8
marzo, Festa Della Donna - dalla storia al nostro presente (di
Anna Maria Virgili - UPMT)
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8
marzo 2022 - L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale
della Donna, un giorno che è stato dalle origini e
per diversi decenni un giorno di lotta, di memoria storica
delle battaglie vinte, prima ancora di diventare ricorrenza
di carattere commerciale o di cene tra amiche.
Rintracciare le origini è piuttosto complicato se teniamo
conto dei diversi tentativi di fissare i natali secondo le
diverse esigenze politiche, ma resta il fatto che l’8 marzo
è una data legata alla storia dei movimenti femministi,
che simboleggia i grandi e più significativi momenti
di lotta della nostra storia. Resistere alla banalizzazione,
agli attacchi di chi ne ha fatto la festa dell’ipocrisia,
per puntare a recuperare quella dimensione di appartenenza
e di lotta significa ricostruire e reinterpretare la nostra
storia a livello sociale, politico ed economico e non solo
mantenere viva la memoria delle vicende storiche che ci riguardano
tutte.
Tra le varie ricerche sulle origini dell’8 marzo, c’è
chi ha individuato la nascita dello sciopero delle operaie
tessili di New York dell’8 marzo 1857, ma l’episodio non sembra
realmente accaduto. Spesso la ricorrenza è stata identificata
con l’incendio della fabbrica tessile Cottons a Chicago nella
quale, secondo il racconto popolare, agli inizi di marzo del
1908 le operaie iniziarono a scioperare contro le loro disumane
condizioni lavorative. Sciopero che si concluse l’8 marzo
quando il proprietario della fabbrica chiuse tutte le uscite,
divampò un incendio in cui persero la vita le centoventinove
operaie. Ma anche su questo episodio vi sono fonti discordanti
e lacunose. Di certo l’8 marzo è la storia di donne
che hanno contribuito allo sviluppo del femminismo in tutto
il mondo. Una di queste donne è Clara Zetkin, dirigente
del movimento operaio tedesco, o Rosa Luxemburg, fondatrice
del partito socialista polacco e del partito comunista tedesco,
o Alexandra Kollontaj, rivoluzionaria femminista russa, o
ancora di Corinne Brown, femminista statunitense organizzatrice
del primo Womens’day. E’ la storia di donne che hanno lottato
anche all’interno delle loro organizzazioni politiche per
affermare la centralità delle lotte femminili. E’ la
storia di vicende che contengono gli elementi della storia
dei movimenti femministi, le diversità di formazione,
le alleanze tra donne socialiste e borghesi, i rapporti tra
movimenti di donne e movimenti rivoluzionari e che hanno un
comune denominatore per l’esigenza di esseri umani di sesso
femminile. Grazie a loro, alla loro tenacia e determinazione,
alla condivisione delle pratiche e delle esperienze, la giornata
internazionale della donna è diventata l’emblema della
lotta femminista per i diritti e per una reale parità
di genere.
Le loro storie si intrecciano. Nel 1910 a Copenaghen si tenne
una Conferenza delle donne socialiste di cui fu coordinatrice
Clara Zetkin e la proposta fu di istituire una Giornata internazionale
delle donne.
In quegli anni si ottengono vittorie per il suffragio femminile
in New Zelanda (1893), in Australia (1901), in Finlandia (
1906). Negli Stati Uniti si celebra il Womens’day ogni ultima
domenica di febbraio, come consolidamento dei rapporti tra
femministe borghesi e socialiste. Quella alleanza va oltre
le posizioni dell’Internazionale socialista, secondo cui la
sconfitta del patriarcato era legata indissolubilmente alla
sconfitta del capitalismo. La solidarietà trasversale
delle classi sociali cominciò a caratterizzare le lotte
delle donne. Lo sciopero delle operaie di New York del 1909
si trasformò quindi nello sciopero del movimento delle
donne. Nello stesso anno migliaia di donne si ritrovarono
insieme nella Giornata Internazionale della donna. Già
in quell’anno era evidente la dimensione simbolica di quella
giornata anche se nella Conferenza di Copenaghen si decise
di rimandarne l’istituzione internazionale a tempi più
maturi.
Fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la Giornata
della donna verrà comunque celebrata in diversi paesi:
in Russia nel 1913 con il nome di Giornata delle operaie,
nel 1914 in Germania, in Francia e in Finlandia, in Norvegia.
Non sarà solo occasione per rivendicare l’emancipazione
delle donne, ma anche per mettere al centro la pace come obiettivo
comune. Un elemento di rottura è la Giornata dell’operaia
nella II Conferenza delle donne comuniste di Mosca del 1921.
A presiedere i lavori c’è proprio Alexandra Kollontaj
e la data è quella della rivolta delle donne di Pietroburgo
contro lo Zar, avvenuta il 23 febbraio 1917, l’8 marzo del
calendario gregoriano. Giornata in cui le donne, stremate
dalla fame, chiedevano pane e pace e che assai di rado si
ricollega alla storia della rivoluzione russa.
Anche nel 1945, alla fine della guerra, emerge l’esigenza
di emancipazione delle donne. A Londra fu approvata una Carta
della donna, inviata all’Onu, in cui si chiedeva parità
di diritti e lavoro.
In Italia, l’Udi (Unione Donne Italiane) fondata nel 1944,
celebra la Giornata della donna l’8 marzo. Dall’anno successivo
la celebrazione si estese in tutta l’Italia e la mimosa come
simbolo fece la sua comparsa (un fiore di stagione che costava
poco).
Gli scontri con le forze dell’ordine furono numerosi ai danni
delle donne che volantinavano o in manifestazioni non autorizzate,
in cui venivano anche arrestate con la scusa di turbamento
dell’ordine pubblico.
Dopo un lungo periodo, dagli anni Settanta, con l’entrata
in scena dei movimenti femministi, la storia dell’8 marzo
cambia insieme ai movimenti sociali ed è in grado di
conquistare diritti fondamentali per le donne. Sono gli anni
delle grandi rivendicazioni e di un mutamento del quadro sociale
e politico, sostenuto dalle lotte degli operai, di studenti
e studentesse, di movimenti contro la guerra.
Successivamente, con il riflusso dei movimenti anche la giornata
dell’8 marzo ha subìto una mutazione: alla lotta si
sono sostituiti convegni, spettacoli e celebrazioni rituali,
ma al contempo anche continui tentativi di riportare la politica
e la lotta al centro della celebrazione. Il volto del mercato
da un lato, il desiderio di ricordare perché la memoria
può dare impulso a nuove lotte.
Per recuperare nel presente il significato di questa scadenza,
dovremmo immaginare un 8 marzo capace di mantenere una memoria
storica, di vedere gli aspetti autentici del presente, con
uno sguardo al passato e al futuro, riprendendo il filo della
nostra storia sulla scena politica e sociale.
Le donne sono capaci di lotte inaspettate, talvolta incomprensibili
alle donne stesse, abituate a pensare con gli schemi mentali
della parte maschile dominante.
E’ importante recuperare la storia del femminismo per interpretare
il nostro tempo e puntare ad una dimensione intersezionale
e internazionale, per l’uguaglianza, la giustizia, la libertà
e la pace. “Come donna non ho patria. La mia patria è
il mondo intero.” (Le tre ghinee - Virginia Wolf ). #Collianiene
Prof.ssa
Anna Maria Virgili
Università Popolare Michele Testa
www.upmt.it
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