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febbraio 2022 - Ieri, l’Università Popolare
Michele Testa (UPMT) ha inaugurato il primo dei due nuovi
corsi previsti per l’anno 2022: “Storia
delle donne”. Il programma del corso prevede i seguenti
argomenti: Storia del femminismo, stereotipi di genere nelle
fiabe dell’infanzia, pensatrici e intellettuali che hanno
reso grande la filosofia e la scienza, scrittrici che hanno
rappresentato la donna e il suo ruolo, le donne attraverso
l’arte, la femminilizzazione del lavoro e la cooperazione,
la violenza psicologica di genere, retaggi culturali da non
dimenticare, prospettive emergenti. Forniranno il proprio
contributo i seguenti docenti dell’UPMT: Mercedes Caligiuri,
Rossella Calzetta, Domenico Coratella, Anna Grossi, Nicola
Marcucci, Rita Mattei, Giulia Palmieri, Maddalena Smaldore,
Giorgio Sirilli, Anna Maria Virgili.
«Oggi l’offerta formativa dell’Università
Popolare Michele Testa si arricchisce ulteriormente con il
corso interdisciplinare “Storia delle donne”. – ha premesso
Antonio Barcella rettore dell’UPMT - Una materia importante
in un contesto nazionale dove l’emancipazione della donna
non si è ancora completamente realizzata. A fronte
di risultati positivi in alcuni campi dove la donna ha ottenuto
la parità dei diritti, come il diritto al voto e la
possibilità di lavorare per contribuire al mantenimento
della famiglia, in altri è ancora lontana da questi
traguardi. Infatti dalle cronache quotidiane rileviamo che
ai progressi culturali non sono seguiti i fatti. Ancora oggi
sono tanti i casi di femminicidi, è ancora significativa
la disparità di reddito nelle stesse posizione lavorative,
i ruoli di vertice o manageriali sono per lo più riservati
agli uomini, la povertà è più forte tra
le persone anziane di sesso femminile che di quello maschile.
Purtroppo
in questa nazione ci sono ancora troppe resistenze al cambiamento
e possiamo vederlo in ogni ambito lavorativo, politico e familiare
dove il ruolo della donna in alcuni casi è ancora subalterno
all’uomo. Se poi diamo uno sguardo alla situazione internazionale
lo scenario è ancora più critico perché
ci sono nazioni in cui la donna è pressoché
ridotta in schiavitù.
Per
tornare in casa nostra, sono passati tanti anni da alcune
date fondamentali per l’emancipazione della donna in Italia,
che io accennerò soltanto lasciando ai docenti il compito
di approfondire. Possiamo iniziare dal 1874 con l’accesso
delle donne ai licei e alle università. Ma è
solo con la stesura della nostra Costituzione repubblicana
tra il 1946 e il 1948 che fu consentito alle donne un diritto
fondamentale: il pieno accesso agli uffici pubblici e alle
cariche elettive storicamente negato al genere femminile.
Una prima lenta conquista che solo dopo il 1968 si concretizzò
in una parità di generi ancora non del tutto consolidata.
Ci sono ancora aree che sembrano ancora precluse al genere
femminile, tanto per fare un esempio nessuna donna in Italia
è stata eletta alla più alta carica dello Stato,
e quello che tutti dobbiamo augurarci è che anche questi
ultimi tabù possano trovare presto la loro logica conclusione:
la parità totale dei diritti.»
È
stata poi la volta della prof.ssa Anna Maria Virgili che ha
incentrato la prima lezione sulla nascita del movimento femminista
e sul patriarcato come prima causa della donna sottomessa.
Il maschilismo è un’espressione del sistema patriarcale,
quello in cui viviamo immersi ogni giorno perché è
la struttura su cui posa la nostra società. Grandi
pensatori e filosofi del passato hanno attribuito erroneamente
alla donna un ruolo secondario rispetto all’idea che l’uomo
sia per natura “più forte”, più adatto al comando.
In questo hanno contribuito le diverse religioni con i suoi
teologi e intellettuali. Tanto per fare un esempio vediamo
cosa scrive sulla donna San Tommaso d’Aquino: "La donna
è in rapporto con l’uomo come l’imperfetto ed il difettivo
col perfetto. La donna è fisicamente e spiritualmente
inferiore e la sua inferiorità risulta dall’elemento
fisico, più precisamente dalla sua sovrabbondanza di
umidità e dalla sua temperatura più bassa. Essa
è addirittura un errore di natura, una sorta di maschio
mutilato, sbagliato, mal riuscito."
Ha
chiuso la lezione la prof.ssa Anna Grossi che ha illustrato
gli stereotipi di genere nelle favole concludendo la lezione
con la lettura del libro “Rosaconfetto” di Adela Turin.
Le
lezioni di questo corso proseguiranno nei giovedì di
tutte le settimane a partire dalle 16,30. C’è ancora
tempo per effettuare l’iscrizione presso la segreteria dell’UPMT
- Maria Luisa Di Loreto, tel. 3483134648
email: segreteria@upmt.it
oppure marialuisadiloreto26@gmail.com
Il
15 febbraio inizierà anche il corso “Storia
del territorio” dove è ancora possibile iscriversi
o chiedere di assistere gratuitamente ad una lezione.