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febbraio 2022 - Inaugurato in piena pandemia nel
mese di ottobre del 2021, a pochi mesi dalla scomparsa del
grande scultore, il “Museo Nena” punta a diventare il terzo
polo culturale di Colli Aniene aggiungendosi alla Biblioteca
della Vaccheria Nardi e alla Sala Falconi. Oltre alla mostra
delle opere del grande artista, nei locali di via D’Onofrio
35 saranno programmati una serie di eventi culturali che spazieranno
dalla musica alla letteratura alle conferenze organizzati
dall’Associazione “Nuovo Fidia”. A tale proposito abbiamo
posto alcune domande al dr. Luigi Matteo che dirige ed organizza
il “Museo Nena”:
1.
Può spiegare in poche parole la grandezza dell'artista
Alfiero Nena, recentemente scomparso?
Dire
che sono di parte è poco. Ma mi sento di parte allo
stesso modo di Alfiero Nena scultore. Lui parteggiava sempre
e comunque per la sincerità. Tutta la sua vita è
stata vissuta nella sincerità, nell’autenticità.
Le sue opere sono esattamente lo specchio di quel che lui
era nel momento in cui le eseguiva. Le sue “Attese” sono la
risposta alla prima moglie Marisa che lo aspettava trepidante
fino alle due di notte per fargli trovare un pasto caldo e
scambiare due chiacchiere. Lui non diceva nulla ma apprezzava
tutto. Le altre attese con la pancia pronunciata le produsse
in occasione della legge sull’aborto. Alfiero non fu mai estraneo
ai sommovimenti del suo tempo. La bagarre in preparazione
delle leggi sul divorzio (1970) e la raccolta delle firme
per la decriminalizzazione e regolamentazione dell’ivg (interruzione
volontaria della gravidanza) sull’aborto che divenne legge
nel 1978 non passarono scivolandogli sulla testa ma afferrandolo
in riflessioni sofferte che si fecero forma nelle sue “attese”.
In quelle statue ci sono tutti gli interrogativi che i cattolici
di quel tempo che, pur vedendo la giustezza degli assunti
in favore della donna, si posero domande pensando specialmente
alle conseguenze morali e sociali per l’avvenire. Riflessioni
che ribadì vent’anni dopo con il bozzetto in ferro
della biblica “Sara” cui viene predetta la gravidanza dall’angelo
e resta compresa ad abbracciare il grande mistero nel suo
corpo nella grande opera in ferro “Il nome di Dio”.
Così le sue “Maternità”, le sue Madonne con
il bimbo in grembo, rappresentano la semplicità dei
punti di riferimento di cui la nostra società ha bisogno.
Purtroppo è stato un profeta inascoltato: in Italia
siamo abbondantemente sotto la soglia di sopravvivenza a causa
della denatalità.
2.
Le sue opere sono diffuse in tutto il mondo e stazionano accanto
ad opere secolari ma abbiamo la sensazione che a questo grande
artista non sia stato riconosciuto il giusto tributo dai mezzi
di comunicazione di massa.
E’
vero. E’ uno scotto che Alfiero Nena ha voluto (non dovuto)
pagare in quanto aborriva le falsità. In un lavoro
di prossima pubblicazione affermo: Nena non ha mai tirato
per la giacca nessuno, né ha mai sgomitato per emergere.
Sapeva di essere il più bravo. Alla mia antica richiesta
di affidarsi a qualche critico di fama che lo facesse conoscere
negli ambienti che contano rispondeva che ci avrebbero pensato
le sue opere a dargli ragione un giorno. E poi questo non
gli importava; a lui interessava vestire le sue idee, i suoi
sentimenti, le sue emozioni di materia, di creta, di ferro,
di gesso. Doveva spiegare la vita. Non aveva tempo per quei
dettagli. Doveva dare sembianza a Spartaco lo schiavo oppresso,
ai prigioni con le mani legate alla schiena, doveva dare il
volto, e che volto, all’innocente crocifisso. I Diritti umani
per lui non erano un optional. Non dimentichiamo che il Centro
Fidia di Via del Frantoio è stato per gli ultimi 25
anni il Centro di informazione e documentazione sui Diritti
Umani per l’area tiburtina. Una particolarità di cui
Nena andava orgoglioso.
3.
Perché un museo delle sue opere a Colli Aniene?
Rispondo
in due tempi.
• Colli Aniene è il quartiere in cui Nena ha vissuto
per quarant’anni. Era il suo quartiere e lo amava in modo
profondo. Quando la mattina partiva da Via Balabanoff per
andare a piedi al lavoro al Centro Fidia di Via del Frantoio
passava per Via Compagna e qui faceva sistematicamente la
raccolta delle porcherie lasciate dai bivacchi notturni. Nel
1980 mi cooptò per una raccolta di fondi (20.000 lire
a testa) tra le famiglie del I lotto per l’acquisto di alberi
da piantare negli spazi della cooperativa ex Auspicio ancora
pieni residui di calcinacci e di cantiere. I soci tutti parteciparono
volentieri e ancora conservo le ricevute. Oggi ne ammiriamo
il risultato negli alberi più maestosi di quel comprensorio.
• Nena aveva lo studio e il suo museo a Via del Frantoio a
Tiburtino Terzo. Quei locali gli erano stati concessi dal
Comune di Roma per meriti artistici nel 1991. Il comune di
Roma glieli aveva accordati diruti e fatiscenti perché
ne facesse il suo laboratorio e l’esposizione permanente delle
sue opere. Lo scultore, con l’aiuto di suo fratello Giorgio
architetto e di altri due ingegneri, ricostruì quei
locali e ne fece un gioiello che per oltre venticinque anni
è stato un faro di cultura non solo per il quartiere
ma per la città intera. Una mole di manifestazioni
culturali con concerti, conferenze, mostre, spettacoli, sfilate
di moda, borse di studio annuali agli studenti delle scuole
artistiche romane con il Premio Fidia che hanno arricchito
il IV Municipio e non solo. Tutto ampiamente documentato nel
libro “Centro Culturale Fidia: la storia” edito da Cofine
nel 2015. Dopo un lungo contenzioso, che pur sembrava volgere
a favore dell’Associazione, a settembre 2020 (un mese prima
della morte dello scultore) lo stesso Comune di Roma ha intimato
lo sgombro forzato dei locali senza offrire alcuna alternativa.
E’ stato necessario, da parte degli eredi, traslocare in tutta
fretta tutte le statue in un locale di Via Edoardo D’Onofrio,
sempre a Colli Aniene. Qui è sorto il Centro culturale
“Nuovo Fidia e Museo Nena” dove le splendide opere di Alfiero
Nena rivivono con grazia.
4.
È vero che questo museo può diventare nel tempo
un centro culturale a disposizione del territorio?
I
cittadini di Colli Aniene e non solo, possono contare su questa
sala che seppur non vasta è lieta di accogliere concerti,
conferenze, presentazioni di libri come del resto ha fatto
da sempre il Centro Fidia fondato dallo stesso scultore negli
anni addietro. Siamo certi che chiunque verrà sarà
appagato nel presentare la propria produzione culturale in
un luogo carico di suggestione e di fascino artistico. L’arte
pura di Nena
5.
È possibile organizzare visite guidate per le scuole
del territorio?
Quella delle scuole è la visita più gradita.
Fa parte del nostro statuto favorire la conoscenza del grande
scultore per le nuove generazioni. Sarà per loro certamente
stimolo e sprone per i più ardui traguardi.
6.
Ci sono eventi già programmati per l'anno in corso?
Dopo
l’inaugurazione avvenuta nell’ottobre scorso, ad un anno dalla
morte dello scultore, ci ha fermato solo il Covid19 con le
sue restrizioni. Ma quando la iattura della pandemia sarà
terminata ricominceremo con entusiasmo e senza interruzioni.
Già dal mese di marzo in avanti, fino a giugno, il
calendario è pieno. Intanto posso dare il n. di tel.
347.8012813 a chi vorrà visitare estemporaneamente
il museo con amici o con la propria famiglia. L’entrata sarà
sempre libera e gratuita come i concerti e gli altri
eventi.