3 gennaio 2022 - Finalmente il 2021 è finito lasciando purtroppo l’Italia sotto la quarta ondata della pandemia. Che cosa possiamo aspettarci dal 2022? Ci sono alcuni appuntamenti importanti come l’elezione del nuovo Presidente della nazione, una vera partita a scacchi che si sta svolgendo in gran parte sotto silenzio, e l’utilizzo dei fondi del PNRR, una scommessa che non si può e non si deve perdere. Ma quello che interessa di più agli italiani è quando si potrà tornare ad una “vera normalità” dal punto di vista sanitario. Accettiamo tutto quello che ci viene imposto per motivi di sicurezza ma siamo veramente stanchi di sentir parlare in continuazione di dosi di vaccini, green pass, chiusure colorate e varianti del virus. Un bombardamento mediatico da parte di personaggi molto discutibili che, spesso, incute più paura del dovuto a causa di notizie a dir poco senza fondamento scientifico. La domanda che molti si pongono è perché non hanno reso obbligatorio il vaccino invece di fuggire dalle proprie responsabilità come certi personaggi di manzoniana memoria? NORMALITA’ è l’obiettivo del 2022 senza banalizzare la pandemia in atto. Se riusciamo a liberarci del maledetto virus si potrà tornare a ragionare sui cambiamenti climatici, la crisi energetica, l’occupazione e lo sviluppo ma soprattutto potremo tornare a curarci negli ospedali perché è bene ricordarsi che non si muore solo di covid.
Vorremmo riprendere a parlare di territorio, di edifici scolastici fatiscenti, del rifacimento di strade e marciapiedi, di cura del verde pubblico, della conservazione e la tutela dei beni comuni. Desideriamo tornare a stringere relazioni sociali, ad abbracciarci senza timore di contagio, a respirare senza mascherina, a stringere la mano di un amico senza correre a disinfettarsi.
Il ritorno alla Normalità è l’augurio che vogliamo fare a tutti per il nuovo anno e che sarà condiviso dalla maggior parte delle persone. E anche quest’anno vogliamo lasciarvi con una frase di Lucio Dalla: “… l'anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va”

Antonio Barcella
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