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Colli Aniene quartiere omertoso o commentatori RAI ignoranti?

21 aprile 2022 - La trasmissione Storie Italiane con un titolo quantomeno inopportuno ha indignato le persone del quartiere e ha scatenato le chat dei ragazzi di Colli Aniene. “20enne trovato in strada in fin di vita: Quartiere omertoso” è la definizione della trasmissione per un quartiere tra i migliori di Roma per vivibilità e socialità. L’ignoranza, nel senso di ignorare le cose, a volte, fa commettere errori incredibili a quelle persone che vogliono enfatizzare la notizia senza conoscere i fatti ed il territorio. Matteo è stato ritrovato a terra, a notte fonda, in un largo viale le cui abitazioni più vicine possono aver non sentito nulla di quanto accaduto sia per la distanza e sia perché Matteo potrebbe non aver avuto il tempo di gridare. Gli amici che aveva lasciato poco prima, erano ad una distanza che varia dai 300 ai 500 metri, coperti nella visuale dai grossi abeti che dividono il viale. Hanno probabilmente visto le luci dell’ambulanza ma non hanno collegato il fatto a Matteo, visto che vedere un’ambulanza a Colli Aniene non è un fatto così insolito vista l’anzianità della popolazione che vi risiede. Allora, prima di commentare un fatto o dare una sentenza inopportuna del tipo “quartiere omertoso” bisognerebbe informarsi dell’accaduto e conoscere bene il luogo dei fatti. Noi di Collianiene.org possiamo solo fare un plauso ai ragazzi di questo territorio per quanto stanno facendo per conoscere la verità e, ricordiamo alla RAI, che chi vuole la verità non è certo OMERTOSO.

La RAI e i suoi Dirigenti dovrebbero chiedere scusa ad un intero quartiere e dissociarsi dalla conduzione della trasmissione.

Un post sul sito della RAI che si firma "Verità per Matteo" riporta: “Ringrazio i giornalisti che si sono davvero interessati alla storia di Matteo e al suo stato attuale. Viceversa, non ringrazierò mai tutti coloro che stanno utilizzando quanto successo solo come una fonte di reddito, condivisione e quant’altro. Sta mattina è andato in onda un servizio sulla trasmissione “Storie Italiane” e credo di non essermi mai arrabbiata tanto dall’inizio di questa storia. Nessuno, in questo momento, può permettersi di insinuare che le persone presenti quel giorno, che si trovavano a poche centinaia di metri dall’accaduto, abbiano visto o sentito qualcosa. Lo vorremmo tutti, ma purtroppo non è così. Da amica, presente quel giorno mentre il nostro amico veniva portato via in fin di vita su un’ambulanza, non vorrei altro che averlo accompagnato, aver sentito, aver visto, ma purtroppo le cose non sono andate così. Quando abbiamo visto l’ambulanza abbiamo avuto l’impulso di andare a vedere cosa fosse successo, ma abbiamo evitato per non interferire con i soccorsi. Mai avremmo pensato fosse lui: avevamo ipotizzato essere qualche anziano che stava poco bene, non avendo sentito né urla né rumori strani.
Pensateci dieci volte la prossima volta prima di esprimere insinuazioni infondate su persone che stanno dando il 110% per scoprire la verità. Non ho idea di chi sia questa persona che si è permessa di esprimere in modo così poco delicato un’idea che, sinceramente, non sta in piedi. Tuttavia mi auguro che non riaccada più, perché andare ad attaccare le uniche persone che davvero (insieme ad Andrea, Noemi e mamma Simona) si stanno impegnando per Matteo risulta squallido e veramente fuori luogo. Inoltre, senza possibilità di replica, scaricando su di noi colpe insensate, perdendo il focus su quanto davvero chiesto dalla mamma: la verità.
Noi aspettiamo solo che Matteo torni da noi e la verità venga fuori, ma voi imparate a fare il vostro lavoro senza andare a ledere chi ci tiene di più.
E comunque, almeno imparatelo un nome prima di andare in trasmissione.

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Antonio Barcella
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