono
farlo in totale sicurezza. Lo sport, nei momenti difficili
della vita, può essere una grande valvola di sfogo
e un grande stimolo a tirare fuori il meglio di noi. Come
detto in precedenza, è una grande responsabilità.
Ogni allenatore, istruttore o insegnante, in questo momento
storico, accetta tacitamente tutta una serie di rischi, ma
lo fa con gioia. Lo fa per portare avanti la propria passione,
e la passione delle persone che lo seguono. Mai come in questo
momento, è importante restare uniti per vincere questa
“particolare gara””.
A.S.D.
ARCO SPORT ROMA
Via Rolando Lanari SNC
06-2148351
www.arcosport.org
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