11
aprile 2021 - Dopo il massacro delle palme a Roma
ad opera del “punteruolo rosso”, senza che sia stato fatto
nulla per fermarlo, arriva un nuovo pericolo per il patrimonio
arboreo della capitale. Il paesaggio verde di Roma Capitale
rischia di essere modificato in modo irreparabile nel giro
di pochi mesi in conseguenza di abbattimenti indiscriminati
e patologie delle alberature. I Pini, i protagonisti eccellenti
del nostro paesaggio, dalle Pinete litoranee, all’ EUR e alle
aree centrali, colpiti dalla cocciniglia Toumeyella parvicornis,
che ha grande rapidità di diffusione, rischiano di
morire rapidamente, privi di cure. Raccogliamo l’appello di
Italia Nostra affinché si intervenga rapidamente per
fermare il parassita e curare le alberature che sono patrimonio
di tutti i cittadini.
“Tutte
le Istituzioni pubbliche competenti sono sollecitate a prendere
atto della gravissima patologia, Toumeyella parvicornis (
denominata anche coccinella tartaruga) che ha colpito già
migliaia di esemplari di Pini nella città di Roma,
e a mettere in atto quanto necessario per affrontare tale
emergenza con le cure necessarie con la massima urgenza per
salvare il nostro paesaggio.
Occorre
fermare subito la diffusione della patologia, che ha colpito
i Pini di Roma e che rischia di diffondersi in altre Regioni.
Dobbiamo subito intervenire per salvare circa 1 milione di
Pini presenti a Roma, fra pubblici e privati, e salvare il
paesaggio di Roma Capitale
Italia
Nostra Roma chiede
1. Ai Ministeri Mipaaf , Ministero dell’ Ambiente e Regione
Lazio: l’emanazione del Decreto per la “lotta obbligatoria”,
a carattere conservativo, per combattere la patologia della
Toumeyella parvicornis, che ha colpiti moltissimi Pini, individuando
i protocolli di cura , l’ endoterapia, con le relative autorizzazioni,
sulla base delle esperienze positive di cura, già effettuate,
l’abamectina ha dato ottimi risultati, per fermare la diffusione
della patologia. Occorre la lotta obbligatoria a carattere
conservativo perché sia il pubblico, che il privato
provvedano alle cure ed il patrimonio vegetale sia recuperato.
E’ necessario prevedere, la eventuale sostituzione obbligatoria,
in loco, degli alberi che dovessero morire con analoga specie
affinché non si modifichi il paesaggio della città.
2. Al Ministero dei Beni ed attività Culturali: di
mettere in atto un monitoraggio di questa grave situazione
per avviare interventi urgenti nelle aree di competenza diretta,
come le Ville storiche, il Parco archeologico dei Fori, Colle
Oppio, Passeggiata Archeologica, Parco dell’Appia, Ostia Antica
ecc., ma anche a tutela del contesto di paesaggio di Roma,
coordinando e stimolando immediati interventi per salvaguardare
tale patrimonio paesaggistico a partire dalle situazioni più
critiche.
3. Di avviare comunque studi e sperimentazioni a riguardo
con CNR, Università e soggetti specialistici, per verificare
ogni possibile ulteriore cura e monitorare i risultati degli
alberi curati.
4. A Regione Lazio e Roma Capitale: Mettere in atto azioni
urgenti e risolutive, prevedendo stanziamenti adeguati per
provvedere alle cure secondo due tipi di interventi: l’endoterapia
con il prodotto più adeguato allo stato attuale. (L’
endoterapia con abamectina ha già dato ottimi risultati
in molti contesti in cui si sta provvedendo, come ad esempio
l’ Accademia Americana a Roma, Cimitero Acattolico, Giardino
della Mortella ad Ischia) ed il lavaggio a pressione delle
chiome con adeguati preparati per eliminare la melata della
cocciniglia e la fumaggine.
5. A Roma Capitale: di fermare subito ogni abbattimento e
potatura dei Pini e alberi monumentali e provvedere ad un
Piano urgente, con specifici fondi, per la loro cura a partire
dalla Mappatura georeferenziata degli alberi, già colpiti
dalla patologia, e provvedere subito, come emergenza, agli
stanziamenti e agli interventi di endoterapia, prevedendo
un monitoraggio delle aree trattate.
6. Fornire la necessaria informazione, in base alla Convenzione
di Aurus, ai cittadini in relazione a tale patrimonio di alberature
e Pini, che costituisce un bene comune irrinunciabile.
Il patrimonio paesaggistico riveste per la città di
Roma Capitale grande rilevanza di carattere storico paesaggistico,
nonché ecologico, di biodiversità, in stretta
connessione con straordinarie emergenze storiche ed archeologiche.
Il sistema di Ville e parchi storici ed archeologici, di viali,
alberate, attraverso l’integrazione delle alberature con i
contesti architettonici, costituiscono scenari unici di rilievo
paesaggistico, in molti casi sottoposti a tutela, con specifici
provvedimenti vincolistici.
In particolare si fa riferimento anche ad un vasto patrimonio
di alberi monumentali e di pinete e pini storici dello scenario
della città, basta pensare alla rilevanza delle Pinete
litoranee, al paesaggio dell’ Eur e della Città storica,
patrimonio Unesco. Peraltro si evidenzia il profondo legame
territoriale identitario delle Comunità con il “paesaggio
di contesto “, come indicato dalla Carta Europea del Paesaggio(2000).
Il vasto patrimonio vegetale presente, sia per qualità
che per quantità, che per i caratteri di elevata biodiversità
risulta particolarmente rilevante sia per l’apporto paesaggistico
che per le funzioni ecologiche che svolge per la qualità
urbana e la salute dei cittadini. Oggi la valenza ecologica
di tale patrimonio è ancor più significativa
a fronte dell’emergenza climatica e della stessa recente emergenza
di pandemia Covid.
Questo patrimonio vegetale protagonista del paesaggio di Roma
risulta ormai gravemente compromesso e abbandonato e senza
cura da parte di Roma Capitale.
Senza alcuna informazione, da tempo si è ormai verificato
l’abbandono manutentivo del verde, di cure fitosanitarie per
le alberature, in particolare per i Pini, un sistematico abbattimento
di piante, anche monumentali, elementi significativi di paesaggio,
della scena urbana, del nostro patrimonio culturale e naturalistico.
Pur in presenza di problemi di emergenze di sicurezza, si
ritiene che gli alberi non possano essere trattati solo come
elementi di pericolo da eliminare, a prescindere dal loro
valore naturalistico, paesaggistico ed ecologico, attraverso
procedure speciali, senza prevedere adeguate cure ed eventuali
graduali sostituzione su base progettuale, rischiando di modificare
così irrimediabilmente il paesaggio della città
e compromettere il suo equilibrio ecologico.
La mancanza di cure di queste alberature, il taglio di piante
monumentali e non, nelle nostre strade, ville storiche, i
nostri parchi storici, archeologici, i viali, le alberate,
le piazze e giardini privati, stanno cambiando la configurazione
dei contesti e dello spazio urbano, i paesaggi identitari,
il volto stesso della nostra città.
Ciò accade in centro storico, come in periferia e nell’
Agro romano, in parte abbandonato.
Massima è la preoccupazione per le ville storiche,
musei all’aperto diffusi sul territorio, dove l’intreccio
fra elementi delle preesistenze e verde costituiscono preziose
configurazioni paesaggistiche, testimonianze di epoche, poiché
senza adeguata cura e metodo scientifico, si altera profondamente
l’assetto vegetale. Né peraltro risulta avviato alcun
coordinamento di attività con le competenti Sovrintendenze
per definire tali interventi sul piano paesaggistico.
Il rischio di perdere per sempre significativi paesaggi con
piante monumentali, Pini, rarità e configurazioni paesaggistiche
uniche al mondo è fortissimo ed è già
spesso una tragica realtà.
Le alberature, in particolare i Pini sono i protagonisti eccellenti
del nostro paesaggio urbano. Nel caso di Roma, sito Unesco,
sono elementi essenziali dello scenario urbano più
significativo.
La Legge 10/2013, art 7, prevede per i Comuni l’obbligo dell’elenco
degli alberi monumentali ed il Comitato per lo sviluppo del
verde, che sovrintende alla Legge, ha previsto la necessità
per i Comuni di dotarsi di un piano di gestione del verde,
nonché dell’elenco degli alberi monumentali; elementi
che ad oggi non risultano elaborati o in elaborazione.
Gli interventi di abbattimento di alberature già effettuati
o in programma su Roma hanno già interessato o potrebbero
interessare in futuro esemplari definiti “monumentali” ai
sensi dell’art.7 della legge 14 gennaio 2013, n.10, o appartenenti
a specie protette e per i quali esistono disposizioni del
Mipaaf.”