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novembre 2020 - Dopo la distruzione di gran parte
delle palme presenti nella città ad opera del “punteruolo
rosso”, un nuovo pericolo incombe sul patrimonio arboreo di
Colli Aniene e di tutta la città di Roma. L’invasione
di insetti battezzati “cocciniglia tartaruga” (Toumeyella
parvicornis) colpisce soprattutto i pini domestici o da pinoli
(Pinus pinea) ampiamente diffusi in aree private, pubbliche
e foreste del territorio regionale. Il parassita, un fitofago
che potrebbe causare gravi deperimenti alle alberature, è
ancora una volta una specie aliena arrivata sul nostro territorio
in maniera sconosciuta. La Toumeyella parvicornis è
una specie originaria del Nord America ed è stata segnalata
per la prima volta nei Caraibi (Isole Turks e Caicos) nel
2005 con infestazioni su Pinus caribaea. Viene chiamata anche
“cocciniglia tartaruga” per la rassomiglianza del proprio
scudetto al guscio della tartaruga. L'infestazione provoca
una riduzione nel vigore degli alberi e limita la produzione
di semi. Essa provoca anche deperimento delle piante attaccate
e spesso porta alla loro morte. La grande quantità
di melata prodotta dal parassita conferisce agli alberi attaccati
un aspetto lucido e favorisce il successivo sviluppo di fumaggine
che ricopre interamente gli aghi dei pini e i rami. Tale stratificazione
porta ad una riduzione della fotosintesi e quindi comporta
il deperimento degli alberi. Dalle osservazioni di campo effettuate
ai Caraibi (Malumphy et al., 2012) la T. parvicornis presenta
diversi cicli biologici durante l’anno. La cocciniglia potrebbe
avere un comportamento simile anche in territorio italiano,
ma è prematuro stabilire la sua biologia sulla base
delle osservazioni effettuate fino a questo momento. È
opportuno, pertanto, adottare specifiche misure fitosanitarie
idonee alla sua eliminazione radicale o almeno al suo contenimento
ed impedirne l’introduzione e la diffusione in nuove aree.
Nel quartiere di Colli Aniene vi sono già diversi pini
colpiti dalla cocciniglia tartaruga. In particolare, alcunii
alberi tra Via Giuseppe Spataro e Via Mario Cingolani sono
stati attaccati dal parassita e stanno perdendo tutta la chioma
verde coprendosi di una patina nera.
Toumeyella
parvicornis: rimedi e cure
La
metodica di lotta al parassita più promettente sono
i trattamenti endoterapici abbinati a lavaggi in chioma con
acqua e tensioattivi autorizzati o sali di potassio, meglio
se effettuati con getti ad alta pressione in modo da contrastare
la presenza di fumaggini e agire meccanicamente sugli stadi
fissi. Attualmente in ambito italiano i limitatori naturali
dello sviluppo della cocciniglia tartaruga sono estremamente
limitati; l’unico predatore rinvenuto con discreta attività
su T. parvicornis è il coccinellide Cryptolaemus montrouzieri
nell’estate 2016. Questa coccinella, già utilizzata
per il controllo naturale di altre cocciniglie, soprattutto
Planococcus citri, è fortemente specializzato come
predatore della cocciniglia farinosa degli agrumi, al punto
tale da aver sviluppato un perfetto mimetismo dei suoi stadi
larvali rispetto alle neanidi di planococco. Questo predatore
non è finora risultato troppo attivo nel lungo periodo
contro la Toumeyella.
Infine, in alcuni individui di T. parvicornis sono stati trovati
esemplari di un parassitoide del genere Metaphycus, la cui
attività parassitaria potrebbe, nel lungo periodo,
anch’essa contribuire a limitare le popolazioni della cocciniglia.
La presenza di questi parassiti e predatori naturali va sicuramente
salvaguardata anche quando si è costretti ad intervenire
con fitofarmaci in chioma per ridurre le infestazioni di Toumeyella.
(fonte Roma
Giardini ).
Regioni
come la Campania si sono già attrezzate per i trattamenti
e il monitoraggio del patrimonio arboreo colpito dall'insetto
nocivo. Nella nostra città il problema non è
certamente banale. L’azione del parassita su oltre 4 milioni
di pini presenti nella capitale potrebbe essere devastante.
I trattamenti sarebbero ancora in via sperimentale e dovrebbero
iniziare dalle ville storiche e monumentali del comune di
Roma. Auspichiamo che si proceda ad una accelerazione della
tutela del patrimonio arboreo prima che i “pini domestici”
facciano la stessa fine delle “palme” quasi scomparse dal
nostro territorio. È importante che si tuteli la periferia
nello stesso modo in cui si interviene nelle ville storiche
e nel centro storico.
La
segnalazione di questa problematica è giunta in redazione
grazie alla segnalazione inviata da Stefano A.