L’
antico Ponte Mammolo, o quel che ne resta, è nel quartiere
di Colli Aniene in via degli Alberini
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22
febbraio 2022 - Non tutti sanno che, percorrendo
via degli Alberini da via Compagna o scendendo la scala che
da viale Palmiro Togliatti scende verso l’Aniene costeggiando
lo stabilimento Ciocchetti Marmi, si arriva al vecchio Ponte
Mammolo. In parte inghiottito dalla vegetazione e senza alcun
cartello di riferimento turistico è pressoché
impossibile notare quel reperto che è un pezzo di storia
di questo territorio. È posizionato sul fiume Aniene
circa 400 metri prima di quello riedificato da papa Pio IX
nel 1853 che consente ora alla via Tiburtina il passaggio
del flusso veicolare. Ma torniamo al nostro manufatto storico
originale che ebbe diverse traversie e fu più volte
ricostruito. L’ultimo episodio vide come protagonista l’esercito
francese che lo distrusse durante l'assedio della Repubblica
Romana (1849) . Da quel momento il ponte fu abbandonato, lasciando
solo i ruderi attualmente visibili su via degli Alberini.
Su quei piloni passa oggi l'acquedotto dell'Acqua Marcia che
in origine raccoglieva l'acqua dell'alto bacino dell'Aniene
portandola a Roma. Il nome antico era Pons Mammeus o Pons
Mammi attribuitogli per via del restauro voluto da Giulia
Mamea, madre di Alessandro Severo, oppure derivato da marmoreus,
perché il ponte era ricoperto di travertino.
Originariamente era costituito da 2-3 arcate di cui la centrale
più grande delle laterali, in opera quadrata di tufo
e travertino; a lato del ponte è stata rinvenuta una
banchina, sulla quale si sono poi impostate strutture medievali.
Una tradizione vuole che su questo ponte passò Annibale
durante il suo avvicinamento all'Urbe. Nel VI secolo fu distrutto
da Totila durante la guerra gotica, e successivamente ricostruito
da Narsete.
Secondo i disegni del catasto Alessandrino il ponte medievale
era protetto da torrioni. Nel 1111 sul ponte o nei pressi
avvenne l'incontro tra l'imperatore Enrico V e papa Pasquale
II durante la lotta per le investiture. Nel 1133 papa Innocenzo
III passò di qui al ritorno dalla Francia, accompagnato
da Lotario II con la moglie Richenza. Con una bolla del 1363
vi fu concesso il passaggio di carri e la numeratio pecudum.
Nel 1433 fu occupato da Antonio da Pontedera, genero di Niccolò
Fortebraccio, mentre nel 1485 fu occupato da Paolo Orsini
per via della sua posizione strategica. (fonte Wikipedia)
Nonostante tutte le traversie storiche, questo reperto è
ancora presente a Colli Aniene e andrebbe valorizzato per
l’importanza storica che ha rappresentato. Ma sappiamo bene
come vengono trattati i monumenti sul territorio del tiburtino
(ogni riferimento al complesso della Cervelletta è
puramente voluto) e quindi non ci facciamo troppe illusioni.
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