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Il “Museo Nena” punta a diventare il terzo polo culturale di Colli Aniene

24 febbraio 2022 - Inaugurato in piena pandemia nel mese di ottobre del 2021, a pochi mesi dalla scomparsa del grande scultore, il “Museo Nena” punta a diventare il terzo polo culturale di Colli Aniene aggiungendosi alla Biblioteca della Vaccheria Nardi e alla Sala Falconi. Oltre alla mostra delle opere del grande artista, nei locali di via D’Onofrio 35 saranno programmati una serie di eventi culturali che spazieranno dalla musica alla letteratura alle conferenze organizzati dall’Associazione “Nuovo Fidia”. A tale proposito abbiamo posto alcune domande al dr. Luigi Matteo che dirige ed organizza il “Museo Nena”:

1. Può spiegare in poche parole la grandezza dell'artista Alfiero Nena, recentemente scomparso?

Dire che sono di parte è poco. Ma mi sento di parte allo stesso modo di Alfiero Nena scultore. Lui parteggiava sempre e comunque per la sincerità. Tutta la sua vita è stata vissuta nella sincerità, nell’autenticità. Le sue opere sono esattamente lo specchio di quel che lui era nel momento in cui le eseguiva. Le sue “Attese” sono la risposta alla prima moglie Marisa che lo aspettava trepidante fino alle due di notte per fargli trovare un pasto caldo e scambiare due chiacchiere. Lui non diceva nulla ma apprezzava tutto. Le altre attese con la pancia pronunciata le produsse in occasione della legge sull’aborto. Alfiero non fu mai estraneo ai sommovimenti del suo tempo. La bagarre in preparazione delle leggi sul divorzio (1970) e la raccolta delle firme per la decriminalizzazione e regolamentazione dell’ivg (interruzione volontaria della gravidanza) sull’aborto che divenne legge nel 1978 non passarono scivolandogli sulla testa ma afferrandolo in riflessioni sofferte che si fecero forma nelle sue “attese”. In quelle statue ci sono tutti gli interrogativi che i cattolici di quel tempo che, pur vedendo la giustezza degli assunti in favore della donna, si posero domande pensando specialmente alle conseguenze morali e sociali per l’avvenire. Riflessioni che ribadì vent’anni dopo con il bozzetto in ferro della biblica “Sara” cui viene predetta la gravidanza dall’angelo e resta compresa ad abbracciare il grande mistero nel suo corpo nella grande opera in ferro “Il nome di Dio”.
Così le sue “Maternità”, le sue Madonne con il bimbo in grembo, rappresentano la semplicità dei punti di riferimento di cui la nostra società ha bisogno. Purtroppo è stato un profeta inascoltato: in Italia siamo abbondantemente sotto la soglia di sopravvivenza a causa della denatalità.

2. Le sue opere sono diffuse in tutto il mondo e stazionano accanto ad opere secolari ma abbiamo la sensazione che a questo grande artista non sia stato riconosciuto il giusto tributo dai mezzi di comunicazione di massa.

E’ vero. E’ uno scotto che Alfiero Nena ha voluto (non dovuto) pagare in quanto aborriva le falsità. In un lavoro di prossima pubblicazione affermo: Nena non ha mai tirato per la giacca nessuno, né ha mai sgomitato per emergere. Sapeva di essere il più bravo. Alla mia antica richiesta di affidarsi a qualche critico di fama che lo facesse conoscere negli ambienti che contano rispondeva che ci avrebbero pensato le sue opere a dargli ragione un giorno. E poi questo non gli importava; a lui interessava vestire le sue idee, i suoi sentimenti, le sue emozioni di materia, di creta, di ferro, di gesso. Doveva spiegare la vita. Non aveva tempo per quei dettagli. Doveva dare sembianza a Spartaco lo schiavo oppresso, ai prigioni con le mani legate alla schiena, doveva dare il volto, e che volto, all’innocente crocifisso. I Diritti umani per lui non erano un optional. Non dimentichiamo che il Centro Fidia di Via del Frantoio è stato per gli ultimi 25 anni il Centro di informazione e documentazione sui Diritti Umani per l’area tiburtina. Una particolarità di cui Nena andava orgoglioso.

3. Perché un museo delle sue opere a Colli Aniene?

Rispondo in due tempi.
• Colli Aniene è il quartiere in cui Nena ha vissuto per quarant’anni. Era il suo quartiere e lo amava in modo profondo. Quando la mattina partiva da Via Balabanoff per andare a piedi al lavoro al Centro Fidia di Via del Frantoio passava per Via Compagna e qui faceva sistematicamente la raccolta delle porcherie lasciate dai bivacchi notturni. Nel 1980 mi cooptò per una raccolta di fondi (20.000 lire a testa) tra le famiglie del I lotto per l’acquisto di alberi da piantare negli spazi della cooperativa ex Auspicio ancora pieni residui di calcinacci e di cantiere. I soci tutti parteciparono volentieri e ancora conservo le ricevute. Oggi ne ammiriamo il risultato negli alberi più maestosi di quel comprensorio.
• Nena aveva lo studio e il suo museo a Via del Frantoio a Tiburtino Terzo. Quei locali gli erano stati concessi dal Comune di Roma per meriti artistici nel 1991. Il comune di Roma glieli aveva accordati diruti e fatiscenti perché ne facesse il suo laboratorio e l’esposizione permanente delle sue opere. Lo scultore, con l’aiuto di suo fratello Giorgio architetto e di altri due ingegneri, ricostruì quei locali e ne fece un gioiello che per oltre venticinque anni è stato un faro di cultura non solo per il quartiere ma per la città intera. Una mole di manifestazioni culturali con concerti, conferenze, mostre, spettacoli, sfilate di moda, borse di studio annuali agli studenti delle scuole artistiche romane con il Premio Fidia che hanno arricchito il IV Municipio e non solo. Tutto ampiamente documentato nel libro “Centro Culturale Fidia: la storia” edito da Cofine nel 2015. Dopo un lungo contenzioso, che pur sembrava volgere a favore dell’Associazione, a settembre 2020 (un mese prima della morte dello scultore) lo stesso Comune di Roma ha intimato lo sgombro forzato dei locali senza offrire alcuna alternativa. E’ stato necessario, da parte degli eredi, traslocare in tutta fretta tutte le statue in un locale di Via Edoardo D’Onofrio, sempre a Colli Aniene. Qui è sorto il Centro culturale “Nuovo Fidia e Museo Nena” dove le splendide opere di Alfiero Nena rivivono con grazia.

4. È vero che questo museo può diventare nel tempo un centro culturale a disposizione del territorio?

I cittadini di Colli Aniene e non solo, possono contare su questa sala che seppur non vasta è lieta di accogliere concerti, conferenze, presentazioni di libri come del resto ha fatto da sempre il Centro Fidia fondato dallo stesso scultore negli anni addietro. Siamo certi che chiunque verrà sarà appagato nel presentare la propria produzione culturale in un luogo carico di suggestione e di fascino artistico. L’arte pura di Nena

5. È possibile organizzare visite guidate per le scuole del territorio?

Quella delle scuole è la visita più gradita. Fa parte del nostro statuto favorire la conoscenza del grande scultore per le nuove generazioni. Sarà per loro certamente stimolo e sprone per i più ardui traguardi.

6. Ci sono eventi già programmati per l'anno in corso?

Dopo l’inaugurazione avvenuta nell’ottobre scorso, ad un anno dalla morte dello scultore, ci ha fermato solo il Covid19 con le sue restrizioni. Ma quando la iattura della pandemia sarà terminata ricominceremo con entusiasmo e senza interruzioni. Già dal mese di marzo in avanti, fino a giugno, il calendario è pieno. Intanto posso dare il n. di tel. 347.8012813 a chi vorrà visitare estemporaneamente il museo con amici o con la propria famiglia. L’entrata sarà sempre libera e gratuita come i concerti e gli altri eventi.

Antonio Barcella
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