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UPMT - Progetto di educazione civica per anziani e bambini di M. Caligiuri

14 dicembre 2021 - «Anziani e bambini insieme a fare qualcosa che interessi entrambi, senza restare sia gli uni sia gli altri imbarazzati e muti.

Certo, la figura del mediatore è indispensabile, però deve scoccare un genuino interesse da entrambe le parti, perché in questo caso non è semplicemente la visita forzata del nipotino al nonno che sta in una casa di riposo.

In questo caso si tratterebbe di trovare qualcosa che diverte sia gli uni sia gli altri, un ponte genuino e direi anche omogeneo, nel senso che non c'è chi insegna o ricorda e chi ascolta educatamente e impara.

Cosa conoscono poco sia i bambini sia tantissimi cittadini italiani, vecchi o giovani che siano? Di certo la nostra Costituzione, a partire della parola stessa, e cioè cosa costituisce il cuore e la mente di un paese.

"Niente di più noioso" Forse penserà chi sta leggendo, però proviamo a sfogliarla insieme con la curiosità generosa di un bambino e la saggezza infantile di alcuni anziani. Prendiamo un articolo a caso, per esempio L'ARTICOLO 13: "La libertà personale è inviolabile" che corrisponde all'argomento "Diritti e doveri dei cittadini. Rapporti civili"

Secondo questo articolo, soltanto se un giudice decide che una persona debba essere messa in prigione oppure debba essere perquisita o si debba ispezionare la sua casa, le forze dell'ordine possono farlo, altrimenti no.

È punita inoltre ogni violenza fisica e morale sulle persone che stanno in prigione. Ora vediamo queste cose dal punto di vista dei bambini.

Fino a che punto i loro genitori si possono permettere di frugare fra le loro cose quando diventano grandicelli o di picchiarli, a qualsiasi età, oppure di trattarli in modo offensivo?

Cosa ricordano i vecchi rispetto alle modalità educative dei propri genitori? I bambini si sentono mai in prigione a casa propria?

I vecchi si sentono in prigione nella casa di riposo?

Se l'argomento accende l'interesse possono emergere tante problematiche, tante soluzioni, tanti ricordi.

Andiamo all' ARTICOLO 21:

"Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure". Parliamone.

Cominciamo dai bambini a scuola.

Quanto possono esprimersi liberamente?

Se pongono delle domande che vengono considerate dai professori "impertinenti", i professori dicono loro che quelle domande "non sono pertinenti", cioè sono fuori contesto.
Se si chiedono cose troppo profonde, si rischia di essere presi di mira da professori sciocchi che non hanno il coraggio di dire: "Non lo so, mi informerò e ti farò sapere"
Se si chiedono cose troppo semplici, si rischia di essere presi in giro dall'intera classe.

Se si chiedono cose originali, si rischia di essere considerati degli "strani".

Allora, piano piano, non si chiede più nulla.

Vogliamo fare un gioco in cui i bambini fanno ai vecchi e vecchi ai bambini domande impertinenti, domande profonde, domande semplici semplici, domande originali?

Ora parliamo invece del fatto che venga proposto un gioco in cui si deve rispondere immediatamente a questa domanda:

"Cosa penso in questo preciso momento?"

Sia bambini sia i vecchi comincerebbero a fare opera di censura.

"Mi scappa la pipì ma non so come posso dirlo né a chi" Censura.

"Non ne posso più di questa pizza, vorrei essere fuori a fumarmi un sigaro". Censura.

"Il posto dove state non somiglia ad una casa, perché vi hanno tolto da casa vostra?" Censura
"Però non siamo poi così diversi, noi vecchi, da loro nel modo di ragionare!" Censura.
"Però non siamo poi così diversi, noi ragazzini, da loro nel modo di ragionare!" Censura. Libertà di pensiero e di parola: censura oppure buona educazione?

Forse se le risposte verranno scritte in stampato maiuscolo su bigliettini anonimi, alcune censure saranno eliminate, poche, però.

Ecco che si evidenziano immediatamente i limiti, nella vita comune, della libertà di parola. Riguardo la libertà di stampa, se esistono quotidiani di destra e di sinistra, ci si domanda come, giorno dopo giorno, i giornalisti possano sempre pensare in modo conforme al tipo di giornale per il quale scrivono.

I ragazzi si domandano a volte, a mano a mano che crescono, come si può essere così allineati all'interno di un'idea, di un partito, o di una religione da non dissentire mai.

Ora che la Chiesa chiede scusa per gli abusi perpetrati sui giovanetti da parecchi dei propri membri, ci si chiede, da parte di molti adolescenti, come mai i loro genitori hanno potuto non fare una piega quando per caso ne erano venuti al corrente, non naturalmente all'interno della propria famiglia o dei propri amici, bensì attraverso i mezzi di comunicazione. Si inserisce nel gruppo la domanda:

"Cosa ti indigna, cioè ti fa arrabbiare davvero tanto nel comportamento degli altri?" Anche qui bigliettini anonimi scritti in stampato maiuscolo.

Ora parliamo dell'ARTICOLO 1: "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro". Qual è il lavoro dei vecchi e dei bambini?

Girano i bigliettini e noi stavolta li leggiamo a voce alta.

Sono anonimi e scritti, come sempre in stampatello maiuscolo.

Non possiamo sapere se le grafie un po' tremolanti appartengono ai vecchi o ai bambini.

Ne leggiamo uno a caso: "Io il lavoretto non so proprio farlo. Però sono capace di preparare la tavola e mamma dice che è il più grande regalo del mondo quando gliela faccio trovare pronta quando torna stanca dal lavoro suo".

Un'altra "Noi lavoravamo 10 ore al giorno per 6 giorni a settimana.

Se stavi male non ti pagavano.

l'Italia allora non era fondata sul lavoro di tutti. Questi bambini si potranno permettere un lavoro interessante e adatto alle capacità di ciascuno e non massacrante com'era il nostro?"

Un altro ancora:" Quando io ero giovane o ti sposavi o facevi la maestra, se eri riuscita a prenderti il diploma. Io ho fatto entrambe le cose e sono sempre stata sgridata sia in casa sia a scuola per la mia scelta. Ora le donne sono sgridate sia in casa sia al lavoro se non sono perfette e pure allegre. Insomma, pare che la Costituzione sia per soli uomini".

Un altro: "Ci dicono sempre che la scuola è il nostro lavoro: perché allora non ci danno lo stipendio a fine mese?"

Un altro ancora: "Le maestre preferiscono noi bambine perché siamo obbedienti, pulite e ordinate, però lodano i maschi perché sono, secondo loro, intelligenti.

Allora il nostro paese è fondato sul lavoro maschile e sulla capacità femminile di fare le pulizie?"

Ora la perla: "Noi siamo disoccupati da sempre. Mio padre dice sempre che siamo possidenti, ma

secondo me lo dice per non farci preoccupare".


ARTICOLO 15

"La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili.

Per poter violare questo articolo occorre l'autorizzazione di un giudice".

Se chiediamo ai bambini cosa ne pensano, probabilmente non saprebbero cosa rispondere.

Per moltissimo tempo scuola e famiglie hanno avuto questi piccoli messaggeri che raccontavano soltanto parte di ciò che accadeva sia in un luogo sia nell'altro.

Se era proprio necessario i genitori venivano convocati oppure ricevevano una nota sul diario.

Se in famiglia si viveva una situazione difficile, come nel caso delle separazioni, spesso i bambini tacevano il proprio dolore e questo in un certo senso li aiutava a riposarsi in un luogo neutro rispetto all'inferno che stava accadendo nelle loro case e alla paura che era entrata nei loro cuori.

Con la didattica a distanza la scuola è entrata nelle stanze delle famiglie e le famiglie sono entrate nella scuola.

Il registro elettronico riporta voti e compiti, il computer mostra in parte l'ambiente nel quale i bambini vivono: il livello economico, sociale e culturale delle famiglie degli allievi è balzato improvvisamente alla vista di tutti.

È molto diverso vivere il lockdown in un appartamento con giardino o terrazzo e stanze per ogni membro della famiglia rispetto ad un monolocale in cui si affollano tre o quattro persone.

Sarebbe assurdo chiedere ai vecchi di aiutare on-line, nei compiti, i bambini che ne hanno bisogno? Sarebbe assurdo scrivere nei bigliettini in stampato maiuscolo in cosa alcuni bambini vorrebbero essere aiutati e in cosa alcuni vecchi si ritengono competenti e desiderosi di aiutarli?

Se si organizzasse una cosa del genere sarebbe una catena, come sempre ce ne sono state nelle società "cosiddette" meno civilizzate, che genera progresso vero, senza spese e senza retoriche.

ARTICOLO 37

La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore".

Per questo articolo forse dovrebbero parlare le mamme dei bambini, però sicuramente i bambini hanno sentito le loro mamme dire qualcosa e potrebbero scriverlo nei bigliettini.

Le mamme si lamentano di non essere retribuite come gli uomini a parità di lavoro, cioè di fare le stesse cose e ricevere meno soldi.

Le mamme si lamentano di fare carriera con molta più difficoltà dei colleghi maschi, cioè che non diventano dei capi anche se ne sarebbero capaci.

Le mamme però spesso raccontano ai bambini che prima per le donne era impossibile frequentare l'università e fare lavori come il pilota aereo oppure il medico.

Dicono anche che, piano piano, si arriverà alla parità.

I vecchi spesso invece dicono che avevano sperato che le donne fossero considerate uguali agli uomini e che potessero aspirare alla stessa carriera, se ne erano all'altezza.

Soltanto pochi continuano ad affermare che il posto delle donne è in casa ad accudire ai bambini e a fare le faccende domestiche.

I bambini si sentono un po' confusi perché intorno agli 8 -10 anni fra femmine e maschi spesso non corre buon sangue e i maschietti tendono a sottovalutare le bambine.

Quello che viene fuori dai vari bigliettini è che del discorso su quello che possono fare le donne se ne dovrebbe parlare molto di più in casa, perché ancora tante cose non sono state chiarite.

ARTICOLO 11

"l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte ad assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni".

Questo significa che, come cittadini italiani, noi dovremmo essere tutti sia contro la guerra, se è fatta non per difendersi ma per danneggiare gli altri paesi sia come sistema per mettere fine a litigi che eventualmente possono esserci fra i vari paesi.

Leggiamo qualche bigliettino anonimo e in stampato maiuscolo.

"Quando i compagni mi trattano male perché non sono bravo come gli altri a scrivere, allora io mi posso difendere! Se lo dice la Costituzione, allora per difendermi, se proprio non posso fare la guerra, almeno posso dare qualche calcio negli stinchi!"

"Per me queste sono solo parole: come europei noi siamo schiavetti della Germania e come Stato del Mondo siamo schiavetti degli Stati Uniti e adesso anche della Cina. Chi ha più soldi comanda, tutto il resto è chiacchiera"


ARTICOLO 6

"La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche".

Vediamo i bigliettini.

"Questo vuol dire che se io parlo sempre in dialetto posso farlo anche a scuola?"

"Qual è la lingua dei Rom o degli zingari, come vengono comunemente chiamati? Esistono dei mediatori linguistici per la loro lingua?"

"Quando viene un bambino proveniente da un altro paese, perché la maestra non gli chiede di insegnarci come si dicono le cose nella sua lingua?"

"Non ho capito proprio niente di questo articolo. Quali sono le minoranze linguistiche? Mi pare che neanche i vecchi ci abbiano capito un granché!"

"Mamma dice che noi adolescenti parliamo in gergo: possiamo considerarci una minoranza linguistica?"

ORDINAMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Il PARLAMENTO è formato dai rappresentanti politici scelti dal popolo attraverso le “Elezioni” Il Parlamento discute e approva le leggi cioè ha il POTERE LEGISLATIVO ed è composto da due Camere: la Camera dei Deputati e la Camera dei Senatori.

Il GOVERNO ha il compito di fare applicare le leggi ed ha il POTERE ESECUTIVO, inoltre amministra il denaro pubblico e prepara il bilancio dello Stato.

Il Governo è formato dal Presidente del Consiglio dei Ministri e dai Ministri. Ogni Ministro ha un suo compito, fra i quali: Istruzione, Salute, Economia e Finanze, Giustizia, Attività culturale e Turismo e politiche alimentari.

Il Governo è espressione della maggioranza parlamentare, cioè rimane in carica fino a quando ha la fiducia della maggioranza delle Camere. Se infatti il Parlamento non manifesta più la sua fiducia verso il Governo, può farlo cadere.

La nostra Repubblica è definita “Parlamentare” perché al centro c’è appunto il Parlamento.

Il POTERE GIUDIZIARIO consiste nel giudicare chi non rispetta le norme ed è compito della MAGISTRATURA, cioè dei giudici.

Ora che siamo riuniti vediamo un po' quanti sono fra noi i piccoli e quanti i grandi.

Abbiamo 11 piccoli e 13 grandi.

I piccoli e i grandi insieme rappresentano tutti gli abitanti dell'Italia.

Ora dobbiamo eleggere i nostri capi: ognuno deciderà chi vuole come capo fra i piccoli e chi vuole come capo fra i grandi.

Ognuno quindi scriverà due bigliettini in stampato maiuscolo, senza il proprio nome, e li metterà dentro il recipiente che abbiamo preparato.

Ora apriamo tutti i bigliettini e vediamo prima fra i piccoli chi è stato nominato più volte. Per esempio abbiamo tre Luigi, quattro Alessandro, due Marco e due Francesco. Tutti gli altri sono nominati chi una volta chi mai.

Fra i grandi è stato nominato 6 volte Nicola, tre volte Alessandro, tre volte Luca, due volte Marco, due volte Simone, due volte Francesco e due volte Tiberio. Sono stati eletti perciò 4 piccoli e 7 grandi.

I piccoli formeranno la Camera dei deputati e i grandi la camera dei senatori: insieme formano il Parlamento.

Il Parlamento è quello che decide quello che l'Italia deve e può fare.

Se l'Italia fosse la vostra classe il Parlamento dovrebbe decidere a che ora si entra a scuola, quanto durano le lezioni, quanto dura la ricreazione, come si devono comportare gli insegnanti rispetto ai voti, se si faranno o no le gite scolastiche, quali saranno i periodi o i giorni di vacanza.

Però essendo separati i piccoli cioè i deputati da grandi cioè i senatori se i due gruppi non sono completamente d'accordo, la decisione non passa.

Per esempio mettiamo che i piccoli decidano che per ogni ora di lezione ci dovrà essere un ora di ricreazione.

I grandi non accettano.

Si prova allora con un'altra proposta: tre ore di scuola, un'ora di ricreazione con una merenda, altre due ore di scuola e poi tutti a casa.

I grandi stavolta accettano quindi questa decisione diventa legge.

Però perché la legge venga applicata occorre un altro tipo di votazione questa volta fatto dai membri del Parlamento.

Quindi i sette grandi e i quattro piccoli eleggeranno chi fra di loro rappresenterà il Governo.

Il governo sarà formato dai ministri ognuno dei quali si occupa di un certo gruppo di cose per esempio ci sarà il ministro della ricreazione, il ministro delle ore scolastiche, il ministro delle vacanze, eccetera.

Per punire chi non rispetta le regole ci sarà fra quelli che non sono state eletti un gruppo che controllerà che tutto sia fatto come stato deciso e questo gruppo formato da 6 dei bambini e sei dei grandi che non hanno nessuna carica formerà la magistratura.

A capo di tutti quanti eletti e non eletti ci sarà il presidente della Repubblica, a capo del Governo ci sarà il capo dei Ministri.

Se i ministri litigano, il Parlamento li può cacciare e si eleggono nuovi ministri» di Mercedes Caligiuri

(Leggi le altre pubblicazioni dell'Università Popolare Michele Testa )

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